1989 SEYCHELLES

Perle vulcanice nell'Oceano Indiano

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Isola di Mahe - Una curiosa Mini Moke

Che le Seychelles siano un paradiso terrestre è fuori da ogni ragionevole dubbio, come è indiscutibilmente vero che questo viaggio ci ha regalato un nutrito pacchetto di ricordi che conserveremo gelosamente per il resto della nostra vita. E’ il 24 Luglio quando partiamo da Linate, direzione lo Charles de Gaulle di Parigi da dove si riparte atterrando prima a Darham in Arabia Saudita per uno scalo tecnico e quindi verso l’affascinante isola di Mahè all’interno dell’arcipelago che abbiamo deciso sia la meta delle nostre vacanze estive. Durante l’atterraggio abbiamo occasione di ammirare il bel Marine National park. L’aeroporto fu costruito dagli inglesi nel 1972 in cambio di alcune isole facenti ora parte del British Indian Territory. All’uscita ci attende Taphy, la simpatica corrispondente di Maremania che sarà come un amica per noi e ci aiuterà a risolvere tutti quei problemi che davvero non avremmo voluto avere. Noleggiamo una Honda Civic e partiamo per la capitale Victoria, una delle più piccole al mondo. Da qui saliamo sulle colline per ridiscendere nell’altro versante dove c’è la più bella spiaggia dell’isola. Un po’ di riposo al nostro Coco d’or e quindi ripartiamo alla scoperta di luoghi interessanti. Direzione nord verso Glacis. Cominciamo a notare i famosi blocchi granitici dispersi qua e la sulle rive e sulle spiagge. Questo grande arcipelago consiste in realtà di due zone ben definite. Quella a nord poggia su una piattaforma profonda non più di 100 metri mentre a sud ci sono degli atolli corallini e grandi profondità oceaniche tutto intorno alle isole Almirante. Ridiscendiamo lungo il versante nord - est raggiungendo nuovamente Victoria ma è tardi per visitarla perciò optiamo per la cena in ristorante tipico ricavato in una casa creola che tanti anni fa ospitò l’esploratore Stanley di ritorno dall’Africa. L’ambiente è suggestivo ed a lume di candela gustiamo alcuni piatti locali come il tek-tek (zuppa di piccole conchiglie) e pollo al curry. Il caffè consumato fuori al fresco aiuta davvero alla meditazione. L’indomani facciamo ritorno a Victoria con l’intenzione di percorrere la costa ovest da nord a sud. Il mare è un po’ agitato a causa del vento ma le spiagge sono molto belle anche se il bagno decidiamo di rinviarlo quando vedremo un sito idoneo. Peregriniamo ad Anse Boileau e poi ad Anse a la Mouche. Sostiamo finalmente ad Anse Lazare dove degli imponenti blocchi granitici creano un ambiente unico, da fotografia, ma qui non se ne parla di esperienze marine cosi proseguiamo seguendo la strada costiera che è inspiegabilmente pericolosa. Sono presenti infatti come dei canaletti di deflusso dell’acqua  dove bisogna prestare molta attenzione per non finirci dentro con gravi conseguenze per la salute del mezzo. Raggiungiamo la punta meridionale ad Anse Takamaka ma anche qui, come del resto nell’altro versante fino ad Anse Royale il mare non è tranquillo. Si decide per una sosta ad Anse a la Mouche. Il vento spira continuamente da sud - est d’estate e da nord - ovest d’inverno. A causa della bassa marea l’acqua ci arriva alla pancia ma siamo stanchi di girare in auto così ci facciamo piacere il luogo con la sincera speranza di trovare in seguito di meglio. In seguito risaliamo in direzione di Port Glaud pranzando sulla strada per Sans Souci con di fronte il panorama del parco marino. La giornata termina nella nostra zona di Beau Vallon dove di sera ceneremo al Lobster Pot gustando due ottimi pesci come il smoked Sail fish ed il grilled Kingfish Wahoo. Domattina