2010  AMSTERDAM

La Venezia del nord

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Nieuwe Zijde - Piazza Dam - Nieuwe Kerk

 

Dopo un paio di visite superficiale durante scali per i viaggi in Pakistan e Yemen effettuati molti anni fa, eccomi ora a dedicarvi i giorni necessari per approfondire la conoscenza di questa città, universalmente conosciuta come la Venezia del nord. Dopo un ora e trenta di volo, partito dall’aeroporto milanese della Malpensa, giungo allo Schipol della capitale olandese. Qui parte il treno che porta alla Central Station che nel 1889 andò a sostituire il porto vecchio come punto focale della città. E’ un bel edificio neorinascimentale in mattoni da cui, uscito, mi dirigo al Dam tramite il lungo viale commerciale del Damrak. Il Dam è la piazza più conosciuta della capitale, dove sostano artisti di strada ed è presente una delle chiese più belle, la Niewe kerk che entro immediatamente. Nel XIV secolo, col crescere della popolazione, la chiesa vecchia non era più sufficiente perciò si sentì l’esigenza di costruirne una nuova. Distrutta più volte dagli incendi, fu anche derubata degli addobbi durante la Rivolta. Dal 1814, ogni incoronazione è stata effettuata qui. L’interno è in ristrutturazione ma, oltre l’organo in legno marmorizzato e un bel pulpito intarsiato, non vi è null’altro di meritevole da citare, perciò esco e opero un giro dei dintorni ammirando il Magna Plaza, il vecchio edificio delle Poste che oggi ospita il più grande centro degli acquisti locale. Un occhiata al Nationaal monument, un obelisco di 22 metri eretto per commemorare i morti della seconda guerra mondiale e quindi inizio un percorso in Nieuwe Zijde che, attraverso la commerciale Rokin mi porta al Beginjnhof, costruito in origine nel 1346 come residenza delle beghine, una confraternita cattolica di sorelle che vivevano come monache sebbene non avessero preso i voti monastici. Al suo interno c’è la casa più antica della città, la Engelse kerk e un circolo di abitazioni esclusive dai bei frontoni. E’ mia intenzione ora, dedicarmi alla scoperta dei canali di Amsterdam e per questo mi avvalgo di un itinerario della mia guida turistica che ne percorre quelli più rappresentativi. Il fascino della case locali sta nei piccoli dettagli più che nei grandi effetti. Dal XV secolo in poi le leggi urbanistiche, le ridotte dimensioni dei lotti e l’instabilità del suolo, fecero si che le facciate fossero uniformi nelle dimensioni e venissero costruite con mattoni leggeri e con grandi finestre per ridurne il peso. I proprietari delle case caratterizzarono allora i propri edifici con frontoni o cornicioni, ingressi decorati e finestre dalla forme più svariate. I frontoni così furono triangolari semplici, a gradini, a collo, a conchiglia, a campana ed è un piacere riconoscerli durante il passeggio. Anche i cornicioni sono curiosi, dentellati, con mansarda o con balaustra. Prima dell’introduzione della numerazione nel XIX secolo, delle curiose formelle, come già notai a Praga, identificavano la casa e molte indicavano l’occupazione del proprietario. Una caratteristica curiosa sono i paranchi di cui ognuna è dotata per issare le merci fino alla soffitta. Grazie ad una leggera inclinatura delle case si riesce a non danneggiare le finestre ma, durante il percorso noterò come, a causa dell’instabilità del suolo,  alcune di loro siano, come dire, collassate. Attraverso Paleistrat giungo al Singel, un canale tra i più importanti, dando inizio al mio personale studio dei vari tipi di frontone, particolarmente affascinanti quelli a collo, del resto considerati più pregiati. Dal Singel passo al Keizersgracht, dove dal 353 al 357 ci sono tre esempi di queste belle abitazioni. La casa dell’artista Jacob de Wit e molte altre i cui frontoni risaltano pregevolmente grazie alla stupenda giornata di sole che mi consente di godere al massimo questo itinerario. Dopo il Felix Meritis, edificio neoclassico aperto nel 1787 come centro delle scienze e delle arti e oggi il principale centro culturale della città, visito l’houseboat museum. Ormeggiata sul canale, vi si mostra la vita a bordo osservandone i vari, minuscoli ambienti, come