2011  CRETA

Culla della civiltà minoica

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Moni Arkadiou - La chiesa del monastero

 

Per la prima volta intraprendo un viaggio dal carattere indipendente con la mia stupenda famiglia e la scelta cade sulla meravigliosa isola greca di Creta. Grazie all’incredibile varietà del suo ambiente naturale, ricco di passato e tradizioni, ci offrirà un esperienza completa come non si potrebbe immaginare. Cinquemila anni di storia, segnati da alterne fortune hanno lasciato testimonianze evidenti, dagli antichi palazzi minoici, agli insediamenti romani e veneziani, alle chiese bizantine. In due ore e mezzo atterriamo all’aeroporto della capitale dell’isola: Iraklio. Ritirata una Hyundai Accent prenotata dall’Italia, ci lasciamo la città alle spalle dirigendoci verso ovest. Il nostro scopo, per questa prima giornata, è di trovare un alloggio in qualche località marina e di regalarci dei momenti di relax. Sulla costa nord non ci sono luoghi apprezzabili dal punto di vista balneare, tuttavia, è mia intenzione evitare durante il primo giorno grandi spostamenti per non logorare già da subito la truppa. A Panormo, centro balneare poco toccato dal turismo di massa che ha invaso questa parte di Creta, ci sistemiamo al Marielina. A Creta è molto comune trovare camere in affitto con angolo cottura e questo ci consentirà quasi sempre di fare la prima colazione in tutta comodità. Il costo si aggira sui 50 - 65 euro per un alloggio con quattro letti. Il nostro primo bagno, nella spiaggia di Geropotamos, a circa 5 Km. da Panormo con ciottoli e quindi a quella di Skaleta, un po’ più piccola, ma di sabbia. Niente di che, d’accordo, ma il mare ha l’acqua cristallina e i bagni sono un autentico piacere. Come ogni sera, usciremo per la cena al ristorante, cercando di trovarne uno originale che sappia stuzzicare il nostro senso gastronomico. Scegliamo il Captain’s house, dove gusteremo la tipica Mousaka (pasta a strati, con melanzane, carne macinata, patate e formaggio fuso), il Pork Souvlaki (spiedini di carne di maiale con verdure) e il Gyros (un piatto di carne a tocchetti, servita con verdure). La classica birra greca Mithos accompagnerà le nostre pietanze. Lunedì, la partenza è fissata per le 8.00. Si guida nell’entroterra fino a Perama e poi Margarites, un villaggio noto per le sue ceramiche. Ci sono molti laboratori e, durante il giorno, è presa d’assalto da numerosi autobus turistici. A me non paiono prodotti così interessanti da meritarci una sosta, così proseguiamo lungo affascinanti stradine collinari, accompagnati costantemente dal frinire delle cicale e da panorami aspri e variegati. Ovunque il paesaggio è ammantato di uliveti. La nostra prima visita è al monastero di Moni Arkadiou che ha al suo interno una chiesa costruita dai veneziani nel 1587. La facciata è riccamente decorata e sormontata da otto colonne corinzie. L’interno non è un granché, solo qualche icona con argento sbalzato. Nel 1866, i turchi inviarono sull’isola un agguerrito esercito per reprimere l’insurrezione cretese e la popolazione dei villaggi vicini si rifugiò nel monastero ma, alla fine, piuttosto che arrendersi a loro, gli assediati decisero di far saltare in aria un deposito di polveri da sparo. L’esplosione uccise tutti. Visitiamo il locale museo con vasi, icone, armi e oggetti religiosi di ottimo pregio. Proseguiamo il nostro percorso fra panorami spettacolari e circondati dal solo suono della natura. Magico! Il traffico è pressoché inesistente nell’entroterra e, dopo ogni curva, si è sorpresi dallo scenario successivo. E sono vedute che danno scosse di felicità, perché si è consapevoli di vivere emozioni ruspanti, selvagge, spesso incantevoli. Nei pressi del villaggio di Apostoli la strada entra nell’affascinante gola di Kutsifou. Sono molti i canyon che si possono ammirare sull’isola e, alcuni di loro, sono famosi, come la gola di Samarià di 16 Km, forse la più lunga d’Europa. Finalmente si apre dinnanzi a noi la vista che volevamo: la baia di Plakias. E’ qui che sosteremo