aspetteremo Taphy che ci confermerà l’escursione a Bird Island, un isola sull’estremo nord della piattaforma delle Seychelles. Riprendiamo l’auto alla ricerca di spiagge dove godere finalmente esperienze marine gratificanti ma sembra che nemmeno nei pressi di Fisherman Cove ci sia nulla di cosi entusiasmante che attiri la nostra attenzione. Attraversiamo il Morne Seychellois national park fra strade tutte curve in mezzo alla foresta. Il luogo è bello, impreziosito con canti di uccelli e la vista di infinità di tipi di piante  ma quello che a noi interessa ora è trovare una buona spiaggia.  Percorriamo zone con piantagioni di tè per terminare in cima alla collina dove è bellissima la vista sull’isola di Therese. Ridiscesi, sembra proprio che non esistano spiagge dove poter godere di esperienze come ce ne saremmo aspettate e siamo costretti per un'altra volta a rifugiarci ad Anse a la Mouche. La giornata prosegue con una sosta a La Marine dove costruiscono a mano dei modellini davvero eccezionali di velieri antichi. Costano parecchio ma forse, alla fine del soggiorno ne acquisteremo uno. Raggiungiamo la spiaggia di Beau Vallon dove sostiamo mezz’oretta dato che il tempo non appare gratificare la balneazione. A sera scendiamo a Victoria visitando il Marmite, un ristorante tipico dove gustiamo un ottimo smoked Sail fish con avocado e per secondo il piatto nazionale, il pipistrello frugivero( Bat Fruit). Lo servono in salmì ed in pezzetti. Il sapore è intenso come la cacciagione ed è un obbligo provarlo qui alle Seychelles. Il giorno seguente è nostra intenzione andare in canotto al largo di Beau Vallon ma purtroppo il destino malefico ha deciso che debba piovere cosi optiamo per una visita della capitale Victoria. E’ una cittadina tranquilla con un agglomerato di piccole ma decorose baracche in periferia e sparse sulle colline adiacenti. Iniziamo la visita dal monumento in onore dell’Asia, Africa ed Europa dopodiché scendiamo lungo l’Indipendence avenue. E’ presente anche il museo nazionale con reperti antichi persino portoghesi del ‘500. La strada termina a Clock tower, perfetta riproduzione del Big Ben di Londra. Percorriamo ora la Francis Raquel street fino alla casa del partito ed alla curiosa moschea, unica in Victoria. Il cielo è sempre nuvoloso e non preannuncia miglioramenti. Entriamo a market street dove si incontra la vera umanità della capitale. Visitiamo il mercato dove sostano dei curiosi uccelli chiamati Madam Paton. Sono sempre presenti ed elemosinano cibo. Dopo una puntata all’Arcivescovado notiamo che il tempo sembra migliorare così decidiamo di ritornare a Beau Vallon dove assistiamo al rientro dei pescatori. E’ una scena normale da queste parti ma per noi assume un fascino particolare. Il soggiorno finora non ci ha regalato niente di entusiasmante ma siamo fiduciosi nel proseguo. Il giorno seguente partiamo alla volta di La Marine dove acquisteremo un favoloso veliero negriero. E’ costato 150 ore di lavoro e ha lo scafo in legno di tek. Ci rechiamo poi di corsa all’aeroporto dove ci aspetta un bimotore che ci porta sull’isola corallina di Bird. Dall’alto si ammira uno splendido mare dalle molteplici sfumature. Bird island si chiama così perché in questo periodo è popolata da migliaia di sterne buscate(sooty terns) che nidificano proprio qui. Scesi dall’aereo ci accompagnano al nostro bungalow e strada facendo si notano distintamente i versi degli uccelli. Sistemiamo le nostre cose e subito usciti ammiriamo una bella colonia di lesser noddy. La spiaggia vicina è fantastica anche se il vento increspa le onde del mare impedendoci il massimo piacere. L’acqua è color turchese e dopo una mezz’oretta