2011  LONDRA

Una città intorno ai giardini

.

Marylebone - Langham place - All Soul's

 

Dopo la puntata di aprile, ritorno a Londra per dedicarmi alle zone mancanti. Consueto atterraggio a Stansted alle 11.00 e, dopo aver acquistato la travelcard giornaliera, raggiungo il solito ostello al Barbican da cui riparto subito alla volta di King Cross. C’è un po’ di vento e nubi sparse ma non posso lamentarmi di certo. Sono nel quartiere di Bloomsbury, a nord della capitale, sulla Euston road, proprio di fronte al St.Pancreas international, certamente un capolinea ferroviario pittoresco con la sua stravagante facciata neogotica in mattoni rossi. Risalgo la Euston sino alla St.Pancreas Parish church, neoclassica con la sua facciata che si basa sull’Eretteo dell’Acropoli ateniese. Quindi scendo attraverso la Woburn place fino a Queen square e quindi alla più celebre Russel square, una delle più grandi piazze di Londra e dominata dal sontuoso Russel hotel, aperto nel ‘900, stupendo insieme di terracotta rossa e balconi sormontati di colonne decorate. Proseguo fino al British museum e, più a nord, fino alla piacevole Charlotte street, ricca di bei negozi. Dato che ho il tempo necessario decido di affrettare il passo raggiungendo Manchester square nel lussuoso quartiere di Marylebone. Qui visito la collezione Wallace, una tra le più raffinate raccolta d’arte al mondo, lasciata in eredità al governo inglese nel 1897. E’ un patrimonio artistico di quattro generazioni di collezionisti ed un piacere assoluto contemplarlo. Disposte su due piani, le camere sono sontuosamente arredate con preziose sedie e comò intarsiati, orologi d’appoggio e quadri di celeberrimi artisti come Rembrand e Hals, Rubens, Velasquez e Murillo. Ma saranno le sale dedicate alle armi e alle armature che mi lasceranno senza parole. Mai, in nessun luogo ho ammirato una raccolta così straordinaria di fucili, pistole, balestre, spesso provenienti dal modo arabo ed orientale. Esco alle 17.00 felice della scelta fatta. Attraverso strade minori, ma che trasudano agiatezza coi loro begli edifici georgiani, raggiungo Lagham place dove entro nella All Souls, progettata da John Nash nel 1824. E’ una chiesa dalla struttura inusuale, con la facciata tonda sormontata da colonne ioniche ed una guglia che svetta su nel cielo. L’interno è anonimo, persino minimale. Uscito, percorro tutta la Portland Place fino al Park Crescent, fronteggiante il Regent’s park. Tutto intorno bellissime vie con palazzi di professionisti come in Harley street e, in Marylebone road, l’omonima chiesa che purtroppo ora è chiusa. Bene! E’ ora di dedicarmi al Regent’s park, il primo grande parco che ho deciso di visitare durante questo mio secondo soggiorno nella capitale inglese. Percorro per una breve parte il grande Boating lake al suo interno, con una importante presenza di uccelli acquatici e, raggiunta la grande London central mosque, devio verso est raggiungendo il grande zoo di Londra. Attraverso la Price Albert road entro nell’altrettanto bel parco di Primrose Hill salendo fino in cima alla collina da cui si gode di una bellissima vista sulla City e, in lontananza, del London Eye. La giornata sta terminando, il sole sta lentamente calando ma da ancora chance di approfondire la conoscenza della zona intorno a Camden town. Ambiente tranquillo, rilassato, case vittoriane ed alcune case dove soggiornarono famosi musicisti. Seguendo il percorso indicatomi dalla mia guida scendo dei gradini costeggiando il pittoresco canale della Gloucester avenue fino al Camden lock market. Data l’ora le bancarelle sono quasi completamente ritirate, ma è comunque piacevole girovagare fra i simpatici localini che propongono cibo etnico. Ne approfitto per consumare una frugale cena a base di lasagne, per poi dirigermi verso la metro di Camden town. Con la linea Piccadilly (ogni linea ha un suo proprio nome e colore che la identifica) fermo a Knightsbridge col proposito di fare qualche foto a Harrods, ma è ancora presto per vederlo illuminato perciò decido di percorrere per tutta