1984 POLONIA

Alla scoperta dell' Est Europeo

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Varsavia - Palazzo della scienza e della cultura

E’ in questa data che svolgo il mio primo vero viaggio. Avevo già realizzato delle gite fuori dai confini italiani, in Svizzera ed una volta nella Val d’Isere francese, molto vicino ai confini italiani ma nulla a cui si potrebbe conferire l’appellativo nobile di viaggio. E’ stato realizzato con la mia Lancia Gamma coupè con la quale, attraversato il passo del Brennero ho proseguito fino a Salisburgo, Linz e Vienna. Tutto bene fino alla frontiera Austria - Cecoslovacchia dopodichè repentinamente tutto  cambia facendomi fare un tuffo profondo, interessante ed a tratti entusiasmante con la realtà comunista. Già dopo Mikulov, paese di frontiera, il manto stradale muta e diventa meno sicuro. Tutto intorno l’atmosfera è come se si fosse ingrigita a causa principalmente dell’edilizia di massa che nulla concede al superfluo. Persino la campagne che poco prima, in Austria parevano amene e verdeggianti ora si tingono di colori più sbiaditi, neutri. Continui saliscendi mi portano a superare la città di Brno fino a raggiungere la frontiera con la Polonia a Cieszyn. Il viaggio durante la notte è stato faticoso e a tratti pericoloso. Durante la guida non mi sono avveduto di una grande buca sul terreno che mi ha causato una brutta foratura di  gomma e sono preoccupato per via della difficile reperibilità di eventuali pezzi di ricambio per la mia particolare auto. Passato il posto di frontiera, non senza noiosità burocratiche dovuto principalmente al cambio obbligato di un certo numero di dollari nella loro moneta locale, Sloty, il percorso è proseguito nella regione industriale della Slesia passando Katovice e  fino a raggiungere durante le prime ore della mattinata la cittadina di Pruszkow ad una decina di chilometri dalla capitale Varsavia. Il motivo del viaggio in terra polacca è fare una sorpresa a quella che diventerà la mia futura moglie. Gosia infatti non si immagina che possa fare questa pazzia, ma aiutato in parte da suo padre che lavora a Milano sono riuscito a pianificare questo itinerario fino da lei. Grande sorpresa sua, di sua madre nel vedermi ed ora la preoccupazione per trovare un parcheggio adeguato alla mia auto ed un alloggio per me.  Trascorro le mie notti al Don Nauczyciela, ad un chilometro circa dalla loro abitazione. Che mondo quello polacco!. Così strano, essenziale, rigoroso per le mie visioni attuali. Il mio soggiorno è stata un autentica immersione in un contesto a me sconosciuto ed anche se ancora non ho l’idea di impreziosire la mia esperienza scrivendone delle memorie che possano meglio rimanere impresse nella memoria ricordo con piacere la settimana trascorsa durante la quale oltre agli ovvi momenti trascorsi in famiglia io e Gosia ci siamo ritagliati molti momenti passeggiando fra le vie di Pruszkow e di Varsavia. Ricordo di una capitale con traffico automobilistico minimale fatto solo di vecchie auto russe e della Germania Est come le Trabant e Wartburg, oltre ad alcuni esempi come la Sireny e Polones polacche. Grandi viali anonimi e quartieri essenziali, pochi negozi con poche merci e grandi code in quelli di alimentari dove con delle speciali tessere si poteva acquistare ad esempio la carne che spettava a testa per il mese in corso. Ho ammirato la Vistola, il fiume più lungo del paese e visitato il famoso Palazzo della scienza e della tecnica costruito dai russi ed il Palazzo Reale di Stare Misto(la città vecchia). Insomma come primo viaggio è stato molto particolare, curioso ed un esperienza che ricordo con affetto e piacere. Grazie ad un cambio assolutamente favorevole abbiamo potuto regalarci delle uscite serali assolutamente straordinarie visitando i più famosi alberghi di prima categoria allora presenti come il Forum, il Grand’Hotel, l’Europeinsky dove abbiamo consumato dei pasti da sogno talvolta impreziositi da contorni di spettacoli vari.  Questo viaggio ha messo le basi per il matrimonio con Gosia ed è stato la porta attraverso la quale mi sono accorto dell’affascinante esperienza che ci si porta dentro dopo un viaggio, una consapevolezza che non mi ha più abbandonato fino ad oggi. Sono molto orgoglioso di aver conosciuto questo popolo che pur nelle ristrettezze dava segni di molto orgoglio e fierezza caratteristiche indispensabili per considerarsi tali. E’ vero che anche l’unita sociale  ha più occasione di manifestarsi nella difficoltà ma mi ha impressionato comunque, dato che nel nostro paese questa ormai è qualità persa da tempo. Il ritorno verso l’Italia, attraverso lo stesso itinerario dell’andata è stato molto avventuroso dato che durante il soggiorno non siamo riusciti a sistemare il danno alla ruota. La buca mi aveva provocato un problema che nessun gommista locale è riuscito a risolvermi perciò ho dovuto intraprendere tutto il rientro in pratica senza l’ausilio di una gomma di scorta per le evenienze.

 

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