tre notti all’Ifigenia. Località tra le più animate della costa meridionale, è buon punto di partenza per visitare le altre spiagge dei dintorni, sia a oriente, come a occidente. Scendiamo alla bellissima e lunga spiaggia restandoci per un paio d’ore. C’è un po’ di vento oggi e le onde ci consentono un piacevole divertimento. Terminiamo la giornata alla successiva spiaggia di Souda, verso ovest. Qui il mare è più tranquillo, le acque, come al solito cristalline. Di sera cena al ristorante Kopani dove ordiniamo  Mousaka, Yuvetsi  (pasticcio di agnello e pasta cortissima cotti in casseruola), Saganaki (formaggio fritto)  e Koukouvagia (tipo frisella con pomodori, olio e Mizithra, un formaggio molle di pecora). Anche questa stupenda giornata termina e come tutte le successive sarà inondata da un sole perenne che renderà il nostro viaggio unico, indimenticabile. Martedì ci dirigiamo verso est. E’ ancora presto per recarsi in spiaggia, così ne approfittiamo per visitarne alcune sul percorso, come quella di Damioni e di Shinaria. In entrambi i casi, per raggiungerle si scende attraverso stradine avvolte in paesaggi naturali straordinari. Giungiamo quindi al Moni Preveli, un complesso monastico che si staglia in suggestiva posizione sul Mar Libico. Le origini del luogo sono avvolte dal mistero essendo sparito ogni documento storico. La chiesa è carina con all’interno interessanti icone e un’iconostasi pregevole. In una teca sono conservati gioielli e orologi. La parte più gratificante della visita sarà il museo che raccoglie svariati oggetti come icone, vangeli dalla copertine elaborate in argento, calici e incensari. E’ ora di tornare di un paio di chilometri sui nostri passi, lasciare l’auto ad un parcheggio e di apprestarci alla discesa del ripido sentiero che, in un quarto d’ora, ci porta allo sottostante spiaggia di Preveli, una delle più fotografate dell’isola, orlata di palme e di macchia mediterranea. Nei pressi è un fiume che conferisce alle foto un carattere distintivo. Che piacere scoprire tutti i suoi angoli suggestivi ed immortalarli! Dopo pranzo ripartiamo attraverso magnifici panorami collinari scendendo nella spiaggia di Triopetra, battezzata in questo modo per via di tre giganteschi scogli che emergono dal mare dal lato orientale. Saranno due ore stupende su una spiaggia di 1.5 km e solo una ventina di bagnanti. Dietro, l’anfiteatro di montagne. Vorremmo concederci anche la spiaggia di Agios Pavlos ma, incredibilmente, non riusciamo a trovarla perdendoci fra percorsi intricati di montagna. Pazienza, anche perché i paesaggi che ammiriamo, gli scorci a picco sulla costa lungo stradine abbarbicate su strapiombi mozzafiato, farebbero esultare anche il più insensibile degli umani. Giungiamo finalmente ad Agia Galini, snaturata dallo sviluppo turistico, a parer mio ingiustificato, dato che sull’unica spiaggia presente, nella quale staremo mezzora, non c’è proprio nulla di che  entusiasmarsi, anzi. La giornata comunque può dirsi terminata, ora è giunto il momento di tornare e per farlo passiamo da Spili, grazioso villaggio di montagna dotato di una splendida fontana veneziana situata sulla piazza, la cui acqua sgorga da 19 teste di leone. Di sera, al ristorante Kri Kri, gustiamo Stifado (brasato di carne con cipolla), Yuvetsi e vino rosso della casa. Mercoledì si parte alle 8.30 lungo l’entroterra per poi sfociare, attraverso piacevoli villaggi, nella spiaggia ghiaiosa di Korakas. Decidiamo di soprassedere e proseguire fino a Frangokastello luogo situato davvero in una posizione scenografica. Una fortezza trecentesca domina la spiaggia principale di sabbia fine decisamente intrigante, ma decidiamo di privilegiare inizialmente quella più a est di Orthi Amnos, caratterizzata da un lungo tratto di dune di sabbia scoscese. Prendiamo possesso di un punto idilliaco che fronteggia acque calme e cristalline da sogno, concedendoci bagni strepitosi. Dopo un pasto di panini, via verso ovest ad Hora Skafion, un piccolo porto su cui si riversano orde di turisti provenienti dall’escursione