2010  COPENHAGEN

Il Porto dei Mercanti

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Sud - Vor Frelsers Kirke

 

Il volo giunge all’aeroporto di Copenhagen con mezzora di ritardo alle 14.30. Acquistato un carnet da 10 biglietti della metro mi reco immediatamente alla fermata presente qui al Lufthavnen. Scendo dopo 10 fermate a quella di Norreport sbrigando più velocemente possibile la pratica ostello e riprendendo subito dopo la metro sino a Christianshavn e dirigendomi più velocemente possibile alla Von Frelsers kirke, la chiesa del nostro Salvatore che deve la sua fama alla meravigliosa guglia sulla quale è possibile salire per mezzo di una scalinata esterna a chiocciola. Ho fatto il possibile per giungere in tempo ma purtroppo non ce l’ho fatta e adesso è persino chiusa anche la chiesa. Dall’altezza di 90 metri si sarebbe potuto godere il secondo punto panoramico più alto della città. Mi dirigo quindi verso nord-est verso Pusher street, nome che è tutto un programma. In giro, ragazzi che danno idea di appartenere a comunità hippy. Entro infatti nella vicina Cristiania, nel libero stato di Cristiania,  che nacque nel novembre del 1971 quando un gruppo di squatters occupò alcune caserme abbandonate e vi stabilì una comune. Dapprincipio le autorità cercarono di evacuare gli edifici occupati, ma dato che la comunità aumentava, il governo decise di considerarlo un esperimento sociale. Oggi il corpo sociale conta 900 individui, possiede scuole, infrastrutture e un sistema governativo proprio finanziato in parte dai ricavi dei caffé, ristoranti e negozi di souvenirs. Camminando al suo interno si percepisce il suo carattere alternativo e non mi sembra francamente un luogo adatto per far crescere i propri figli. Si respira una sorta di anarchia ed eccessiva libertà che non mi pare adatta ad una società vera e propria. Qui è vietato scattare fotografie e non è per un eccesso di riservatezza. Molti di loro mi paiono bevuti e fatti in modo indecente e la droga circola liberamente come la coca cola. Il tempo si sta guastando, ma proseguo comunque verso nord respirando la piacevole atmosfera che mi circonda. Canali come il Trangaven dove canoisti pagaiano in serenità, abitazioni immerse nel verde dalle grandi vetrate che danno senza imbarazzo sulla strada, biciclette appoggiate senza lucchetti all’esterno. Giungo fino al lontano Operaen, il teatro dell’Opera, strabiliante dal punto di vista architettonico. Di fronte, dall’altro lato dell’Interhavn si erge la Marmorikirken, una delle chiese più belle di Copenhagen. Ritorno sui miei passi fino alla Von Frelsers kirke e ancora più giù. Percorro il ponte Torvegade, mi dirigo verso la zona del centro e in particolare al famoso Nyhavn, un canale lungo 300 metri fiancheggiato da affascinanti case colorate. Fu scavato nel 1671 al fine di consentire alle navi cariche di merci di giungere sino al centro città. Lungo le banchine sono ormeggiate eleganti imbarcazioni, vecchie e nuove. Quando vi abitava Christian Andersen era uno squallido quartiere a luci rosse per via delle sue rozze taverne, ma oggi ha acquistato classe e sono nati bar e locali che attirano turisti da tutto il mondo. Mi trovo ora in Kongens Nytorv, la nuova piazza del re che costituisce un punto focale della città Qui ammiro la statua equestre di Cristiano V, il Charlottenburg Slot che prende il nome della regina Charlotte Amalie, moglie di Cristiano V che cedette il palazzo all’attuale accademia di belle arti. Vicino, il Det Kongelige teater, sede principale del teatro danese. Di fronte i Magasin du Nord con oltre 100 anni di vita e che rappresentano i più grandi, vecchi ed esclusivi grandi magazzini della Scandinavia. Percorro delle vie centrali fino alla Nikolajkirke che ora ospita una singolare spazio espositivo sull’arte moderna danese ed internazionale. Mi trovo ora in una delle zone più affascinanti della città, l’Hoibro Plads, una bellissima piazza acciottolata, incantevole. Sebbene sembri un unico spazio, in realtà si divide in due slarghi: Hoibro Plads e Amargertorv che un tempo serviva da piazza del