2010  PARIGI

L' Etoile

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Champs Elysees - Pont Alexandre III

 

Il volo della Ryanair parte come al solito in orario da Orio al Serio e alle 8.00 atterro all’aeroporto di Beauvais. Biglietto aller e retour per Parigi, Port Maillot, dove giungo alle 9.30. Il tempo è buono anche se nuvole tempestose minacciano il cielo. Con la metro mi reco immediatamente al Residence internacional de Paris, nei pressi della fermata di Port de Bagnolet. Sistemo le mie cose e ritorno subito alla metro per dirigermi alla fermata Franklyn Roosevelt. E’ mia intenzione visitare prima la zona degli Champs Elysees. Mi oriento e percorro Avenue Montagne E’ domenica, i negozi sono chiusi qui, ma da entrambi i lati, ammiro locali straordinari che trasudano lusso da ogni mattonella. Le vetrine non espongono solamente, ma fanno a gara per dimostrare ai passanti l’abilità, l’estro, dei vetrinisti che le hanno realizzate. Si avverte una sola cosa: opulenza!Agli amanti della moda e del glamour  potrebbe sembrare di trovarsi in Paradiso. Gucci, Valentino, Ungaro, Prada e poi gli incredibili negozi di Christian Dior e di Louis Vitton. Ristoranti e hotel lussuosi, sicuramente una delle strade più alla moda della capitale. Raggiunto la Senna, ne costeggio la riva fino a giungere al ponte più famoso di Parigi, il pont Alexandre III, decorato in art nouveau, con lampioni, ninfe, cherubini e cavalli alati. Nei pressi, in avenue Churchill, ci sono il Grand Palais e il Petit Palais, uno di fronte all’altro. Il più bello è il secondo. Ospita il museo delle belle arti e ha una cupola simile a quella dell’Invalides. Entro invece nel Grand Palais, dove c’è una mostra di Christian Boltanski. Pare sia uno famoso, ma all’interno della struttura in ferro battuto noto solo un mucchio di vestiti usati a formare una montagna, una gru che ne prende alcuni e li fa ciclicamente cadere giù e, a terra, per gran parte dello spazio, quadrati di indumenti dello stesso tipo. Non ho voglia di approfondirne il significato. Reputo solo sciocco aver gettato 4 euro per l’ingresso. Uscito, mi dirigo verso gli Champs Elysees, nei giardini, costeggiando l’Eliseo, la residenza di Sarkozy. Ritorno sull’ampio viale, percorrendolo tutto fino all’Arc de Triomphe. Una moltitudine di negozi, bar, ristoranti, uffici, ma anche molti clochard che sembrano non aver alcun problema a sistemarsi anche in mezzo alla gente, a dormire. Ce ne sono molti che trascorrono la notte sulle banchine di sosta delle metropolitana. Passo dal famoso Lido, locale mitico sul viale e infine eccomi di fronte al famoso arco. Dopo la sua più grande vittoria, quella di Austerlitz nel 1805, Napoleone promise ai suoi uomini che sarebbero tornati a casa passando sotto un arco di trionfo. La prima pietra fu posta l’anno seguente. Intorno ci sono bei altorilievi che inneggiano al trionfo di Napoleone, alla partenza dei volontari nel 1792. La place de l’Etoile, dedicata a Charles de Gaulle è molto grande e vi si irraggiano ben 12 grandi viali. Dopo aver ammirato la tomba del Milite Ignoto salgo i gradini fino alla piattaforma panoramica dalla quale la vista spazia fino alla collina di Montmartre, alla Tour Eiffel e oltre. Sceso, percorro la King V anch’essa ricca di negozi e hotel fino a raggiungere il pont de l’Almà. Grande camminata lungo la Senna fino all’Ile de la Citè  e la Conciergerie. Acquisto qui il biglietto per visitare la Sainte Chapelle. Nel medioevo i fedeli la consideravano la porta del Paradiso per la sua bellezza. In verità tanta fama la trovo immotivata. L’interno e anonimo. Si entra prima nella cappella inferiore, una sorta di piano terra dove pregava il popolo. Colonne sottili che sostengono un’unica piccola navata. Degli stretti gradini