1986 ITALIA

Alla scoperta del "Bel Paese"

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Gosia e sullo sfondo alcune delle grotte di erosione marina in Puglia

Di solito non amo considerare un itinerario in Italia con l’appellativo di viaggio ma stavolta ho voluto valutarlo tale per l’elevato numero di regioni visitate ed il quadro generale del paese che ha saputo offrirci. Impossibilitati per varie ragioni a recarci all’estero, abbiamo deciso infatti all’ultimo momento e senza prenotazioni alcune di realizzare questo viaggio itinerante lungo la nostra bella penisola portando con noi anche il nostro simpatico barboncino bianco. Si parte il 22 Luglio puntando l’auto verso sud. Attraversate Rimini, Ancora e Pescara usciamo a Termoli, piccola stazione balneare in Molise  per poi proseguire verso la vicina Puglia. Il paesaggio è insolito ed ovunque distese di girasoli inframmezzati qua e la da uliveti. Il mio intento è quello di conoscere il promontorio del Gargano e, superati Apricena e San Marco in Lamis proseguiamo il nostro itinerario in un bianco architettonico immerso in una terra di origina carsica. Entriamo nella Foresta Umbra, una specie di riserva con un laghetto e daini in libertà. A breve eccoci a Vieste con le sue bianche spiagge incorniciate da un mare bellissimo. Nonostante siamo attratti dal luogo optiamo di proseguire più avanti per trovare un luogo meno affollato. Dalla strada si ammirano baiette davvero invitanti ma impossibili da raggiungere via terra. Per fortuna abbiamo acquistato prima della partenza un canotto e sono certo che ci tornerà utile. Sostiamo nella località di Mattinata dove, dopo aver sistemato i bagagli in un albergo andiamo subito al mare. La costa rocciosa è ricca di grotte che con un canotto si possono scoprire e così faremo. Proseguiamo remando in direzione della Baia delle Zagare scoprendo cavità con spiaggette ghiaiose sulle quale far scendere anche il nostro cagnolino. La giornata seguente purtroppo sarà contrassegnata da alcuni inconvenienti che la direzioneranno o in senso negativo a causa di un guasto meccanico all’auto e alla mia fotocamera ma il 25 Luglio il cielo è terso ed il sole ben presente nel cielo. Lungo la costiera garganica arriviamo a Pugnochiuso. Lasciata l’auto, gonfiamo il canotto remando quindi lungo la straordinaria costa carsica ricca di grotte di erosione marina. Soli, in queste grotte si entra a far parte di atmosfere toccanti e solo qui si capisce quanto la natura abbia bisogno di silenzio per essere compresa. Sarà una giornata meravigliosa, in completa solitudine  e mi pare di ricordare ancora il delicato suono delle discrete onde che carezzavano la riva ghiaiosa producendo nella cavità della grotta una sorta di mini eco. Fantastico!. In lontananza apprezziamo la famosa baia delle Zagare e dopo pranzo lasciamo l’albergo in direzione di Manfredonia e Margherita di Savoia dove ci sono le più grosse saline d’Italia. Proseguendo lungo la litoranea passiamo Trani con la sua Cattedrale Romanica e poi Molfetta, maggior centro peschereccio del basso Adriatico. Quando si parla di Molfetta si parla del Borgo medioevale veramente caratteristico ed a forma ellittica. E’ nostra volontà, dopo Bari proseguire verso Torre a mare ma li ci sono dei divieti di balneazione perciò optiamo per entrare nel territorio delle Murgie, zona dei caratteristici trulli. Troviamo sistemazione a Casamassima. Breve passeggiata pomeridiana dove costatiamo le diverse realtà qui in Meridione. Le donne sono spesso sulla soglia di casa a chiacchierare mentre gli uomini li si vede nella piazza principale. La giornata seguente vede il sole ancora imperatore nel cielo e si decide di proseguire verso il mare passando Brindisi e Lecce. Troviamo alloggio ad Otranto dopo aver ammirato la straordinaria costa salentina di cui speriamo di sfruttare a breve il mare. A Porto Badisco entriamo in mare col canotto costeggiando la costa rocciosa che però non ci regalerà le stesse emozioni  garganiche