mercato. C’è una  bella fontana con tre uccelli nell’atto di prendere il volo. Di fronte è anche una bella abitazione a timpano del 1616 in stile rinascimentale. Torno in Hoibro Plads ad ammirare la statua equestre del vescovo Absalon, fondatore della città. La vista spazia intorno su case in stile, sui canali e le imbarcazioni turistiche che li solcano. Il luogo è davvero incantevole. Mi siedo e mi faccio permeare dalla leggiadra atmosfera. Mi trovo nella zona più turistica della città. Qui è lo Stroget, una via pedonale formata da cinque strade, principale via dello shopping. Sono già le 19.00 ma il chiarore dell’ambiente nordico mi consente ancora delle visite. Decido di percorrere in tutta tranquillità la zona pedonale fino a spingermi al Nytorv, anch’essa costituita da due piazze distinte: Gammeltorv (la piazza vecchia) e Nytorv (la piazza nuova) che di giorno si riempie di bancarelle. Sto cercando anche un ristorante per la cena, ma allo stesso tempo non ho alcuna intenzione di farmi pelare da un locale che non lo meriti. Non lo troverò e mi adatterò ad un panino in un fast food. Domani vedremo. Percorro quindi tutta la pedonale Kolmagergade fino a giungere alla Rundetarn notandola ancora stranamente aperta. Alta 35 metri e del diametro di 15 offre uno splendido punto di osservazione sulla città. Si accede tramite una rampa lastricata a spirale della lunghezza di 209 metri. Serviva originariamente come osservatorio per l’università che è ancora usato ed è il più antico d’Europa. Dalla cima ammiro a 360° un bel panorama e poi ridiscendo Mi incammino nuovamente verso Nytorv e poi pian piano verso l’ostello.   L’indomani, esco molto presto, alle 6.15 sono già in centro. Voglio sfruttare al massimo le ore di luce. Apprezzo la Sankt Peter Kirke, centro della comunità tedesca. Ora è chiusa ma l’ammiro comunque dall’esterno. L’edificio risale al 1450 e possiede una bella torre campanaria con un pregevole orologio dorato. Più avanti verso la Von Frue Kirke, la cattedrale di Copenhagen. Al suo interno conserva opera dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. Non mi dice assolutamente nulla come l’interno della maggior parte delle chiese della città, perciò proseguo verso il Nytorv e quindi ad una piazzetta affascinante, la Grabrodretorv. Lastricata ospita interessanti ristoranti e stasera ci farò una capatina dopo averne individuato uno che fa al caso. Giungo ora alla Helligandskirken, la chiesa del Santo Spirito, costruita in cotto nel XV secolo come monastero agostiniano. Possiede un bel portale in arenaria. Risalgo fino al Radhus, il palazzo comunale in mattoni rossi inaugurato nel 1905. Ammiro la grande Radhuspladsen la seconda piazza per dimensioni della capitale dopo Kongens Nytorv. Presenta una serie di monumenti degni di nota come la fontana del Balzo del drago, risalente al 1923. Un po’ più scostata, vicino alla torre, si eleva un alta colonna deposta nel 1914 raffigurante due figure di vichinghi intenti a suonare dei corni. Altra statua, questa volta che raffigura il grande Andersen rivolto al Parco Tivoli, un parco dei divertimenti grandioso che i danesi considerano come tesoro nazionale. Ritorno all’ostello per colazione e quindi attendo l’ora d’apertura del Radhus per ammirarlo dall’interno. Per primo visito la stanza dove è l’orologio del mondo. Jens Olsen impiegò 27 anni per costruire questo orologio, il cui straordinario meccanismo venne attivato nel 1955. Fra le varie funzioni è in grado di fornire il calendario per i prossimi 570.000 anni. Entro quindi nel salone principale del municipio, rettangolare con chiostri ai lati e soffitto a vetrata, colonne in marmo. Ci sarebbe anche un tour guidato alle 13.00 ma non me lo posso permettere, perciò decido che la visita sia sufficiente e dopo aver apprezzato anche la statua esterna, dorata, del vescovo Absalon, mi dirigo verso Christiansborg slot. I dintorni sono affascinati e percorro un piccolo tour per conoscerli meglio. Nelle vicinanze c’è il caratteristico palazzo dove si trovava la Borsa Valori. Fatta costruire da Cristiano IV nel 1590, oggi ospita la camera di Commercio. La sua stupenda facciata rinascimentale, i tetti in rame e le guglie particolari, lo hanno reso uno dei punti di interesse turistico della città. La guglia è infatti alta 54 metri ed è composta da quattro code di drago attorcigliate mentre sulla sua cima ci sono le tre corone che rappresentano la Danimarca, la Svezia e la Norvegia.  