invece, portano alla cappella superiore che era riservata ai re e alla famiglia reale. Bellissimo il rosone istoriato visto dall’interno, come altrettanto affascinante sono le 15 alte vetrate colorate che s’innalzano per 15 metri. In esse sono disegnate più di 100 scene di soggetto religioso. Indubbiamente incantevole, ma piccola. Uscito, mi dirigo verso la cattedrale di Notre Dame che entro visitandola nuovamente dopo pochi mesi dalla precedente visita. Sono le 18.15. Decido ora di concedermi una cioccolata in un locale sulle rive della Senna. Passeggio dopo per tutta la Ile Saint Louis, gustando con calma l’atmosfera che emanano i suoi locali, i suoi palazzi. Sto cercando anche un ristorante dove chiudere degnamente la serata e lo individuo proprio qui, all’Aux anyseteurs du Roy, un locale discreto e d’atmosfera. Ordino un assiette di salmone affumicato, aringhe e monk fish e quindi un maigret de canard au miele et raisins. Il tutto bagnato da uno straordinario bicchiere di Chablis. Uscito, mi dirigo fino al vicino Hotel de Ville, ora con una pista di pattinaggio sulla quale molti parigini sembrano divertirsi come matti, nonostante il freddo davvero intenso. Prendo la vicina metro e torno al residence. L’indomani, dopo colazione in loco, raggiungo la tour Eiffel. Il tempo non è dei migliori, non piove ma è molto nuvoloso. E la torre, almeno meta di essa, è nascosta dalla nebbia. Lascio perdere e opto per una passeggiata nei giardini Champs de Mars che si estendono dalla torre fino all’Ecole Militaire. In inverno i colori sono quello che sono, ma in primavera dev’essere davvero un bel luogo per trascorrere una domenica di pace. Giro intorno all’Ecole fino alla sede dell’Unesco e quindi al complesso dell’Invalides. Edificato da Luigi XIV per dare alloggio ai feriti e ai veterani del suo esercito è dominato dalla bella cupola del Dome. Voluta dal re Sole, vi riposano i resti di Napoleone, traslati qui da Sant’Elena nel 1840, 19 anni dopo la morte dello stesso. Prima entro nel famoso musee de l’Armee uno dei più completi musei di storia militare del mondo, con reperti che vanno dall’età della pietra all’ultima guerra. Qui si trova la terza più vasta collezione di armi. Per ragioni di tempo non posso visitarlo tutto come vorrei, perciò decido di dedicarmi solo a quello che riguarda le due ultime guerre mondiali. Filmati, fotografie, reperti, tutto cronologicamente disposto, riusciranno a scuotere la mia sensibilità. Con lo stesso biglietto  si accede al Dome e dopo l’ingresso ammiro la sua bella struttura circolare, lo stupendo affresco sulla cupola e, al centro, si vede la cripta con la tomba di Napoleone. Originariamente pensato per ospitare le spoglie reali, divenne poi un monumento alla gloria dei Borboni. Poi nel 1840 Luigi Filippo decise di collocarvi al centro le spoglie di Napoleone. A queste si aggiunsero poi le tombe di altri militari celebri. Quindi esco proseguendo le mie visite mattutine con la bella chiesa di San Clotilde. Due torri gotiche, pregevoli bassorilievi nelle varie stazioni della Via Crucis e le vetrate policrome con le scene della santa. Notevole il transetto, impreziosito da due splendidi rosoni laterali. Giungo quindi nel famoso boulevard St. Germain. Bei negozi, antiquari, stilisti e locali famosi come il caffé Flora, la brasserie Lipp decorata con ceramiche colorate e ritrovo di politici e il les Deux Magots famoso caffé frequentato da grandi personaggi. Vicino, la più antica chiesa di Parigi, St Germain de Pres, risalente al 542. Divenuta una potente abbazia benedettina, fu soppressa durante la Rivoluzione. All’interno si mescolano stili ma non dona al visitatore, ora, molti spunti d’interesse. All’uscita percorro un circuito che mi porterà al cuore di questa fascinosa