di riposo mi armo di materiale fotografico e ci dirigiamo verso l’interno. Percorsi 300 metri ecco la prime colonia di sterne. Ce ne saranno 400 - 500 schiamazzanti in una radura. E’ una scena fantastica a cui mai ho assistito di simile. Roba che si vede solo nei documentari televisivi. Le sterne si muovono, si alzano in volo, nutrono i piccoli in un quadro di impressionante naturalità. Possiedono un becco di 6 - 7 cm. Finito di filmare me ne sto estasiato ad ammirarle. Si torna per pranzare, con la compagnia di alcuni cardinals che si depositano sui tavoli in cerca di briciole di pane. Alcuni di loro le prenderanno persino dalla nostre mani. Dopo il pasto tagliamo a piedi tutta l’isola sbucando dalla parte opposta. Il rumore degli uccelli si fa sempre più vicino ed il sentiero finalmente termina in una radura dove le sooty terns sono a migliaia, tutte attorno a noi. E’ uno spettacolo eccezionale, impressionante. Alcune stanno covando, altre atterrano o si librano in volo in una babilonia di suoni che ci lascia estasiati. Ritornando verso i bungalows attraverso il lato più a nord ci aspetterà un’altra sorpresa mozzafiato. Notiamo che le sterne si fanno sempre più numerose e ci volano sopra la testa. Se il fenomeno dapprima è saltuario, ad un certo punto siamo davvero circondati da tutti i lati da uccelli che gettano nel panico più totale Gosia la quale decide di tornare al bungalow. Alcune ci volano letteralmente sopra la testa, altre sembrano cadere in picchiata verso di noi per poi deviare all’ultimo momento. E’ un’esperienza adrenalinica!. Trascorriamo la serata godendoci la pace di questa isola nel cuore dell’Oceano Indiano. Il giorno seguente facciamo vita balneare ma nel pomeriggio deciderò di sviluppare ancora meglio le incredibili emozioni che regalano le sterne. Ritorno nel punto più a nord dell’isola entrando di colpo in  simbiosi con loro che ora sono tutte intorno a me, sopra di me. Punto la telecamera verso il cielo cercando di immortalare qualche uccello che si libra sulla mia testa. Saranno a decine le attrici di questo mio filmato che rimarrà uno dei più entusiasmanti da me realizzati. Dopo circa 15 minuti entro come in sintonia con loro e non ricordo di avere mai visto nulla del genere in decine di documentari televisivi. Mi sdraio di fronte a centinaia di loro in silenzio e con movimenti lenti, misurati le ammiro mentre nutrono i loro piccoli e in decine di altri atteggiamenti che mi sono rimasti scolpiti a fuoco nella memoria. L’esperienza di Bird island è stata guastata anch’essa dal tempo purtroppo nuvoloso ma le sterne ci hanno regalato uno scoop che sono certo sia molto difficile vivere in altri luoghi al mondo. Domani ritorneremo a Mahè ancora sotto una pioggia fastidiosa che non smetterà un attimo perciò l’unica escursione sarà serale all’interno del Beau Vallon hotel dove faremo qualche puntata al locale casinò. Il brutto tempo continua a perseguitare la nostra vacanza ma di mattina decidiamo comunque di dirigerci a nord per poi ridiscendere verso la capitale. Lungo il percorso sostiamo ad ammirare un incredibile esemplare di meduse tree(albero medusa) con decine di liane intrecciate e proseguiamo fino ad Anse Aux Pins e quindi Anse Takamaka dove pranziamo da Jean Baptiste. La giornata termina di nuovo mista alla delusione per non aver ancora goduto di una gratificante esperienza balneare e sembra incredibile che questo possa accadere alle Seychelles!. E’ il nostro decimo giorno di viaggio e si preannuncia come quelli che lo hanno preceduto. Dopo colazione si parte verso nord a Glacis dove finalmente troviamo un buon punto per fare il bagno ammirando anche una buona fauna