Passeggiando a fianco di canali giungo fino alla Det Kongelige bibliotek, un ultramoderna costruzione che ospita la nuova biblioteca collegata alla vecchia da un passaggio unico nel suo genere. Cammino quindi fino al Nyhavn giungendo poi all’Amaliensborg slot, la residenza ufficiale della regina Margrethe II, sorvegliato dalle guardie reale nelle tradizionali uniformi. Quando nel 1789 la residenza reale di Christiansborg andò a fuoco, la famiglia reale si trasferì qui. E’ una zona stupenda. Parecchie ali della residenza oggi sono aperte al pubblico. Sarebbe interessante vistarlo ma, dato che apre domani, martedì, devo decidere se scegliere questo edificio o il più intrigante Statens Museum for Kunst dove domattina, ultimo giorno del breve viaggio, vorrei ammirare dipinti dei più importanti pittori mondiali. Raggiungo la vicina Marmorikirken, sormontata da un ampia cupola che poggia su 12 colonne e che, con i suoi 31 metri di larghezza è una delle più imponenti d’Europa. Di pianta circolare, come le altre visitate, non impressiona per niente nell’interno e ne ammiro perciò solo l’esterno che assomiglia tantissimo alla cupola di San Pietro. Vicino, è la Alexander Newsky Kirke, una chiesa russa ortodossa terminata nel 1883 donata dallo zar Alessandro III in occasione delle sue nozze con una principessa danese. Attraverso la Bredgade giungo ai giardini reali, un luogo incantevole dove molti locali si riposano all’ombra di alberi fioriti. La giornata è bellissima. Il sole, splendente, dona il colore proprio a tutte le specie botaniche qui presenti e anche allo straordinario castello di Rosemborg slot. Prima di visitarlo però, noto un insolito trambusto nelle caserme delle guardie reali, le Livgarden. Con le loro uniforme colorate e i loro colbacchi sono uno dei simboli di Copenhagen. Ora stanno uscendo e marceranno fino ad Amaliensburg. Le osservo per qualche minuto nel loro imponente incedere fino a tornare al castello. La visita al suo interno mi consentirà di ammirare molti quadri, mobili e oggetti di valore appartenuti alla famiglia reale. Comincio con la camera reale di Federico IV con magnifici orologi d’appoggio e cassettiere intarsiate, arazzi. La sala di marmo di Federico III con incredibili oggetti in avorio e porcellana, la sala di Cristiano V con cassettiere ed arazzi bellissimi olandesi di fine seicento. La più caratteristica di tutte è la sala lunga del terzo piano con i troni del re e della regina, arazzi fiamminghi e tre leoni d’argento del 1670. Il bel soffitto è decorato con avvenimenti politici. Scendo quindi fino ai sotterranei dove è conservato il tesoro, i gioielli della corona fra cui la corona di Cristiano IV del peso di quasi tre chili, scettri e diademi reali, straordinario. Uscendo, attraverso nuovamente tutti i giardini reali dirigendomi verso il lontano Nyhavn, giungendo al palazzo reale di Cristiansborg slot che visito anch’esso. Comincio con la sala del trono, la stanza più grande dell’edificio, con marmi e soffitti affrescati, la velvet room con cassettiere stupende, vasi cinesi enormi e portali di marmo, il grande salone con lampadari di Murano e arazzi, la dining hall per i banchetti reali. Straordinario è il grande salone dove sono esposti i 17 grandi arazzi commissionati dalla regina Margrethe II e che illustrano eventi della storia danese. E poi ancora la bella biblioteca che ospita un piccola porzione della collezione reale che invece ora la si può ammirare presso la Det Kongelige bibliotek. Benissimo. Sono riuscito nel mio intento di visitare almeno due palazzi reali restando ammaliato dagli straordinari oggetti presenti. Vedere tutte queste opere d’arte non può che acuire il tuo senso artistico. E’ una fatto automatico. Mi