il salottino, la cucina e il bagno. Queste case galleggianti sono collegate al sistema fognario ai bordi dei canali. Giungo al Leidsegracht, uno dei più eleganti angoli della città. Lo percorro estasiato dai bei edifici che posso ammirare e giungo fino al Leidseplein, la piazza più vivace di Amsterdam, centro della vita notturna ed importante snodo tramviario. Di giorno è piena di artisti di strada, rappers, mangiatori di fuoco, suonatori ambulanti che intrattengono i clienti dei vari locali qui presenti. Nei pressi è il famoso American Hotel e lo Stadsschouwburg, il più recente dei tre teatri municipali. Nei pressi è un grande negozio dove con l’ascensore interno salgo all’ultimo piano da cui si gode di una bella vista tutto intorno, con la De Krijtberg, una graziosa chiesa neogotica che visiterò subito dopo. La ridotta dimensione della facciata è compensata da due magnifiche torri sottili che s’innalzano verso il cielo. A tre navate, presenta delle bella vetrate istoriate e poco altro di entusiasmante. Dopo questa breve deviazione, ritorno al mio itinerario sui canali percorrendo ora l’Herengracht, più sobrio e quindi il Reguliersgracht, ben più affascinante con vari tipi di frontoni. Al 37 e 39 osservo due case inclinate verso l’acqua, per via di cedimenti cui sono soggetti gli edifici costruiti su basse terre. Attraverso ponti, ammiro case e negozi e gli abitanti che sfrecciano con le loro biciclette sull’enorme rete di piste ciclabili. In Prinsengracht, case con frontoni a punta, molte case galleggianti e alcuni abitazioni, rare in città, che hanno piccoli ingressi dal seminterrato. Nella capitale olandese, l’altezza dei gradini era considerata indice di ricchezza. Il mio percorso fra i canali termina sul fiume Amstel, nei pressi del Magere Brug, il più famoso tra i circa 400 ponti di Amsterdam. L’originario ponte levatoio fu costruito nel 1670. Lo si può percorrere solo in bicicletta e, di notte, è splendidamente illuminato. E’ giunto il momento di recarmi al mio alloggio nella capitale e per questo percorro un bel po’ di strada fino al porto, al molo Oosterdok dove ormeggia la Passenger Avanti. Si, perché questa volta ho prenotato in una barca. La mia non è altro che una piccola cabina, ma sarà piacevole alloggiare per due notti in questa minuscolo spazio dove ogni movimento ti può provocare bernoccoli o contusioni. Lo spazio calpestabile, infatti non sarà più di due metri quadri, esagerando. Vi esco proseguendo le visite e inoltrandomi nel quartiere vecchio, l’Oude Zijde. Qui è il Montelbaanstoren costruito nel 1512 a integrazione del sistema difensivo di Amsterdam proteggendone alcuni moli. E’ di struttura ottagonale e presenta un bel campanile. Quindi raggiungo il Waag che, con le sue molte torri, è la più antica porta della città. Vi si tenevano le esecuzioni pubbliche e i condannati attendevano nella piccola camera della forca. Durante il giorno si tiene un mercato interessante. Il Waag è ai bordi del quartiere a luci rosse, l’immagine della moderna Amsterdam. Prostitute vestite in modo succinto che si presentano al cliente in vetrine come fossero una merce qualsiasi e avvolte da luci al neon, locali equivoci e una miriade di sexy shop imbarazzanti che costringono il visitatore a spettacoli che oserei affermare indecenti. Non sono un puritano ma, un decoro bisogna pur averlo, e in questa città, la trasgressione  e il libertinismo assume connotazioni che rasentano la volgarità. D'altronde, non è possibile nemmeno evitare di passeggiare fra queste vie perché sono una caratteristica peculiare della vita cittadina e vicina a luoghi d’interesse notevoli come la Oude kerk, la più antica e importante chiesa di Amsterdam, praticamente a poco più di 50 metri dai primi sexy shop. La prostituzione in questa città risale al XIII secolo quando Amsterdam non era altro che un piccolo porto. Con il 1478 si era diffusa a tal punto, dato il sempre maggior afflusso di marinai, che si tentò di circoscriverla. A seguito della Rivolta, i calvinisti cercarono di dichiararla illegale ma, i loro tentativi, risultarono inefficaci e dalla metà del XVII venne tollerata apertamente. Nel 1850 la città contava 