nella gola di Samarià. Anche qui bellissimi scorci marini e villaggi sulla costa, ma ora si sale fino ad Anopoli lungo una strada bellissima e panoramica, ripida e tortuosa. Pare un cartolina dello Stelvio senza neve, fantastico, inebriante. Sulle pendici dei monti Lefka Ori, questo villaggio e questa zona è una delle poche mai cadute nelle mani dei turchi. Proseguiamo ancora qualche chilometro fino alle gole di Aradhena, mozzafiato. Attraversiamo il ponte di legno di Vardinogiannis che passa sopra le stesse, ammirando l’impressionante dirupo e, dal ponte, il luogo dove si pratica il bungee jumping. Bene! E’ ora di tornare a Frangokastello e terminare la giornata sulla spiaggia principale. Noleggiamo due sdraio con ombrellone e godiamo di un mare strepitoso in un ambiente incantevole, con alle spalle una piccola laguna di acque placide e tiepide. La sera, a Plakias, la scelta cade sul ristorante Boutari, uno dei migliori visitati durante il nostro soggiorno cretese. Piatto misto di pesce con sarago, orata e dentice accompagnato da un vino bianco locale, il Kritikos di 12°. Il mattino seguente, giovedì, partiamo alle 8.00 verso la località montana di Argyroupoli. Grazie alla presenza di alcune sorgenti naturali che sgorgano ai piedi del villaggio, le temperature qui sono più fresche e invogliano a concedersi una sosta. L’acqua sorgiva cola dalle mura di molti ristoranti, in pozze e fontanelle. Lasciata l’auto nella piazza del paese dove è la chiesa di Agios Ioannis, passeggiamo un po’ al suo interno fino ad ammirare la porta Romana e il pregevole pavimento a mosaico del 1° secolo A.C. Ripartiamo verso Episcopi e il lago di Kournas. Sarebbe bello rilassarsi sulle sue rive e navigarlo con uno dei pedalò disponibili, ma abbiamo in programma di raggiungere Xania in tarda mattinata, e questa deviazione ci obbligherebbe probabilmente a rinunciare alla spiaggia pomeridiana perciò proseguiamo fino alla città che ci appare da subito caotica. Non è facile trovare un alloggio, ma la fortuna aiuta gli audaci e, alla fine, trovo la pensione Nora, proprio in una delle vie centrali. Non è l’ora adatta per un city tour, perciò ci dirigiamo verso la vicina penisola di Akrotiri dove sostiamo alla bellissima spiaggia di Kalathas. Trecento metri di sabbia, acque placide e trasparenti. Di fronte, un isoletta raggiungibile facilmente a nuoto. Tre ore d’incanto, col solo inquietante rombo dei jet della Nato, armati e pronti a bombardare la Libia, che ci svolazzano sulla testa. Goduto appieno della spiaggia, torniamo alla pensione sistemandoci per la visita cittadina che comincia dall’incantevole porto, col faro veneziano situato al suo ingresso. Sul lato orientale è la moschea di Kioutsouk Hasan, dopodichè passeggiamo nelle zona pedonale del centro sulla Halidon e la Zambelou fino alla cattedrale con all’interno belle icone, un pulpito in marmo intarsiato, ma un’iconostasi minimale. Puntata al mercato comunale dell’Agorà con ormai pochi banchi aperti, ma con tanti prodotti gastronomici interessanti a partire dal miele e dall’olio di oliva. Passiamo ai bastioni Siavo, dalla cima dei quali si può ammirare un bello scorcio sulla città. E’ ora di cena che consumiamo al grazioso ristorante Xavi dove, col sottofondo musicale di due bravi chitarristi che intonano melodie cretesi, gustiamo Pastitsio (pasta al forno con carne d’agnello e formaggio gratinato), Yuvetsi, bagnati dal loro vino bianco locale. Concludiamo la serata avvolti dalle luci artificiali che conferiscono al porto veneziano, ai molti locali presenti, alle vecchie case, un fascino incantevole. Venerdì percorriamo la strada costiera verso ovest in direzione di Kastelli, attraversando molti villaggi invasi dal turismo di massa, specie scandinavo. Sono località senza alcun pregio, un po’ come la nostra riviera romagnola, adatti per coloro in cerca di sole, mare e locali notturni dove fare le ore piccole. Non fa per me, per noi. Decidiamo di dimezzare il tempo di percorrenza guidando lungo l’unica superstrada che copre interamente la zona nord dell’isola