2006 CANARIE

Gran Canaria

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Playa del Ingles

Risolti tutti i problemi lavorativi, io ed il mio gruppo familiare raggiungiamo il terminal uno dell’hub milanese dove un volo dell’Iberia decolla alle 12.25 alla volta di Barcellona. Dopo una breve attesa si riparte alle 16.50 in direzione dell’arcipelago delle Canarie. La nostra settimana di vacanza ci porterà sull’isola di Gran Canaria. Io e Gosia siamo già stati a Fuerteventura 19 anni fa e perciò questa è la nostra seconda puntata nella zona. Atterrati all’aeroporto poco distante dalla capitale Las Palmas, vado subito alla ricerca del rent a car contattato tramite internet. Con un suo addetto raggiungiamo i loro uffici dove ritiriamo una Ford Fiesta con la quale spero di poter conoscere la maggior parte degli angoli di questa affascinante isola. Ora via alla volta di Playa del Ingles dove ho prenotato un appartamento al complesso turistico Los Salmones. Prendiamo possesso della spaziosa camera con cucinino e cerchiamo di riposare in vista della nostra prima giornata di visite, programmate per domani. Dopo colazione, consumata al ristorante del complesso, ci dirigiamo verso la più vicina spiaggia. Gran Canaria è un isola piuttosto montagnosa, frastagliata e non sono frequenti i luoghi dove si può trascorrere momenti balneari. A Playa del Ingles invece, nella zona sud-est, esistono delle belle spiagge di origine vulcaniche con sabbia che tende quasi al nero. Per fortuna il vento è quasi assente, ma l’acqua risulta essere un po’ fredda per la famiglia. Di tanto in tanto ci sono stabilimenti marini lungo tutta questa costa fino alle celeberrime dune di Maspalomas, la maggior attrazione dell’isola. La mattinata la trascorriamo nel primo sito per poi fare provviste in un supermercato, al fine di riempire il nostro frigorifero. Dopo pranzo ci dirigiamo verso la zona delle dune. Mezza Europa trova alle Canarie il suo paradiso nel periodo invernale. Il clima è mite e c’è tutto quello che serve. La cordialità della gente qui è proverbiale e specie coloro che lavorano a contatto con i turisti, hanno una disponibilità e gentilezza ammirevoli. Trovato parcheggio poco distante ci inoltriamo nel parco delle dune. Il paesaggio tutto intorno è davvero inusuale e stiamo camminando su una vasta distesa sabbiosa in direzione del mare, lontano alcune centinaia di metri. Purtroppo, come ci era capitato sull’isola di Ferteventura, ci imbattiamo in qualche nudista esibizionista, ma dopo i primi momenti di imbarazzo con i figli, riusciamo a godere di una piacevolissima esperienza balneare. L’ambiente è incantato e si gioca con le onde per quasi tutto il tempo. Comincia a scendere il sole e la temperatura dell’acqua non è più adatta ai bagni perciò ritorniamo all’abitazione sistemandoci per la nostra prima uscita serale. Puntiamo l’auto verso un ristorante tipico poco fuori la cittadina, il Casa Vieja, dove gustiamo delle specialità come le papas arrugadas(patate novelle lessate sotto sale) ed un gustoso coniglio. Il vino è un rosso della zona di Lentiscal, il Monte Roca. Per adesso è tutto filato liscio. La giornata odierna l’abbiamo dedicato alla scoperta della zona vicino a noi e da domattina incominceremo a dedicarci al resto dell’isola. L’indomani perciò partiamo in direzione di Safana salendo fra ambienti di volta in volta sempre più aspri e selvaggi. La vegetazione ad arbusti e cactus domina incontrastata un ambiente caratterizzato da una moltitudine di curve. Piccoli villaggi di case bianche richiederebbero una sosta, ma non posso gia da ora chiedere alla famiglia fermate così “noiose” perciò proseguo in attesa di località che meritino davvero attenzione. Attraversiamo San Bartolome de Tirajana, costruito al centro di un antico cratere vulcanico, scendendo poi per un tratto. Paolo non ne può più di tutte queste curve ed è già pronto a deflagrare in manifestazioni di vomito che ci impongono andature bradipiche. Purtroppo la giornata si mette male ed è fin troppo evidente che non riuscirò ad ottenere nulla di ludico. Tutti i miei progetti, i programmi si ritrovano impantanati con una realtà fatta di problemi fisici per quasi tutta la famiglia.  