200.000 abitanti e circa 200 bordelli. Oggi l’autorità cittadina sta cercando di chiudere i locali più malfamati, incoraggiando l’apertura di negozi diversi da quelli dell’industria del sesso. Altra caratteristica che giudico negativa sono i coffe shop, dove si vende e si fuma liberamente marijuana e hashish. Ho sempre pensato che la troppa libertà data all’uomo non favorisse la creazione di una civiltà dei valori e continuo a pensarlo. Decido di raggiungere la vicina Zuiderkerk, il cui impressionante campanile troneggia in questa zona. Colonne sospese, orologi e la cupola a cipolla sono un emblema della città, ma dentro è persino imbarazzante notarvi uno spazio persino con una macchina per il caffé. D’altronde non è nemmeno più una chiesa, ma uno spazio espositivo. Sono molto stanco e decido che è giunto il momento della cena. Amsterdam non è famosa per i suoi piatti tipici, perciò decido di risparmiare concedendomi solo una pizza per poi passeggiare tranquillamente fino alla barca ormeggiata al molo. The con sigaretta gustato in poppa e mi ritiro in cabina a studiare l’itinerario per domani. Colazione alle 8.30 e poi via a piedi alla volta delle isole occidentali, create nel XVII secolo per far fronte al bisogno di magazzini a seguito dei floridi commerci di Amsterdam. Nelle loro banchine ormeggiavano navi e barconi. I cantieri navali sono ancora in funzione ma, oltre a ciò, si passeggia fra stradine tranquille dove la pace si respira ad ogni angolo, ad ogni giardino con giochi per bambini. Ponti levatoi collegano queste tre isole che è un piacere della mente percorrere con calma e serenità. Quindi entro nel quartiere del Jordaan, tranquilla zona cittadina con molte case su canali, ristoranti e caffé all’aperto. Qui sono nella cerchia dei canali ovest. Percorro il bel Lindergracht con alcune curiose case cedute, giungendo in Boerenmarkt, grande piazza e luogo di mercato, che con le sue innumerevoli bancarelle, vende un po’ di tutto. Qui c’è la bella Noorderkerk, concepita come luogo di preghiera per gli abitanti poveri del quartiere e prima chiesa della città ad avere una pianta a croce greca. L’interno è pressappoco vuoto, solo un pianista suona deliziando alcuni visitatori. Raggiungo l’Egelantiersgracht con pregevoli case sul canale, quindi svolto in Bloemgracht (canale dei fiori) con altrettante belle case con frontoni, spesso a gradini come all’87 e 91. Eccomi giunto al Prinsengracht dove è presente la casa di Anna Frank. Durante l’occupazione nazista, per due anni, le famiglie ebree Frank e Van Pel si nascosero in questa casa sino al giorno del loro arresto. Nel suo famoso diario, Anna Frank fornisce un resoconto della vita nel nascondiglio ai tempi della persecuzione nazista. Vorrei visitare la casa, ma la fila presente all’ingresso mi scoraggia. D’altronde non la consideravo nemmeno un must della città, dato che si visita solo un paio di ambienti poco interessanti. Molto più attraente è la vicina Westerkerk con il campanile più alto della città (85 metri) e con la navata centrale più grande di qualsiasi altra chiesa protestante olandese. Rembrandt fu sepolto qui, ma non si è mai saputo dove. Compro il biglietto per la salita del campanile ma, dato che si effettua in visita guidata alle 13.30, decido di gustarmi un sandwich e attendere nelle vicinanze. Giunta l’ora, si sale attraverso una scala a chiocciola angusta fino al primo piano, a 42 metri. Ammiro alcune campane e, sulla balconata, tutto il panorama nei dintorni, bellissimo e impreziosito dal cielo terso che anche quest’oggi mi consente visite ideali. Ritorno al Dam passando da Paleiastraat dove c’è un beer shop straordinario, De Bierkoning. Al suo interno ammiro una scelta variegata di birre di estrema qualità. Percorro nuovamente il lungo Damrak fino alla Sint Nicolaaskerk, dedicata al santo patrono dei marinai, San Nicola. Bella facciata con due campanili e un interno con tre navate e un abside con vetrate ottimamente istoriate, due bei rosoni nel transetto. Finora la migliore chiesa visitata. Ritorno verso il centro di Amsterdam verso la Oudekerk, ma prima sosto sul OoudezijdsWoorburgwal, dove ammiro scorci stupendi sul canale e la