e, in un lampo, eccoci alla meta. Prima, però, una puntata al monastero di Moni Gonias nella penisola di Radopou. La chiesa presenta delle pregevole icone e un’altrettanta interessante iconostasi. A Kastelli ci vorrà un po’ prima di trovare una sistemazione ma, alla fine, ne troviamo una appropriata in un palazzo di nuova costruzione. Una camera ampia dove trascorreremo le prossime quattro notti. In questa zona, infatti, sono presenti le tre più belle spiagge di Creta e verso la prima ci stiamo dirigendo di gran carriera. E’ quella di Falasarna. La lunga spiaggia sabbiosa attira numerosi turisti ed è suddivisa da imponenti formazioni rocciose in diverse insenature. Dapprima ci rechiamo in quella più a nord, Magnolia beach,  con mare che riflette mille tonalità di verde e azzurro e la sabbia che presenta sfumatura di rosa dovuto alla presenza di finissima polvere di corallo. Saranno tre ore da sogno, dopodiché ci spostiamo in quella principale, la big beach, più a sud. Sono 1.500 metri di spiaggia bellissima dove fare il bagno è un piacere che si ripete continuamente senza mai esaurirsi. Che fortuna! Alle 18.30 ripartiamo e, dopo una rinfrescante doccia, ci rechiamo in auto ad un ristorante nei pressi del porto, il Captain’s, dove gustiamo un Souvlaki di pollo, Taramosalada (salsa di uova di pesce) con del vino locale in caraffa. Siamo giunti a sabato, forse il giorno più atteso, perché è in programma la visita alla spiaggia più fotografata dell’isola, quella di Balos. Usciamo da Kastelli verso ovest dirigendoci verso il villaggio di Kalyviani da cui parte un sentiero di terra, insidioso, ma percorribile anche con auto normale, sempre con la dovuta attenzione. Saranno 10 Km di percorso affascinante fra scorci meravigliosi sulla costa e la penisola di Radopou. La strada termina in prossimità di un parcheggio dove lasciamo l’auto e percorriamo un sentiero prima pianeggiante e poi in discesa finché ci si apre dinnanzi un panorama da mozzafiato. La laguna giù dabbasso riflette tutti i colori che vanno dal bianco fino al blu cobalto ed è incassata fra il Cape Tigani e un tratto di mare protetto dalla vicina isola di Imeri. Ho avuto la fortuna di ammirare moltissime spiagge tropicali, ambienti marini da favola, e questo non ha niente da invidiare ad Anguilla, Antigua, le Maldive etc etc. Dopo trenta minuti raggiungiamo la spiaggia sottostante priva di ombrelloni e di turisti. Solo una decina di persone sono sparse qua e là, lungo la circonferenza di questa straordinaria opera della natura. Per un ora o due godremo di sensazioni idilliache, immersi nelle sue acque basse e scoprendone tutti i suoi angoli più suggestivi. Poi, pian piano, cominciano ad arrivare altri turisti e, infine, verso l’una, due grandi barche che scaricano orde di vacanzieri provenienti da Kastelli che si sparpagliano a ventaglio occupando ogni angolo di paradiso. E’ finito il piacere che ci eravamo conquistati di prima mattina e, dopo un po’, decidiamo di ripartire, impegnandoci nella faticosa risalita verso il parcheggio. Ciò che resta del pomeriggio lo trascorriamo nella spiaggia di Sfinari, in verità più adatta ai surfer, dei quali ne ammiriamo le evoluzioni, ma questo non ci impedisce di ricavarci anche la nostra parte di piaceri balneari. E’ stata una giornata indimenticabile che concludiamo nel migliore dei modi in un ottimo ristorante nei pressi del nostro alloggio. Al Kellari, infatti, ordiniamo un Yuvetsi, un Boureki (pasticcio al forno con patate, formaggio e zucchine) e una splendida zuppa di pesce, la Kakavia. Il tutto deliziato dal buon vino bianco Manto di 11.5° prodotto con differenti vitigni locali. Domenica sarà un'altra giornata di mare da favola e non esagero affermandolo. Scendiamo verso sud attraverso paesaggi montani stupendi, gole a strapiombo che, nei pressi di Topolia raggiungono il massimo panoramico. Sostiamo per salire i gradini fino alla grotta di Agia Sofia che conserva alcune tracce di un insediamento risalente al neolitico. All’interno stalattiti e stalagmiti che si possono apprezzare