Proseguo per altri trenta chilometri fino al bivio di Tejeda, a 1.450 metri. Da qui parte l’ascensione verso la montagna più alta dell’isola: il Pozo de las Nieves a 1.949 metri. Paolo sta male e Giorgio da segni di problemi respiratori, io di perdita di pazienza. Siamo in Giugno, in prossimità del tropico seppur ad una certa altezza e siamo già preoccupati di coprire i pargoli come fossimo sulle Ande cilene spazzate dal vento!. Ora è meglio pranzare e dimenticare il programma che avevo in mente!. Il luogo imporrebbe una scelta di menù più appropriata, ma in queste condizione ho già perso ogni volontà. Si decide di ritornare verso la costa, naturalmente a velocità moderata per evitare che Paolo renda inabitabile l’interno vettura. Procedo a venti chilometri orari ed ora sta male anche Gosia che mi chiede  anch’essa una sosta. Se mi stirasse un Caterpillar non emetterei un suono!. Raggiunta la costa, si tenta una puntata alla vicina playa Melenara. Purtroppo una volta giunti in loco si realizza che è “freschino”. Capisco l’antifona e punto direttamente verso casa. Rifornimento di cibarie, dato che stasera si starà in casa con la speranza di risolvere i guai fisici che hanno colpito tutti loro. Purtroppo le indisposizioni patite da Giorgio non si rivelano cose passeggere e l’indomani si materializzano dei problemi che richiedono una nostra puntata in un consultorio medico. Gli prescrivono dei medicinali che recupero nelle farmacie locali e per oggi non se ne parla nemmeno di escursioni!. Solo riposo al Los Salmones, alla piscina del complesso. La speranza è che con una giornata di riposo si possano smaltire  gli acciacchi, tuttavia non è ancora tempo di escursioni e perciò restiamo vicini visitando la zona di Maspalomas nei pressi della spiaggia di Meloneras. Parcheggiata l’auto dobbiamo però camminare per un bel tratto di costa sassosa prima di giungere all’affascinate zona delle dune dove però otterremo un prosieguo piacevole, impreziosito da molte esperienze marine fra le onde. Soddisfatti della mattinata e dopo aver pranzato localmente ritorniamo a casa. Una sontuosa doccia ci predispone ad ulteriori visite ed alle 15.30 si esce nuovamente con l’intenzione di puntare alla costa orientale, cercando di scovare siti marini sui quale dedicarci nei prossimi giorni. Darmi un dito però significa rischiare brutto ed infatti riuscirò a stralciare un bel po’ di piacevolezze. Raggiungiamo la località di Puerto Rico prima ed Amadores poi, ammirando il piacevole paesaggio costiero e le abitazioni turistiche abbarbicate a strapiombo sul mare. La caratteristica della zona è infatti la conformazione urbanistica, davvero una gioia per gli occhi. Certamente vi ritorneremo dato che vi abbiamo notato due spiagge tranquille, riparate dal vento e ben attrezzate. Il pomeriggio è gradevole e dato che finora nessuno ha ancora brontolato o manifestato qualche sintomo d’indisposizione, ne approfitto per proporre la salita verso l’interno fino a Magan e trovare là qualche locale per cenare. Chilometro dopo chilometro, e giustificato dalla scarsezza di particolari attrattive della zona proseguo fino a San Nicolas di Tolentino lungo un piacevolissimo paesaggio di selvagge montagne. La strada si inerpica regalandoci stupendi colpi d’occhio che godiamo da alcuni view points. Dopo una sosta alfine di gustare un ottimo succo di papaia, ripartiamo fra saliscendi e curve fino a raggiungere la costa occidentale. Il paesaggio costiero è fascinoso, complice anche il sole che sta scomparendo all’orizzonte. Con Gosia optiamo per una sosta alla località di Agaete, dove so di un ristorante che dovrebbe fare al nostro caso. Il paesino è isolato e nei pressi del piccolo porticciolo ecco il famoso”Capitan” dove ci concediamo un succulento fritto misto di pesce bagnato da un vino bianco di Lanzarote, il Geria prodotto con uve malvasia. Si passeggia quindi lungo le caratteristiche viuzze del centro aspettando che il sole scompaia