zona. Di fronte al bel palais Abbatial, residenza degli abati dal 1586 fino alla Rivoluzione, parte la fascinosa rue de Fuistenberg con la sua piazzetta alberata, i suoi lampioni in vecchio stile. Proseguo poi nella Fontainbleau, nella Bucci. Ogni via impone quasi di sostare più volte ad ammirare le vetrine dei suoi splendidi negozi, ognuno con la sua definita personalità. Ed ecco Procope, forse il più antico caffé del mondo, oggi apprezzato ristorante. Deviando un po’ raggiungo la chiesa di San Sulpice nella grande piazza omonima. Una delle due torri è in ristrutturazione e l’interno a tre navate è piacevole, con dei dipinti di Delacroix. Ritorno sui miei passi, completando la visita della zona di St.Germain percorrendo la rue de l’Odeon fino al teatro costruito in stile neoclassico nel 1779. Quindi la bella rue st. Michelle fino alla Sorbonne, sede dell’università di Parigi. Discendo la rue St Jaques in direzione della Senna, fino alla bellissima eglise St Severin, perfetto esempio di gotico. Cinque navate, pregevoli cappelle decorate con vetrate di Santi e Madonne. L’abside è un po’ rovinata, ma bella come lo straordinario organo. La luce sta calando inesorabilmente lasciando spazio al triste buio invernale, ma questo non m’impedisce di percorrere di gran carriera la strada che mi separa dalla straordinaria chiesa di St Eustachie, che l’anno scorso non sono riuscito a visitare. Varco l’ingresso di questa imponente costruzione religiosa di cinque navate. Moliere è sepolto qui, come l’amante ufficiale di Luigi XV, madame Pompidour. Bellissimo il transetto con, ai lati, tre piani di vetrate che si vedono attraverso i marmi traforati che le impreziosiscono. Eccezionali le alte vetrate ai lati del coro e dell’abside con colonne dorate. Dipinti e il mausoleo di Colbert. Purtroppo l’oscurità impedisce che l’interno sia illuminato a dovere, ma non si può avere tutto. Da qui mi dirigo verso la rue Rivoli e i suoi portici, i suoi innumerevoli negozi turistici. Dopo la sosta per gustare una pizza, proseguo percorrendo la celebre rue Saint Honore, quasi parallela alla Rivoli. Entro nell’eglise St. Roche, progettata dallo stesso architetto che disegnò il Louvre. Ha tre navate e belle cappelle laterali ricche di dipinti, bassorilievi e la cappella della Vergine nell’abside, anch’essa ricca di dipinti. Volto nella straordinaria rue de la Paix, una profusione imbarazzante di gioiellerie sfavillanti: Tiffany, Bulgari, Cartier ed eccomi nella place de l’Opera. Le luci donano al contesto un alone di magia. Si resta incantati dalla bellezza del luogo, come della successiva place Vendome, ritornando indietro fino ad incrociare nuovamente la Rivoli. Eccomi giunto a Place de la Concorde col suo famoso obelisco di Luxor. Vago nell’enorme piazza a trovare un punto che meglio di altri mi dia chance di immortalare in una foto l’obelisco e la ruota panoramica illuminata che è stata posta proprio all’inizio dei Jardin de Tuileries. Bene! E’ stata una giornata piena e dalla metro della piazza raggiungo il mio residence preparandomi il giro di domani, che inizia dal Quartiere Latino dato che anche oggi il tempo nuvoloso non mi da chance per la tour Eiffel. Scendo a St Michelle e mi reco nuovamente all’eglise St Severin, vicino alla quale ammiro il più stretto palazzo di Parigi. Quindi scendo la rue St Jaques, ammirando ancora la Sorbonne con i suoi tetti in piastrelle d’ardesia. Devio quindi fino a raggiungere il Pantheon con vicino l’eglise St Etienne du Mont che visito per prima. Facciata bellissima, tempestata di bassorilievi e una originale torre campanaria che assomiglia a un siluro. L’interno è ancora più bello, con tre navate e piacevoli cappelle laterali con vetrate policrome. Nella centrale è un pregevole pulpito