attraverso un breve percorso ben segnalato. Successiva visita al monastero di Moni Hrysoskalitissas, sulla cima di una scogliera a picco sul mare. La chiesa non ha nulla di apprezzabile, solo il museo presenta qualche icona di pregio.. Eccoci ora all’agognata meta. Come in un crescendo entusiasmante si esibisce dinnanzi a noi la superba spiaggia di Elafonisi, forse la più eccitante fra quelle visitate. A sud una spiaggia di sabbia idilliaca che si oppone ad una laguna di acque basse straordinaria, dai colori che vanno dall’avorio all’azzurrognolo. Si collega all’isola di Elafonisi che, perciò, è facilmente raggiungibile con l’acqua che raggiunge l’altezza del ginocchio. E’ una cartolina da paradiso tropicale che scopro con calma e che mi regala dei momenti di un piacere così intenso da restare aggrappati saldamente alla memoria. In alcuni punti la finissime polvere di corallo rosa è così visibile da trasformare l’inquadratura in un uno scorcio incantato. Anche qui, purtroppo, con il trascorrere delle ore giungono molte altre persone, d’altronde è davvero un luogo  affascinante. Molti marines americani, in libera uscita, non so se provenienti da base già presenti sull’isola o per via dell’attuale missione Nato contro Gheddafi, ne approfittano per rilassarsi nelle sue acque turchesi. Non è pensabile di desiderare un tempo migliore di quello che ci ha accompagnato per tutto il tempo del nostro viaggio e siamo consci di questa notevole fortuna. Il ritorno verso Kastelli lo copriamo attraverso una seconda strada che sale e scende attraverso le montagne che ci regalano di continuo scorci sulla costa maestosi, direi quasi solenni. La cena, al Petra, un ristorante sulla piazza principale, non ci offrirà esperienze degne di menzione, perciò passiamo subito al penultimo giorno di viaggio, il lunedì. Lo trascorreremo completamente nella vicina big beach di Falasarna. Mare, sole, e poi ancora e ancora fino a sentirci sazi, appagati. Di sera nuovamente al Kellari dove riprendiamo la Kakavia, provando inoltre come antipasti il Myzithra (ricotta di pecora) e il Dolmadakia (foglie di vite stufate ripiene di riso e cetrioli), sempre con il vino bianco Manto. Siamo giunti all’ultimo giorno di viaggio. Per godere appieno anche quest’ultima tappa partiamo prestissimo da Kastelli, alle 05.00, raggiungendo con la veloce superstrada del nord la capitale Iraklio. Alle 8.30 siamo già dinnanzi all’entrata del Palazzo di Cnosso, capitale della Creta minoica. Principale richiamo turistico dell’isola, il sito, scoperto dall’archeologo inglese Evans nel 1900, è circondato da verdi colline. La scoperta suscitò scalpore, perché nessuno immaginava che all’epoca dei grandi faraoni egiziani in Europa fosse fiorita una civiltà così evoluta e sofisticata. La mia opinione è che il sito non presenta molto d’interessante per il turista non specializzato. Gli scavi hanno portato alla luci rovine. Evans ha fatto ricostruire alcuni ambienti con colonne, come avrebbero dovuto essere ma non sono originali e anche gli affreschi in alcune sale sono solo delle riproduzioni, dato che gli originali sono conservati al museo archeologico di Iraklio che, oltretutto, è in ristrutturazione da molto tempo. Perciò bisogna avvalersi di una guida, cercare di capire col suo aiuto i vari ambienti e le loro destinazione d’uso, ma è la fantasia quella a lavorare maggiormente. Tuttavia un viaggio a Creta non può prescindere da una vista al palazzo di Cnosso. Così seguiamo come pecoroni la nostra guida insieme ad altri cinque italiani. Il nome minoico deriva dal suo re più famoso, Minosse, protagonista del mito del famoso labirinto. Secondo la leggenda, a causa del rifiuto di sacrificare un magnifico toro bianco in onore di Poseidone, il re Minosse dovette subire la vendetta del dio del mare che fece innamorare dell’animale Pasifae, la moglie del re. Da questa unione nacque il Minotauro, un essere mostruoso con il corpo umano e la testa di toro. Dopo questo fatto il re chiese a Dedalo, l’architetto di Cnosso di costruire un labirinto in cui