ma il mare è limpido e ne approfittiamo per salutari bagni. Di sera cena a San Cesarea Terme. Proseguiamo poi verso Castro Marina dove ci arrivano gli eco di fuochi d’artificio che si stanno sparando nei pressi del bellissimo hotel Zinzulusa. Dopo una notte di salutare riposo apriamo alla storia la nostra quinta giornata che ci vede dirigerci ancora più a sud verso Santa Maria di Leuca. Ecco infatti il famoso capo di Santa Maria di Leuca sul cui piazzale  sorge il santuario omonimo che occupa il sito di un antico tempio di Minerva. Il faro è alto 47 metri e qui vicino c’è anche la fine dell’acquedotto pugliese che in rare occasioni scarica in mare l’eccesso di acqua con una grande cascata. Dopo aver passato il capo ed esserci lasciati alle spalle anche la cittadina veniamo a sapere della presenza di belle grotte marine e cosi alla prima occasione gonfiamo il canotto e giù in un mare limpido, azzurro e talvolta con riflessi verdi. Subito ci appaiono le prime grotte, alcune strette, inaccessibili in un anfiteatro di colori. Sarà una giornata straordinaria che io e Gosia ci ricorderemo per tutta la vita scoprendo una dopo l’altra grotte affascinanti e dove si sublima al massimo il concetto di felicità. Ormai è parecchio che sto remando controcorrente arrivando quasi al capo di Santa Maria ed ora è con grande piacere che mi lascio trasportare dalla stessa fino al punto di partenza. Che fantastica esperienza marina!. Si decide ora di visitare la più interessante grotta marina della Puglia:la Zinzulusa. Lunga 140 metri, comprende siti che scavati dalla natura assomigliano a forme che danno il nome come ad esempio: il corridoio delle meraviglie, lo spazioso antro detto Duomo(per la forma delle stalattiti). La parte terminale della grotta ove è  sito un piccolo laghetto è interdetto al pubblico per la presenza nelle acque del medesimo di animaletti risalenti addirittura alla preistoria. Questi esseri a forma di gamberi sono completamente ciechi ed il loro unico nutrimento sono gli escrementi dei pipistrelli che, se questa parte di grotta fosse illuminata, scapperebbero togliendo ai gamberetti l’unica loro forma di sostentamento. All’uscita delle grotte decidiamo per un escursione in barca alle vicine grotte Azzurra e Colombaia. Di sera ritorno ad Otranto per poi cenare in un ristorante vicino ai laghi Alimini. Domani partenza alle 8.30  verso l’interno delle Murgie fino a raggiungere la famose valle d’Itria(la valle dei Trulli) e già nei pressi di Martinafranca ecco le prime costruzioni a trullo e fino a Locorotondo le campagne sono sempre più ricche di questo tipo di costruzioni a cono. Sono singolari abitazioni costruite con schegge di calcare sovrapposte a secco terminanti a cupola conica e risalenti anche a quattro secoli fa. Nel medioevo le prescrivevano come unica forma edificabile. Gli ornamenti a disco, a sfera o a piramide posti sui pinnacoli sono legati a vecchi culti. La struttura interna delle abitazioni presenta un vano centrale comunicante a mezzo di arcate con camere e cucina. Ad Alberobello, forse il paese più turistico fra tutti quelli della valle sostiamo ed iniziamo la visita. Purtroppo il commercio ha relegato queste costruzioni a negozi, locande, bar  cedendo un po’ del fascino che avranno dovuto avere qualche anno fa. Dopo aver visitato la chiesa di Sant’Antonio, anch’essa a forma di trullo in un vicino parco, partiamo alla volta delle celeberrime grotte di Castellana. Le grotte si snodano sottoterra a 28 metri di profondità e sono lunghe 1500 metri  ma si pensa che possano riservare altre sorprese.  