la sua lunghezza la celebre Sloane street fino all’omonima piazza. Strada tra le più famose di Londra, è abbellita da palazzi ultra signorili e hotel di lusso, ma sono i negozi ai suoi due lati che ne conferiscono il maggior fascino. Che dire! Ci sono proprio tutti! Cartier, Tiffany, Graff, Bulgari, Dior, Vitton, Versace, Armani, Dolce e Gabbana, Valentino, Hermes e, in fondo, un palazzo intero di Burberry. I lampioni inondano di luce la via, e Harrods è ora illuminato da 11.500 lampadine. E’ uno spettacolo stupendo e domani sera lo visiterò per bene. Altra metro fino a Westminster dove è mia intenzione immortalare con la luce artificiale due delle perle di questa magnifica città: l’House of Parliament e il London Eye, quindi me ne ritorno in ostello a pianificare per bene la giornata seguente. Dopo una buona colazione prendo la metro al Barbican scendendo a Bond street. E’ mia intenzione ammirare tutta la zona compresa fra Oxford street, Regent street e la Piccadilly. Comincio dalla prima, una sorta di corso Buenos Aires londinese che dopo un po’ lascio perdere, non giudicandola meritevole di approfondimento. C’è il famoso shopping centre Selfridge e poco altro. Discendo verso la Grosvenor place dove è presenta l’ambasciata Usa e quindi raggiungo la celeberrima New Bond street con le fascinose vie laterali come la Grafton e la Albemarle. Negozi di stilisti come Zegna, Hermes, Burberry e gioiellieri come Garrard, Asprey e Boucheron, Piaget, Van Cleef, Tiffany e Cartier. C’è anche la famosa casa d’aste Sotheby. Proseguo in Old Bond street, la parte più in della zona dove sono presenti Rolex, De Beers, Cartier, Omega, Gucci, Prada, Dolce e Gabbana, Saint Laurent. Sbuco sulla Piccadilly e percorro in seguito, più all’interno, la Burlington Arcade, una delle quattro gallerie di negozi di lusso della capitale. Si dice che sia piantonata da alcuni uscieri che hanno il compito di mantenerne alto il livello di decoro. Essi hanno l’autorità per allontanare chiunque canti, corra o venda clandestinamente. Completo la visita con la Regent street fino a Oxford Circus. Anche qui bei negozi, ma non lussuosi come in Bond. Eccomi sbucare nella famosa Piccadilly Circus. Ci sono dei lavori nella piazza ma, francamente, la sua fama è immotivata. C’è una bella statua di Eros, alcuni teatri e sfavillanti insegne luminose, ma niente che sia in grado di giustificare la sua reputazione. Mi dedico ora al quartiere di St. James, entrando nella Jermyn street, una delle strade più eleganti di Londra, fino alla St. James church, che si dice sia la preferita tra le chiese del grande architetto Wren. All’interno, oltre ad una graziosa balaustra decorata, niente attrae la mia attenzione. Molto meglio la sosta sulla Piccadilly, dove ammiro estasiato le vetrine succulente del Fortnum and Mason, con le sue prelibatezze gastronomiche. Davvero un must nel suo genere in Europa. Lascio gli occhi anche in Jermyn street, da Paxton and  Whitfield, con un assortimento di formaggi straordinario. Scendo quindi in St. James’s square sostando per un attimo nei giardini di questa bella piazza con al centro una statua equestre di Guglielmo II. Termino con la King street, regno di antiquari e negozi d’arte, con la presenza della celebre casa d’aste Christie’s. E’ giunta l’ora di timbrare il cartellino. Come, infatti, non assistere al famoso cambio della guardia a Buckingame Palace? Percorro il Pall Mall  sbucando quindi sul Mall, il lungo viale che porta al palazzo della Regina. Mancano ancora 15 minuti, ma nei dintorni della piazza con la statua della regina Vittoria c’è già un invasione di turisti con le macchine fotografiche. Chi sgomita per trovare un punto migliore d’osservazione, chi sembra quasi in bilico sulle transenne poste a difesa del passaggio delle guardie, chi riesce a svettare naturalmente grazie alla sua altezza fuori dalla norma. Non posso godere di alcuna di queste opportunità, tanto meno l’ultima, perciò mi accontento di qualche scorcio sulla famosa processione, ormai prettamente turistica. Per fortuna il sole