confinare il Minotauro. Questo labirinto si crede che sia sotto l’attuale palazzo che venne costruito sul precedente più vecchio. Nessuno mai riuscirà a verificare dove finisca la leggenda ed inizi la storia, come ancora non si è riusciti a spiegare la rapida decadenza di questa potente talassocrazia minoica. La teoria più gettonata è quella che ha provocarla fu una devastante eruzione di un vulcano sulla vicina isola di Santorini che produsse uno tsunami di devastanti proporzioni, oppure un terrificante terremoto. Niente però è stato ancora provato. I re minoici erano anche sacerdoti, intermediari del volere degli dei sulla Terra. Percorriamo il sito dal cortile occidentale, dove sbocca la via della processione  che serviva alle persone per portare doni al re. Intorno al palazzo c’erano le case della popolazione (30.000 - 40.000), le più vicine erano quelle dei dignitari, delle persone più in vista. Visitiamo la sala del trono con affreschi tutto intorno. Le colonne erano sempre di legno pitturate in rosso, nero e bianco. Qui il re svolgeva le sue cerimonia ed incontrava i fedeli. Saliamo alla superiore sala degli affreschi (non originali) che raffigurano donne riprese di profilo (le donne rivestivano grande importanza nella società minoica dato che questo popolo venerava molte dee). Quindi percorriamo l’area orientale dove c’erano gli appartamenti reali. Esisteva anche l’acqua potabile ed un efficiente sistema fognario. Per ultimo l’area del teatro dove si svolgevano cerimonie religione e sfociava la via reale. La visita termina, salutiamo la guida. Devo ammettere che non ne potevo più di quella gente che occupava ogni angolo di sito. Scendiamo in città alla ricerca di un alloggio e lo troviamo nella caotica zona centrale. Riposiamo un paio d’ore e pranziamo per poi uscire verso le 15.30 dedicandoci alla visita della capitale cretese. Guadagniamo per primo la Fortezza veneziana di Koules che sorge all’estremità del porto vecchio. Per 22 anni questa fortezza difese la città dagli attacchi dei turchi ed infine fu utilizzata da questi come luogo di detenzione per i ribelli. La sua magnifica facciata presenta rilievi con l’effigie del leone di san Marco. Percorriamo la centrale Augoustou sino alla chiesa di Agios Titos che presenta icone recenti ma con l’iconostasi e il lampadario in legno finemente intarsiati. Interessante è anche il pulpito in marmo. Proprio di fronte, il più bel palazzo della capitale, la Loggia del XVII secolo che in passato costituiva luogo d’incontro per i nobili veneziani  che la frequentavano per bere e chiacchierare. Poco più avanti, nella plateia Venizelou, c’è la famosa fontana Morosini ornata da quattro leoni dalle cui fauci l’acqua zampilla in otto vasche di marmo a forma di U. Breve parentesi per ammirare alcune vie dello shopping, come la celebre Dedalou, la Montenapoleone cretese, e quindi si giunge alla bella cattedrale di Agios Minas che presenta due pregevoli campanili e una cupola con tegole rosse. L’interno è nuovo e poco affascinante come gli affreschi che decorano le pareti laterali e la cupola. L’iconostasi in marmo traforato e l’elaboratissimo lampadario centrale sono i suoi climax. Per finire, raggiungiamo la lontana tomba di Kazantzakis, lo scrittore più famoso di Creta e il vicino Bastione Martinengo, da cui si godono ampi scorci sulla città. Bene! La visita è terminata, con calma raggiungiamo il lungomare per cercare un ristorante dove concludere in bellezza il nostro soggiorno sull’isola. Questa volta non sarà un esperienza particolarmente entusiasmante, ma il fritto di pesce era comunque realizzato con prodotti freschi e di qualità. La mattina seguente guadagniamo senza problemi la strada per l’aeroporto dove ci aspetta il volo di rientro in Italia. Durante il tragitto la mente vola ancora alle straordinarie immagini delle spiagge visitate e ai superbi panorami che resteranno per sempre scolpiti nella nostra memoria.

 

Proprietà letteraria riservata. Copyright © 2011 Daniele Mazzardi
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