Furono scoperte nel 1938 dal prof.Anelli che si calò per 60 metri da una voragine a cielo aperto. Quest’opera naturale  si è creata dall’erosione  di un antichissimo fiume sotterraneo che in millenni  ha disegnato caverne, voragini, corridoi ed opere scultoree di ogni genere. Dopo l’innalzamento dell’altopiano delle Murge il fiume è sparito ed è rimasta l’opera stupenda del suo millenario lavoro. Nella grotta naturalmente non è possibile portare cani così dovrà rimanere all’interno dell’auto all’ombra del parcheggio. Alcune rampe di scale ed eccoci nelle grotte!. Immediatamente si ha la sensazione che sarà uno spettacolo straordinario. Man mano che si procede lungo il percorso  si è colpiti sempre più dalla sconvolgente bellezza di queste opere calcaree. Una profusione sensazionale di stalattiti, stalagmiti, colonne e  grotte con nomi specifici come il cavernone dei monumenti, la Madonna delle grotte, l’altare, sottili stalagmiti bianche  ed esili colonne che si elevano come ceri di un tempio e sullo sfondo si individua la figura di un frate cappuccino, e poi ancora  la torre di Pisa, la caverna della cupola ed infine la Grotta Bianca unanimemente definita la più bella del mondo che ha una luminosità abbacinante dovuta a miriadi di purissime concrezioni alabastrine. Che stupenda esperienza! Il ricordo di quelle visione lo porteremo dentro durante lo spostamento fino a Taranto. Sosteremo a Metaponto e di mattina via verso la locale spiaggia, francamente non entusiasmante. Dopo una perlustrazione in alcuni paesi vicini decidiamo di anticipare la nostra partenza spostandoci sulla costa tirrenica della Calabria cosi domattina via verso la Basilicata, terra aspra e collinare con curiosi paesi ubicati in cima a colline. In uno di questi paesi, Senise, pochi giorni fa è crollato un pezzo di collina trascinando con se alcune abitazioni. La strada prosegue tutta  a curve fino ad arrivare alla sospirata Maratea, una delle perle del Tirreno  e’ capoluogo dell’affascinante Golfo di Policastro. Prima di giungere sul posto si apre un paesaggio incantevole con l’isola di San Dino prima e l’isolotto di San Ianni poi. Il mare è bello e così cerchiamo alloggio. Anche qui la costa è frastagliata e gli accessi al mare sono pochi. Ci orientiamo verso un insenatura a San Ianni dove una strada in discesa da percorrere a piedi  ci porta ad una spiaggia composta di ghiaia nera di origine lavica, Trascorriamo il tempo qui decidendo addirittura di raggiungere l’isolotto col canotto.  Di sera finalmente un ristorante degno dove ceniamo con le famose lagane e ceci e strassinate con secondo a base di pesce bagnato dall’ottimo bianco Greco di Tufo. Il giorno seguente decidiamo di concederci ancora mare ma dopo aver cercato  altre valide alternative ritorniamo alla spiaggia nera di Maratea. Di pomeriggio, dopo un altro piacevole bagno in mare, saliamo al famoso Cristo di Maratea che domina  buona parte del Golfo di Palicastro. E’ una costruzione simile all’80% al più famoso Cristo del Corcovado  e la vista che si gode da quassù è magnifica. A Praia a Mare visita insolita al locale museo dei rettili dopodiché si torna in albergo. Finora ci ha accompagnato un meraviglioso sole  e dopo aver trascorso anche la successiva mattinata in spiaggia puntiamo verso la famosa costa amalfitana superando incantevoli luoghi come Scario, Marina di Camerota proprio all’inizio della costa del Cilento. Subito dopo, individuato un facile approdo, trascorriamo qualche ora di sano relax balneare. La costa cilentina ci riserverà poi fino a Palinuro un susseguirsi continuo di ameni paesaggi. Sarà a Palinuro poi che delizierò il mio palato con l’esperienza culinaria senza dubbio migliore di tutto il viaggio. Al ristorante la Bussola  orecchiette con polpa di granchio e spaghetti alla moda dei pescatori di Palinuro e come  secondo una  vrasciola di pescespada( sorta di involtino di spada con ripieno di frutti di mare).Il bianco Lacrima Christi mi consegnerà al paradiso dei sensi. Dopo cena percorriamo una stradina tortuosa che ci porta al faro di Palinuro dove il silenzio profondo e la luce sparata ad intermittenza dal faro ci regalerà emozioni a profusione.  E’ nostra intenzione proseguire  in auto per tutta la notte dato che vorremmo arrivare a Sorrento.  