occupa in modo permanente il suo posto su nel cielo e riesco ugualmente a scattare qualche buona foto sul palazzo, i cancelli con gli stemmi reali. Mi sembra di soffocare in questa bolgia, perciò decido di lasciare questo girone di matti e mi dirigo alla vicina Queen’s gallery dove ho modo di deliziare in modo appropriato il mio senso artistico con la visione di un gran numero di oggetti d’arte fra i quali le celebri ceramiche di Sevres, spade ed armature, una collezione di quadri fiamminghi ed olandesi stupendi fra i quali opere di Nicolas Maes, Jan Steen, Rembrandt e Van Dyck, Isaac Van Ostade e Jan Both, Rubens ed anche un Parmigianino. Soddisfatto della visita mi dirigo nuovamente a Buckingame Palace. Lo spettacolo è terminato e la folla è sparita. Ora è possibile passeggiare in tutta tranquillità scoprendo gli angoli più suggestivi di questa zona che, comunque, è una delle più significative della capitale. Peccato che non si possa visitare il palazzo, cosa che è possibile fare solo durante i mesi di agosto e settembre quando Regina e consorte, il duca di Edimburgo, sono nella loro residenza estiva. Proprio di fronte c’è il St. James park al quale dedico una piacevole passeggiata, costeggiando il bel laghetto interno. Esco nei pressi dell’Admiralty Arch che fiancheggia il palazzo dell’Ammiragliato. Quindi mi dedico al celeberrimo Pall Mall, per più di 150 anni centro dei club londinesi, quelli più esclusivi e all’interno di edifici sontuosi. In fondo, vicino alla Clarence house e alla Lancaster house, chiuse al pubblico perché edifici governativi, entro nel Green park, un tempo parte dei territori di caccia di Enrico VIII.  L’attraverso in diagonale sbucando nei pressi del Wellington Arch. Qui sono all’estremità sud orientale di Hyde Park. Entro nel celebro parco, uno dei più preziosi spazi verdi della città raggiungendo il Serpentine, il lago artificiale che ne occupa la parte centrale. E’ molto lunga la passeggiata fino all’uscita nord ovest di Lancaster gate, ma è sempre piacevole camminare nel verde. Prendo la Central line fino a Notthing hill e quindi la Circle fino a South Kensington. Questa zona, insieme a Knightsbridge, dove hanno sede le ambasciate e i consolati è una delle più esclusive di Londra. Sbuco sulla Cromwell dove c’è l’imponente edificio che ospita il Victoria and Albert museum che contiene una fra le più ampie collezioni di arti figurative del mondo. Come il British museum e la National gallery è gratuito, cosa alquanto strana dato che non l’ho mai visto accadere in altre città d’Europa, almeno per musei di questa importanza. Qui vicino c’è il Brompton Oratory, chiesa barocca del 1884, che al suo interno conserva molti tesori acquistati da chiese italiane, anteriori persino alla sua costruzione. Con un'unica navata, possiede belle cappelle laterali e un transetto sui cui due lati ci sono gli altari migliori.Uscito, prendo la Exibition road ammirando l’alto numero di edifici in mattoni rossi presente nella zona fino a giungere all’imponente Royal Albert Hall, chiamata così dall’allora Regina Vittoria in memoria di suo marito Alberto. Ospita in prevalenza concerti di musica classica, ma non solo. Proprio di fronte c’è un grande spiazzo con l’Albert memorial. A questo punto la giornata può dirsi terminata, anche quest’oggi sono riuscito a compiere per intero il programma previsto e non mi resta che aggiungere la ciliegina sulla classica torta raggiungendo il vicino Harrods a Knightsbridge. Per farlo passeggio lungo la magnifica Kensington road, costellata verso sud da edifici magnifici e adagiata a nord sulle propaggini dell’Hyde park. Abitare qui è davvero un privilegio. Ecco Harrods! Vi entro e sono subito catturato dallo splendido ambiente. E’ il più famoso grande magazzino di Londra e risale al 1849, anno in cui Henry Charles Harrod aprì qui una piccola drogheria puntando sulla qualità della merce e sull’impeccabile servizio. Ben presto il negozio divenne popolare e si espanse tutto intorno. Oggi l’assortimento è impressionante, spazia dalla profumeria