2009  SARAGOZZA

La città Mudejar

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Palacio de la Aljaferia

Raggiunto Orio al Serio, parto alle 14.40 con un volo Ryanair, atterrando a Saragozza alle 16.15. Prendo il bus 32 fuori dall’aeroporto, che mi conduce fino in avenida Navarra. Ho programmato infatti la mia prima visita qui nei dintorni, alla Aljaferia, uno dei tre esempi di architettura musulmana in Spagna con la Mezquita di Cordoba e l’Alhambra di Granada. Il palazzo fu costruito nell’XI secolo, durante il regno musulmano di Al Muqtadir.  L’Aljaferia era la residenza di riposo e svago del sovrano e si trovava alla periferia della città, attorniata da giardini ed orti. La struttura è circondata da un fossato. Entro nel primo cortile e quindi in un secondo, molto più bello, con portici laterali ed archi decorati. Nel portico nord si trova una piccola moschea a pianta ottagonale finemente disegnata. Ammiro la nicchia del Mihbar e il giardino di Elisabetta adiacente. Continuo la visita nel palazzo cristiano medievale,  dove vissero i regnanti aragonesi dopo la reconquista. Ammiro le sale in stile mudejar, i tetti in legno intarsiato. Questo stile architettonico caratterizzato da bassi mattoni beige a volta intarsiati è stato realizzato da quei musulmani che rimasero in Spagna dopo la sconfitta da parte dei cristiani. La parte più antica è la Torre del Trovador e la successiva sala del trono ha il soffitto in legno policromo. Poco, in generale si può ammirare dello sfarzo di allora e le successive ristrutturazione hanno svilito il fascino originale, ma è comunque stato sufficiente all’Unesco per insignirla, nel 2001, del titolo di sito patrimonio dell’umanità. Terminata la visita mi incammino verso l’ostello prenotato in calle Predicaciones nei pressi del fiume Ebro, il più grande di Spagna. Preso possesso della mia piccola camera mansardata, esco subito dopo proseguendo verso il vicino centro e la placa Cesar Augusto. La sera è già calata su Saragozza e le luci illuminano in modo decisamente affascinante il centro storico. Nella piazza, oltre all’edificio che ospita il Mercado Central c’è una bella statua dedicata appunto a Cesare Augusto, eretta vicino ai resti della muraglia romana. Fu proprio Cesare Augusto che fondò la città. alla quale diede il nome di Caesar Augusta. Cambiò poi nome in Saraqosta durante il periodo musulmano per diventare infine l’attuale Zaragoza. Del periodo romano restano delle mura appunto in questa zona. Proseguo dritto fino in placa Isabel, dove è una bella chiesa, e quindi incrocio la fascinosa calle Alfonso I. La strada è illuminata a giorno da bellissimi lampioni che donano alla calle un alone di magia. Bei negozi, locali, ma non è questo che la rende unica. Sono le sensazioni che nascono da dentro grazie alla pace, alla tranquillità che si respira. Poca gente, il fascino della sera, il bel viale e in fondo la cupola principale della basilica del Pilar. La raggiungo nella omonima piazza e sono tempestato da una serie continua di scariche emozionali. La piazza è lunga 500 metri e larga meno di cento. E’ un rettangolo magico da contemplare, in silenzio, ascoltando le tranquille parole che nascono dal cuore. A partire dal fondo, alla mia sinistra, la zona della muraglia romana, c’è una pregevole fontana. Poi la magnifica basilica del Pilar e poi ancora il palazzo dell’Ayuntamento (il palazzo comunale), la Lonja, la fontana con la statua di Goya e la celeberrima catedral de la Seo. Sto seduto qualche minuto ad ammirare, come se in piedi non riuscissi a gestire tanto incanto e barcollassi. E’ fantastico! Siamo in inverno, ma la temperatura non è troppo rigida anche se spira un leggero vento. La porta principale della basilica è aperta. Devo entrare. Si sta celebrando la Messa, officiata in quella che viene chiamata la Capilla Santa, uno spazio per esaltare Maria Vergine. Marmi, bronzi e quadri. Sull’altare è raffigurata la scena della venuta della Vergine. Il barocco trasuda in ogni realizzazione di questa luogo, Dietro, l’altorilievo della Assunzione. La volta della cappella è pregevolmente traforata, lasciando intravedere parte del soffitto della basilica. Di fronte alla Cappella Santa, in un'altra anch’essa molto bella c’è una volta affrescata dal Goya. A lato, ci sono appese le due bombe inesplose durante la