dirigo ora al vicino museo dell’ambra, all’interno di una gioielleria specializzata nella vendita, nella lavorazione di questa resina pietrificata risalente a 30 - 50 milioni di anni fa. Moltissimi pezzi si ammirano tramite una lente superiore che ne fa notare chiaramente i minuscoli animaletti che vi sono imprigionati. Noterò mosche, grilli, ragni, zanzare e termiti. L’esposizione vanta anche il più grosso pezzo d’ambra ritrovata nel Baltico del peso di quasi nove chili. In una bacheca del museo è custodito un veliero d’ambra creato a Gdansk in Polonia. Interessantissimo. Vengo a sapere che ci sono depositi d’ambra in tutti i continenti e ogni luogo ha la sua ambra caratteristica di colori diversi che vanno dal giallo al rosso scuro. L’ambra è morbida e facile da lavorare e anche il suo colore può essere modificato. La giornata, radiosa mi ha consentito di completare l’intero programma che mi ero imposto di seguire. Ma ora ho anche il tempo di ritornare a nord, verso la lontana zona verde del Kastellet e della famosa sirenetta. Ammiro prima ai confini del parco la piacevole Sankt Albans Kirke che ospitava la comunità anglicana. Nelle vicinanze è la stupenda fontana di Gefion, per me la più bella della città.  Nel centro, la statua appunto di Gefion, una figura mitologica scandinava nell’atto di arare con dei buoi la terra. Costeggio quindi il canale Interhavn fino alla Sirenetta!! Ma dov’è? Al suo posto c’è uno schermo che la ritrae nel padiglione danese dell’Expo di Shangai da dove non tornerà che a novembre. D’accordo che non è altro che una turistata, ma è pur sempre anch’essa un simbolo della città. Seduta su una roccia, guardava malinconicamente le navi passare. Fu commissionata da Carl Jacobsen, direttore della fabbrica di birra Carlsberg e si ispira  ad una fiaba di Andersen. Digerita la digeribile delusione, costeggio tutto il Kastellet, una vecchia fortezza che già nel 1658 manifestava numerosi punti deboli che poi Federico III ordinò di ricostruire. Durante la seconda guerra mondiale venne occupata dalle forze tedesche che ne fecero il loro quartier generale. Oggi è utilizzata dall’esercito danese, anche se i giardini e i bastioni sono aperti al pubblico. Ne visito l’anonima chiesetta e quindi ritorno tramite la Oster Volgdade fino in città e a Grabrodretorv, dove mi siedo al Peder Oxe, un ottimo ristorante con i tavolini che danno sulla piazza e gusto una sogliola di Dover con un bicchiere di Sauvignon Touraine del 2008, francese. La giornata è stata piena. Non ho voglia di camminare oltre e ritorno all’ostello. Il giorno seguente, l’ultimo, mi dirigo dopo colazione ai giardini reali. Attendo, immerso nella natura, che giunga l’orario d’apertura del Statens Museum for Kunst. La galleria nazionale danese ospita una delle maggiori collezioni d’arte d’Europa con una particolare rappresentanza di artisti danesi, ma non mancano i grandi artisti consacrati. Non potrò restarci che due ore perciò eliminò dalle mie intenzioni tutte le sale dedicate all’arte moderna. Elencherò di seguito solo alcune delle straordinarie tele presente, quelle che mi sono piaciute maggiormente, ma ci sarebbe materiale per riempire una pagina intera. Di Blunck, il profeta Ezechiele, di Rubens il Cristo in croce e il Frate domenicano, di Tiziano il ritratto di Nuremburg, di Guido Reni la caduta dei giganti, di Mantegna il Cristo sorretto da angeli, di De Ribera San Geremia, di Van Harem la caduta dei titani, di Brugghen il Cristo incoronato con le spine, di Jan der Beer il Golgota. Do un occhiata anche ad alcuni dipinti di Modigliani, Matisse e Picasso domandandomi come mai possono aver acquisito così tanto consenso. Bene. E’ giunto il momento. Raggiungo la fermata metro di Norreport e giungo senza problemi all’aeroporto dove il volo partirà in orario e dopo un ora e cinquanta atterro a Malpensa. E’ stato un breve viaggio, ma intenso. La maggior parte dei luoghi d’interesse della capitale danesi li ho potuti visitare come ho anche potuto coglierne le atmosfere e la civiltà.

 

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