Sint Nicolaaskerk. Giunto alla Oudekerk rimango favorevolmente impressionato dalla sua imponenza. Risalente agli inizi del XIII secolo presenta ora una struttura gotica. I suoi dipinti e le sue statue furono distrutte durante la Rivolta, ma il soffitto dorato, completamente in legno, e le vetrate istoriate della Cappella della Madonna, rimangono intatte come il grande organo. Esco velocemente per la Zuidekerke quindi, di nuovo al ponte levatoio Magere Brug da dove ho intenzione di visitare la zona della cerchia dei canali est. Zona residenziale molto tranquilla, con graziose case sui canali e alcuni edifici di pregio come la Willet Holthuysen che ospita un museo con numerose sale d’epoca, abitazione dei vecchi proprietari. Proseguo l’itinerario che mi porta di nuovo all’Amstel nei pressi del Blawbrug, un ponte ispirato al più celebre ponte Alessandro III di Parigi. Quindi giungo all’affascinate Rembrandtplein un tempo chiamata Botenmarkt, mercato del burro, che si teneva alla metà del XIX secolo. Si chiama così da quando al centro della stessa torreggia la statua del famoso pittore olandese.  La Rembrandtplein è famosa per i suo locali, come l’albergo Schiller e il De Kroon.  Costeggiando altri canali, eccomi ora alla Amstelkerk, graziosa chiesetta in legno che oggi ospita uffici e un ristorante. Torno nuovamente nei pressi dell’Amstel, ma questa volta all’angolo della Vijzelstraat dove apprezzo il Munttoren (torre della Zecca) che formava un tempo parte della Regulierspoort, una delle  porte difensive di Amsterdam. Venne distrutta da un incendio nel 1618 e l’anno seguente vi si aggiunse una torre con orologio sormontata da una guglia a sfera. Tutto intorno c’è il Bloemenmarkt un mercato completamente dedicato alle piante e ai fiori, dove i vivaisti presentano davvero ogni sorta di specie botanica. Anche quest’oggi ho potuto completare perfettamente il programma che mi ero prefisso grazie a una giornata di sole spettacolare. Non posso chiedere di più e dopo una cena a base di pizza, me ne ritorno in barca davvero stanco morto. Il terzo ed ultimo giorno sarà piovoso, almeno in mattinata, ma essendo previsto vi avevo pianificato la visita ai due più bei musei d’arte in città. Dopo colazione mi dirigo perciò verso il Rijksmuseum purtroppo in parziale ristrutturazione che ne impedisce la visita a tutte le collezioni presenti. Quello che ammirerò però nelle tre ore che ci dedicherò sarà più che sufficiente per godere immensamente delle tele dei più grandi artisti olandesi del secolo d’oro. E saranno opere di Veermer, Hals, Van Huysum, De Hoock, Van Rijn e Rembrandt che mi fa rimanere basito di fronte alla sua straordinaria opera intitolata la Ronda di notte. Uscito dal museo passeggio un po’ nel quartiere, nei giardini fino al Concertgebouw, teatro dalla facciata classica e giudicato come avente una sala da concerto dall’acustica perfetta. Per pranzo un frugale sandwich e quindi una visita al Van Gogh museum. Non amo la pittura impressionista, ma non posso evitare di entrare in questo museo che ospita la più grande collezione di dipinti di questo celeberrimo artista olandese. Il suo stile è inconfondibile anche se reputo questi quadri quasi come spazzatura a paragone di quelli del rinascimento italiano o al secolo d’oro olandese. I girasoli, la camera da letto di Arles, i corvi nel campo di grano, non danno alcuna emozione. L’arte moderna non l’ho mai capita e devo dire che nemmeno m’interessa approfondirla perché non mi suscita alcunché. Al secondo piano dello stesso museo sono esposte tele anche di altri artisti impressionisti come Claude Monet e Daubigny che sono ancora più assurde di quelle di Van Gogh. Al terzo piano  quadri di Lautrec, Gauguin, Anquetin, Renoir, Cezanne e una tela di Picasso. Bene, ho visto tutto quello che mi ero riproposto e non ho nulla più da chiedere ad Amsterdam. Trascorro l’ultima ora nei quartieri intorno alla Central Station gustando un panino con le aringhe affumicate e prendo quindi il treno per Schipol. Il mio volo ritarderà di due ore, ma è un prezzo che mi sento di pagare per un piccolo gioiello come Amsterdam.

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