guerra civile spagnola, si dice per intercessione della Madonna. Parte della basilica non è visitabile, ma mi dicono che potrò farlo domattina. Riesco, contemplando nuovamente la straordinaria piazza. La basilica del Pilar è uno dei luoghi di culto più importanti di Spagna e la Vergine del Pilar ne è la Patrona. Ogni anno milioni di pellegrini arrivano qui per venerare l’immagine della Vergine del Pilar conservata nella cappella omonima, all’interno della Basilica. La storia racconta che la basilica nacque nel luogo dove la Madonna apparve il 2 gennaio dell’anno 40 all’apostolo Santiago, fratello di san Giovanni. Qui, lui si incontrava con i primi convertirti al Cristianesimo, nel luogo dove sorgeva un Pilar, una colonna su cui la Madonna apparve e che diede poi il nome alla basilica. Passeggio, ammirando ogni particolare della piazza in un atmosfera adatta alla visita, senza la fiumana turistica. Dopo aver prenotato la cena in un bel ristorante di fronte alla basilica, girovago intorno alla stessa raggiungendo il fiume Ebro e costeggiandolo. A Saragozza ci sono sei ponti sul fiume. Il più caratteristico è il puente de pedra che sto ammirando in questo momento. E’ ora di cena. Entro nell’Asador real. Scendo i pochi gradini fino al salone da pranzo e mi accomodo. La cena sarà eccezionale. Gusto un filetto di maiale iberico, lardellato e con zuppa di Porto. Come dessert, un formaggio di capra di Teruel con miele e noci. Il tutto bagnato da un grande vino rosso della Rioja: il Marques de Victoria del 2005. da 13.5°. Rimango ancora un po’ ad ammirare la piazza e quindi passeggio nuovamente lungo la calle Alfonso I fino a corso Coso e al palacio de Condes de Morata. Proseguo quindi fino al ponte de Santiago, facendo in seguito ritorno in ostello. Il giorno seguente, dopo colazione, mi incammino immediatamente verso la placa del Pilar e dopo aver ammirato la stupenda piazza di giorno, la splendida cupola principale e le altre 10 minori tutte ricoperte di mattonelle bianche, blu, verdi e gialle, vi entro proprio mentre una fila di chierichetti e preti sta raggiungendo la Capilla Santa per celebrare la messa. Faccio il giro completo della basilica ammirando ogni cappella, quasi tutte in stile barocco, come la bella cappella di San Giovanni. L’interno non è molto illuminato tranne la Capilla Santa, ma è immenso e ha tre navate con 11 cappelle. Dietro la Capilla Santa c’è il Coro e, dietro, un altare con una straordinaria pala traforata in alabastro. Da lasciare senza fiato! E’ il retablo mayor. Visitato l’edificio sacro, uscendo, salgo con l’ascensore fino alla cima della torre nord, da dove si ammira un fantastico panorama della città con la zona della piazza. La vista s’allunga fino ai lontani quartieri periferici e dell’Expo tenutosi nel 2008, all’Ebro con i suoi bei ponti. Si potrebbe poi scendere dalle scale ammirando la città da tutti i punti di vista. Io lo faccio per un po’ quindi, soddisfatto per la visita, riprendo l’ascensore che mi riporta sulla via che costeggia il fiume. Ritorno poi alla piazza nella zona della fontana con la statua del Goya. Da questo punto ho un bellissimo sguardo di tutta la piazza, dell’Ayuntamento. Entro ora nella Lonja, un tempo svolgente la funzione di Borsa e luogo di contrattazioni commerciali. L’obbiettivo era costruire uno spazio per i mercanti tra la Seo e le altre chiese. Le colonne all’interno vennero lavorate dal maestro scultore Juan de Segura che si procurò la materia prima saccheggiando le pietre delle antiche mura romane che circondavano la città vecchia di Saragozza. L’interno, oltre allo stemma dell’imperatore Carlo V sostenuto da leoni, non c’è molto da vedere. All’esterno è più caratteristica. Le sporgenze del tetto sono in legno intarsiato e la facciata è decorata superiormente con archi doppi a tutto sesto arricchiti con busti di personaggi aragonesi, in gesso policromo. .Mi dirigo ora verso la catedral de la Seo dichiarata anch’essa dall’Unesco patrimonio dell’umanità. In vero la torre, in pregevole stile mudejar è carina, ma non giustifica tutta la sua fama. Il muro gotico mudejar a nord invece è bellissimo .Le finestre sono gotiche ed orlate da greche di ceramica policroma. Bellissima la parte superiore a decorazione geometrica. Ma è l’interno che lascia stupefatti! La cattedrale è dedicata al Salvatore