Si guida prima sulla costa e poi nell’entroterra attraverso paesini come Rutino, Ogliastro fino a Salerno dove arriviamo prestissimo di mattino  e dopo una sosta nei pressi di Maiori si riparte in direzione di Amalfi. La costiera amalfitana è bellissima, ed il sole  che con la sua luce sta incominciando ad inondare le stupende baie piccole e grandi, regalano agli occhi magiche visioni. Bisogna stare attenti però a non perdere di vista la strada perché in tutta la costiera ci sono centinaia di curve  e un errore potrebbe essere fatale.  Nei pressi di Sorrento saremo fortunati, ed in un bungalow troviamo la risposta ai nostri dubbi d’alloggio. La sera decidiamo di tornare ad Amalfi ma prima una visita a Postano, anch’esso famosissimo essendo un borgo di pescatori con le case bianche a terrazza sul mare. Ecco finalmente Amalfi!. La cittadina fu la più antica repubblica marinara, rivale di Pisa e Genova. Un analisi frettolosa potrebbe figurarla come un insieme pur suggestivo di alberghi e locali di classe ma scoprendola con attenzione rivela scorci suggestivi non parlando del Duomo, davvero molto bello. Ci sono stradine strette  e gradini che si intrecciano  fra vecchie case di pescatori rilasciando spesso scorci intriganti e mozzafiato.  Dopo cena ed un ottimo gelato ritorniamo a Sorrento. E’ il 3 Agosto  ed è proprio questa giornata che abbiamo scelto per visitare Napoli dato che si sarebbe spopolata per recarsi al mare. Arrivati in città, mezza deserta, percorriamo Corso Garibaldi e Corso Umberto passando dal Castello, dal teatro San Carlo, dal Palazzo Reale. Attraverso il lungomare della via Caracciolo saliamo poi a Posillipo con bei panorami sul golfo di Napoli. Lasciamo la città con destinazione Pozzuoli, città ricchissima di antiche testimonianze. Pozzuoli è famosa per la sua Solfatara che è il vasto cratere di un vulcano allo stato quiescente che da due millenni non muta aspetto. Una grande distesa bianca con qualche sbuffo di vapore qua e la e in compenso il tutto è invaso da un odore sulfureo. Non c’è molto divertimento nell’ammirare i fenomeni gassosi dal punto in cui hanno messo le recinzioni   così decidiamo di scendere verso il porto  dove assisteremo ad un momento suggestivo di vita vissuta al locale mercato del pesce con un susseguirsi continuo di situazioni di vita reale dei pescatori, uomini duri segnati da una vita faticosa ed imprevedibile. Proprio vicino a me c’è uno scugnizzo che sembra uscito da un film di De Sica. Ognuno propone la sua merce, urlando e gesticolando. Causa una leggera indisposizione di Gosia decidiamo di tornare al campeggio dove staremo in piscina. Abbiamo intanto acquistato due  biglietti per una gita a Capri e domani, per la prima volta in vita nostra vi ci recheremo. Anche oggi è una stupenda giornata di sole.  Si parte da Sorrento con la motonave Ala ed in poco più di mezzora sbarchiamo a Marina Grande e da qui partiamo alla volta di Anacapri con dei piccoli pulmann confortevoli. Lungo la tortuosa salita ci si rende piano piano conto della prodigiosa bellezza naturale che è questa isola, una delle mete preferite del turismo internazionale. Anacapri è un pittoresco paese dalle bianche case di stile orientale e dalle terrazze dei Giardini di Augusto  si gode una vista superba sulla costa tra i faraglioni e Marina Piccola. Questi grossi scogli sono chiamati così  perché gli antichi romani  gli usavano da fari e così è nato il nome. Il tempo che ci rimane lo dedichiamo ad un giro in barca ne pressi di questi monumenti naturali con la possibilità anche di fare il bagno. Lungo il tragitto  passiamo di fronte al salto di Tiberio chiamato così perché una leggenda vuole che da qui Tiberio si disfasse delle mogli che lo avevano ormai stancato.   