all’abbigliamento, ai gioielli di gran lusso (ci sono De Beers, Cartier, Boucheron), alla gastronomia con prodotti che provengono da ogni parte del mondo. Ci si sente in imbarazzo al suo interno, in mezzo a tanto splendore e opulenza. Sono stanchissimo e scelgo un pub qui vicino per concedermi la meritata cena. Opterò per il classico inglese, fish and chips, bagnato da una Fuller’s London pride. L’ultimo giorno si prospetta dal punto meteorologo il migliore e non riesco a pensare ad un escursione più piacevole che al London Eye. Raggiunta la stazione metro di Waterloo, eccomi di fronte all’altissima ruota panoramica di 135 metri eretta nel 2000 per celebrare il nuovo millennio. Il biglietto da diritto anche ad un breve documentario in 3D che fa vivere sensazioni entusiasmanti grazie ad una tecnologia all’avanguardia. E’ giunto il momento di salire sulla capsula. L’intero giro dura 30 minuti, la giornata è splendida ed il sole, alle mie spalle, accarezza le mura neogotiche del Palazzo del Parlamento e del Big Ben, dell’abbazia di Westminster, le acque del Tamigi che serpeggiano verso occidente, tagliate da una moltitudine di ponti. Da qua sopra si gode una vista eccezionale in ogni direzione, sulla City e la Basilica di St. Paul, persino sul lontano Buckingam Palace. Esultare di queste visioni perfette su una delle città più famose del mondo è un sorte che non capita a tutti, considerato il clima britannico. Felice dell’esperienza fatta, attraverso il Westminster bridge, dirigendomi verso la famosa abbazia ma, con mio grande stupore, oggi è il giorno di chiusura. La mia guida non me l’aveva segnalato, inducendomi all’errore. Digerito lo smacco, decido una valida alternativa che mi impone tuttavia di riprendere la metro fino alla stazione di Charing Cross. Quale scelta migliore della celeberrima National gallery per terminare alla grande il mio soggiorno londinese? Noleggio un audio-guida e comincio la visita di questa pinacoteca tra le più famose del mondo. Non ricordo bene il Louvre, dato che sono trascorsi molti anni dalla volta che ho avuto occasione di visitarlo, ma la collezione di artisti fiamminghi ed olandesi presenti all’interno di questo grande museo lascia senza fiato. Comincio dalla sala Sainsbury, dove sono presenti i dipinti più antichi di artisti come Giotto e Lorenzetti, di Masaccio e Paolo Uccello. Resto incantato poi dai primi lavori fiamminghi di Campin, Van Eyck con il suo ritratto dei coniugi Arnolfini e di Roger Van der Weyden. E poi ancora opere di Botticelli, Ghirlandaio, del bravissimo Crivelli, Mantegna, Bellini col suo ritratto del doge Loredan, Raffaello E ancora il lungo elenco di olandesi come Bouts, Bosch, Massys, Patinir, Van Goyen, Ter Brugghen. Come non citare poi i straordinari quadri di Rubens e Steen, Ruisdael e Rembrandt, Van Dyck e Vermeer, Teniers, Avercamp e infine i miei preferiti: Caravaccio e Guercino. Il tempo non mi permette di scendere alle gallerie inferiori dove sono presenti ulteriori capolavori, ma sono certo che ci ritornerò ed allora potrò dedicarvi tutto il tempo che meritano.  Per ora devo andare. Ho solo il tempo di fare una visita alla vicina chiesa St.Martin in the Fields il mese scorso chiusa per un concerto. Molte celebrità sono qui sepolte ma il suo interno è misero e senza fascino. Via in metro fino a Liverpool station e con lo Stansted express all’aeroporto dove mi imbarco in orario per il rientro ad Orio al Serio. Sono estremamente soddisfatto del mio soggiorno, ma anche consapevole che ci dovrò ritornare l’anno prossimo. Come non dedicare infatti una puntata al British museum e alla Westminster abbey e magari alla cattedrale di Canterbury nel sud del paese?

 

Proprietà letteraria riservata. Copyright © 2011 Daniele Mazzardi
Grafica, layout e testi sono di esclusiva proprietà dell’autore. Tutti i diritti di riproduzione riservati. E' vietata la copia su altri siti Web, mailing list, riviste cartacee, cd-rom  e libri senza l'autorizzazione dell’autore. Da questo divieto è esclusa la duplicazione per utilizzo personale.