ed è stata edificata nella stessa zona che era precedentemente occupata dal tempio romano del Foro, dalla chiesa visigotica e dalla moschea maggiore musulmana. Sono cinque le navate che si aprono al suo interno, tutte della stessa altezza e con volte a nervature. Al centro della navata  centrale c’è il Coro, straordinario. Il suo perimetro è una scultura continua in marmo traforato che lascia basiti. Ritorno all’ingresso cominciando la visita dalla bellissima pala dell’altare maggiore in alabastro. Tutto intorno ci sono cappelle straordinarie, prevalentemente in stile barocco. Pale d’altare stupende, dipinti, sculture. Si potrebbe soffermarsi ore ad ammirarne i dettagli come nella cappella del presepe, con una pala di sei dipinti bellissimi. E poi quella di San Bernardo dove riposano i sepolcri dell’Arcivescovo Hernando d’Aragona e di sua madre. Tutto il complesso è in alabastro scolpito da tre grandi scultori. Rimarrò all’interno per circa un ora, attratto dalle innumerevoli opere d’arte sopraffina. Subito uscito dalla Cattedrale c’è l’entrata al museo de tapices (arazzi).. Non posso evitare di vistarlo. Salgo fino all’entrata di questo esposizione permanente che ospita una delle più importanti collezione al mondo di arazzi. Sono francesi e fiamminghi del secolo XV. I più grandi sono lunghi fino a 11 metri e sono esposti insieme a dei bellissimi pezzi d’artigianato. Gli arazzi si leggono dai sinistra a destra, fluendo attraverso l’evento storico o religioso che rappresenta. Bella visita. Esco, mangio un panino e dopo un opportuno caffé in un bar di fronte all’arco del Deu, fumo in tranquillità una sigaretta prima di continuare la visita. Percorro la calle de San Sepolcro che mi porta alla iglesia de San Nicolas e all’adiacente convento dei Carmelitani. Il tempo è nuvoloso, ma non fa freddo e, importante, non piove, condizione indispensabile per ogni turista. Ogni tanto il sole fa breccia tra le nuvole rischiarando l’ambiente e donando colpi d’occhio più gradevoli. Giungo in calle Mayor, un importante via del centro vecchio, dove ammiro esteriormente la iglesia de Santa Maria Magdalena. E’ in ristrutturazione e perciò chiusa ai fedeli, ma questo non m’impedisce di ammirarne la splendide torre in stile mudejar.  Quindi raggiungo la placa de San Miguel con la omonima chiesa, anch’essa dello stesso stile. Il centro di Saragozza è estremamente piacevole da visitare e ci si lascia abbracciare dalla tranquilla atmosfera che lo circonda. Eccomi ora ad ammirare dei resti romani. Sono quelli del teatro di Cesare Augusto. Una struttura coperta la difende dalle intemperie meteo. Nel vicino Corso Coso ammiro il Teatro Principal, il più significativo della città.  Vicino, è la caratteristica iglesia de San Gil Abad, con la sua bella torre di mattonelle intarsiate. Girovagando nelle calles del centro sbuco nella placa Santa Cruz con locali interessante. Quindi, vicino alla placa del Pilar, visito la placa del Justicia, dove è la bella iglesia de Santa Isabel. Anch’essa è chiusa, ma ne ammiro con piacere la facciata con altorilievi in marmo e le due basse torre mudejar. Eccomi di nuovo in placa Cesar Augusto, adiacente alla iglesia de los Panedes in stile tardo rinascimentale. La sua torre è semipendente. Vorrei visitare il Mercato Central, ma è chiuso, così proseguo fino alla placa San Felipe e la sua iglesia parroquial de San Felipe, con una torre in stile mudejar. La piazza, solitaria e silenziosa, trasuda fascino. Percorro tutta l’Alfonso I e la corso Coso giungendo in placa San Pablo con la omonima chiesa in ristrutturazione. Ritorno in placa Espana, percorrendo il famoso Paseo Indipendencia. Devio verso la Placa de los Sitios con dei bei giardini e quindi  giungo alla vicina iglesia de Santa Engracia. Facciata pregevole con altorilievi e due torrette mudejar. Bene! La visita è terminata. Posso ritenermi soddisfatto per tutto ciò che ho visto nel breve tempo a disposizione. Ora mi dirigerà verso avenida Navarra a prendere il bus 32 che mi ricondurrà all’aeroporto. Lunga la strada, farò una breve deviazione per ammirare la placa de Toros, con l’arena in cui si tengono talvolta le corride. Raggiunto l’aeroporto in 40 minuti, m’imbarco sul volo di ritorno partendo in perfetto orario. Grande… Espana!

 

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