in legno decorato e più avanti una straordinaria parete divisoria in marmo traforato tra la navata e il coro con scale a chiocciola che portano ad una balconata. Nella navata di destra la tomba di Santa Genoveffa e, più avanti, quella di Racine e Pascal. Entro ora al Pantheon. Luigi XV, guarito da una grave malattia nel 1744 decise di far costruire per riconoscenza una magnifica chiesa in onore di Santa Genoveffa. Durante la Rivoluzione la chiesa fu trasformata in Pantheon e destinata ad accogliere le tombe dei grandi di Francia. E’ una costruzione composta da quattro navate, al centro delle quali si erge una grande cupola decorata.  Faccio tutto il giro dell’interno. Sono molti gli affreschi, la maggior parte dedicati a santa Genoveffa e poi scendo nella cripta dove sono conservate le tombe di Voltaire, Rousseau, Victor Hugo ed Emil Zola. Esco e mi dirigo verso il quartiere Luxembourg fino a giungere al palais Luxembourg, sede del Senato. Più avanti entro nei famosi giardini, oasi di verde che si estende per 25 ettari. Al centro una grande vasca ottagonale. Li percorro fino in fondo per raggiungere poi la chiesa di Val de Grace con la sua bella cupola dorata. Dentro non regala molte emozioni se non l’altare con le sue eleganti colonne tortili simili a quelle del Bernini a Roma. Proseguo fino a Montparnasse dove, per primo, ammiro la Fontane de l’Observatour, realizzata in bronzo e che raffigura quattro donne che sostengono un globo rappresentante quattro continenti. Proseguo dando un occhiata al Le Closerie des Lilas dove Lenin, Trotsky, Hemingway amavano sostare. Era questo il loro bar preferito. Percorro alcune vie tra le più interessanti del quartiere e, in lontananza, ammiro la tour Montparnasse, costruita nel 1973 e che fu il più grande blocco per uffici d’Europa. Alta 210 metri, l’ascensore è il più veloce d’Europa( avevo sentito la stessa cosa in un alto palazzo di Posdamer Platz a Berlino). Il tempo sta migliorando, un pallido sole sta cominciando a far capolino stabilmente nel cielo. Decido di tentare la Tour Eiffel e, fortunatamente, quando i giungo è tutta visibile. Mi metto in fila per il biglietto anche se non sarà possibile salire fino al terzo piano, in cima, che non dopo il 6 febbraio. Non voglio comunque perdere l’esperienza della salita, almeno al secondo piano. Dopo mezzora si parte con un ascensore che sale lentamente consentendomi di ammirare ogni sfumatura di panorama. Giunto a destinazione si può percorrere una piattaforma esterna che consente alla vista di spaziare a 360 gradi tutto intorno. Costruita per far colpo sui visitatori all’esposizione universale del 1889, la tour doveva essere solo un aggiunta temporanea al panorama di Parigi, ma ne divenne invece il simbolo. E’ stata la più alta costruzione del mondo fino al 1931, quando fu completato l’Empire State building a New York. Il terzo livello che è a 276 metri d’altezza può ospitare  fino a 400 persone (io ora sono a 115 metri) ed è presente il Jules Verne, uno dei più rinomati ristoranti della capitale. Scendo e mi dirigo verso le fontane di Trocadero camminando lungo il pont d’Iena. Sono nel quartiere di Chaillot, ricco di musei e di un grande acquario, ma l’attrazione più gettonata è appunto il sito di queste fontane dove alla sera con i suoi imponenti getti d’acqua illuminati e di fronte l’affascinante sagoma della tour Eiffel dovrà senz’altro far sobbalzare i cuori dall’emozione. Una cioccolata in un locale della place de Trocadero e quindi scendo nella metro. Cambio all’Etoile e quindi eccomi nuovamente a Port Maillot, terminal autobus dove alle 18.20 parto per l’aeroporto di Beauvais. Il volo, alle 21.50, sarà in orario, come al solito con la Ryanair.

 

 

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