Terminata la bella escursione ci cambiamo d’abito e subito via verso Sorrento   per una passeggiata fra le sue incantevoli vie. Il giorno seguente ce la prendiamo comoda e solo alle 15 partiamo per il Vesuvio. Dopo l’uscita di Ercolano la strada si inerpica fino alle pendici del vulcano. A metà salita  ecco a sinistra un vecchio fiume  di lava pietrificata. Il paesaggio è lunare ed a tratti la pista è scavata nella lava. Arriviamo alla partenza della seggiovia ma disgraziatamente non è in funzione  e perciò torniamo indietro seguendo un'altra pista che dopo mezzora di sauna sotto il sole ci porta alla cima del vulcano. Dalla vetta del cono tutto quello che si vede è un rosso buco con qualche filo di fumo qua e la. Torniamo giù dabbasso e riprendiamo la strada fino ad Ercolano, paese reso famoso per essere stato regno incontrastato del boss Cutolo. Raggiungiamo Napoli dove ci concediamo una meravigliosa pizza come solo qui la sanno fare e poi girovaghiamo fra le viuzze  da casbah  subito ai lati di Corso Umberto e Garibaldi. E’ un esperienza unica e si ha subito la netta sensazione di essere in un altro mondo  dove vigono regole ed usanze ben precise. E’ una città nella città  e qui anche i pochi lampioni parlano ma quando non devono dire niente  anche la fievole luce che emanano diventa tenebra.  Mai in vita mia ho visto un luogo tanto impenetrabile!. Oramai sono le 22.00 ed è meglio cessare la visita  di questo labirinto. Ogni tanto in qualche angolo una statua della Madonna e persino di San Gennaro. Tutto in alto panni stesi  dalle finestre che fanno assomigliare i vicoli in lunghi stendibiancheria. Ne abbiamo abbastanza e torniamo su Corso Umberto dove subito è un altro mondo. Gelato sul lungomare  e ritorno per la notte in bungalow. La vacanza sta terminando  e si decide di visitare Roma   perciò eccoci a  percorrere la piana del Volturno, la terra delle mozzarelle  di bufala e poi le coste frastagliate nei pressi di Formia. Dopo Terracina la strada si fa noiosa. E’ la famosa via Appia che ci porterà fino a Velletri  dove pranziamo ad un chiosco gustando un’ottima porchetta. Ancora pochi chilometri ed eccoci a Roma in via Appia Nuova. Entrando in città ammiriamo il Colosseo intravedendo il Foro Romano e subito dopo il monumento a Vittorio Emanuele. Poi ancora la colonna Traiana ed infine il Castel Sant’Angelo. Ora però bisogna trovare un albergo e lo troviamo a  200 metri dalla Basilica di San Pietro.  Lasciata la pensione ci dirigiamo prima a Piazza Navona, luogo fantastico e pittoresco. Una bellissima  fontana  sta al centro davanti ad una chiesa intorno ad un anfiteatro di artisti  che fanno caricature e ritratti.  Da qui ci rechiamo al Panteon e sulla strada ecco il Senato con il curioso rito del cambio della guardia.  Recuperiamo poi l’automobile e partiamo nei pressi del centro elegante di Roma, infatti dopo poco sono la  via Condotti e Piazza di Spagna con le sue famose scalinate. Ormai sono le 20.00 e  ceneremo in un ristorante di Piazza Trevi vicino al Quirinale.  Questo è l’ultimo giorno di viaggio  e di mattina abbiamo programmato di visitare il Museo Vaticano  ma  non sarà possibile per via del cane,  cosi si decide che sia  Gosia a visitarlo in parte mentre io rimarrò con lui.  E’ arrivata l’ora di lasciare Roma e così si parte in direzione di Civitavecchia. Arrivati in prossimità dell’Argentario visitiamo Orbetello, ameno luogo di villeggiatura e poi prenderemo una strada sulla destra verso Porto Santo Stefano che, insieme a Porto Ercole è una località vip della zona. Tutto intorno alte costiere frastagliate che nascondono baiette raggiungibile solo con motoscafi e yacht. Scoviamo un sito dove alcuni si bagnano e si approfitta per un breve esperienza acquatica. Subito dopo ripartiamo in direzione di Livorno e poi Pisa. Ceneremo nei pressi della Piazza dei Miracoli visitando successivamente tutti i monumenti ivi situati come la Torre, il Battistero e la famosa Cattedrale. La festa è finita, i suonatori se ne vanno ed anche noi imbocchiamo l’autostrada per Milano. E’ ancora lunga fino al capoluogo lombardo ma finalmente arriviamo felici e contenti di aver vissuto un così cospicuo numero di esperienze in giro per la nostra affascinante penisola.!

 

 

Proprietà letteraria riservata. Copyright © 2004 Daniele Mazzardi
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