del tutto dietro al Dedo de Dios, la famosa montagna di fronte all’abitato. La luce crea come una magia in mezzo alle case imbiancate a calce. E’ il momento di ripartire!. Sono stanco, ma felice perché finalmente ho trascorso una giornata piena, anche se ora mi attendono chilometri di curve. Per fortuna, niente di tutto questo ed il percorso di ritorno che passa dalla capitale dell’isola Las Palmas sarà quasi completamente coperto su di una comoda autostrada. Raggiunta casa è scontato godere del conforto del riposo e questo ci affaccia alla giornata seguente che iniziamo con la dovuta calma. E’ in programma una visita della capitale perciò dopo una buona colazione in casa ripercorriamo la medesima autopista di ieri sera raggiungendo Las Palmas. Non riusciremo di certo a conoscere tutti gli angoli caratteristici che avremmo voluto, ma riusciamo comunque a percorrere buona parte del centro vecchio. La città è sparpagliata in almeno sei zone ben distinte come San Cristobal, abitata dai pescatori, ma la più interessante dal punto di vista storico - culturale è certamente la Vegeta, o città vecchia. Questa parte era il centro politico, militare ed ecclesiastico della capitale. La nostra visita inizia nei pressi della casa di Colon, un antico palazzo dei governatori dell’isola che ospitarono il grande navigatore genovese nei momenti in cui doveva riparare qualche sua nave. Non lontano è il museo Colon che ospita delle collezioni archeologiche guance(popolazione locale). Oggi però è domenica e con questa scusa i figli si salvano da una vera noia per loro. Non si può però non visitare la Cattedrale de Santa Ana, iniziata nel 1.478 e conclusa nel 1.805. Di stile gotico, vanta un bel altare e notevoli sculture dell’artista canarino Perez. Con un ascensore saliamo su una delle torri dalla quale si gode una completa vista della città. E’ ora di pranzo e dopo aver acquistato pane ed insaccati, sostiamo su alcune panchine a rifocillarci. La giornata prosegue guidando sulla litoranea a nord-ovest. E’ nostra intenzione raggiungere il Cenobio de Valeron ad una ventina di chilometri dove c’è una grande caverna naturale, un enorme granaio utilizzato dagli abitanti nell’antichità . Purtroppo il sito è chiuso e dobbiamo ritornare sui nostri passi guadagnando nuovamente Las Palmas dove speriamo di concederci una fine di giornata balneare alla bella spiaggia di sabbia nera della capitale. Las Canteras, rifugio degli abitanti di Las Palmas ci regala due ore di piacevoli bagni fra le onde dell’Atlantico, molto apprezzate da tutti noi. Facciamo ritorno al Los Salmones cenando fra le nostre quattro mura. La settimana si sta consumando in fretta e noto che sia Gosia che i figli vorrebbero trascorrere ciò che rimane della vacanza in modo più soft. Si opta per questo motivo ad una giornata interamente dedicata al mare in una delle spiagge ammirate l’altro ieri nel versante orientale. Ad Amadores la spiaggia è infatti ben attrezzata, riparata, tranquilla e consente sia a Giorgio che a Paolo di divertirsi in tutta sicurezza nelle acque della baia. Di sera usciremo a cenare all’Asador Criollo dove gusteremo una ottima Paella de pescado, innaffiata da un ottimo bianco di Lanzarote: El Grifo. Anche la giornata di domani sarà dedicata completamente al mare, questa volta alla spiaggia di Puerto Rico, non molto distante dalla precedente di Amadores. Che dire!. Si sarebbe potuto di certo scoprire più aspetti di questa isola ed è ciò che mi lascia un po’ di amaro in bocca però non si può soddisfare sempre le nostre aspettative. Si deve saper accettare anche le limitazioni che spesso provengono dalle esigenze familiari. A mezzanotte si parte e dopo aver posteggiato l’auto nell’apposito parcheggio all’aeroporto, ci imbarchiamo sul volo che ci porterà a Madrid prima e alla Malpensa successivamente. Non è stata una vacanza entusiasmante, ma pur sempre una parentesi piacevole ed un arricchimento ulteriore che sapremo conservare comunque gelosamente nel nostro scrigno di memorie ed esperienze.   

 

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