sottomarina. Pranziamo in seguito al Pomme Cannelle, tipico locale Seichellese dove testiamo per la prima volta il cuore di palma, dal sapore delicatissimo. Ogni palma  ne possiede uno solo in cima all’albero. Un buon Calou on the rocks come aperitivo e quindi un pollo con salsa creola con contorno di mango tritato. Ripartiamo verso Anse Intendance dove però si sta svolgendo un servizio di moda perciò proseguiamo  verso Police bay attraverso una stradina tra la vegetazione  ricca di alberi di jack fruit e di banano. Qui siamo all’estremo dell’isola, oltre la quale c’è solo un distaccamento di militari. Le onde sono molto forti, imponenti ed è per questo che un cartello vieta la balneazione in questo punto. Ritorniamo in albergo consapevoli ancora una volta di non aver goduto nulla che assomigliasse ad un mare tropicale. La pioggia cade tutta la notte e la mattina decidiamo di visitare la piantagione di tè  di Sans Souci. Degustiamo degli ottimi prodotti locali per poi ridiscendere verso Port Glaud dove però c’è bassa marea e l’esperienza balneare non ci gratifica più di tanto. Che delusione finora!. Per fortuna la giornata sarà impreziosita da una straordinaria Ciprea(bellissima conchiglia) che riuscirò a pescare dal mare durante una delle mie nuotate alla scoperta del fondale. Transitiamo poi da Anse Boileau dove assistiamo al rito del rientro dei pescatori e quindi ritorno in albergo. Il dodicesimo giorno di vacanza sarà il punto più acuto della sfortuna perché nel costatare finalmente l’aprirsi di una splendida giornata di sole, anticipatrice di sicure gratificanti esperienze nel mare di Beau Vallon, l’ottimismo si è rapidamente tramutato in dramma dato che veniamo informati che dei ladri, durante la notte, si sono portati via con una carriola l’intera cassaforte dell’albergo che custodiva naturalmente anche quasi tutti i nostri contanti, i passaporti ed i biglietti aerei. Scalogna nera! Compilati i moduli per l’assicurazione e la polizia anneghiamo i dispiaceri sulla spiaggia di Beau Vallon dove, una volta arrivati, comincia a piovere di nuovo. Trascorsa una giornata d’inferno con dinanzi a noi lo spettro della fine del viaggio, senza soldi e documenti ci chiama Taphy comunicandoci l’effettuazione della gita che avevamo programmata per domani a Round Island ma che abbiamo cancellata dopo questo ennesimo colpo di sfortuna. Ce la pagherà il proprietario dell’albergo, in attesa che la situazione si risolva in qualche modo. La mattina seguente perciò raggiungiamo lo Yacht club dove ci imbarchiamo. Il parco nazionale marino non è molto distante da Victoria e già dalla pancia della nave che ci trasporta si può ammirare la vita sottomarina. Coralli, pesci multicolori stupefacenti dopodiché ecco Round Island, la nostra meta. Ci tuffiamo per uno snorkelling mozzafiato dove finalmente cancelliamo tutte le nostre delusione fra pesci trombetta, farfalla e bellissime tridacne che raggiungono addirittura il metro di grandezza.  Sull’isola, tipico pranzo creolo, per poi godere della spiaggia e di un mare che davvero cancella di colpo tutto il malumore accumulato finora.  La giornata trascorre in modo stupefacente consegnandoci ad una serata davvero spensierata. Il giorno dopo via ancora con l’auto verso Sans Souci e Port Glaud e quindi Anse a la Mouche dove sappiamo esserci un buon ristorante dove gustiamo una zuppa di tek tek e addirittura un filetto di squalo. Si cerca poi una spiaggia dove rimanere ma il problema è che con la bassa marea non si riesce davvero a godere di esperienze gratificanti. Fortunatamente domani mi incontrerò con Miki, un amico di Milano, di ritorno dall’isola di Praslin. Gli ho telefonato ieri per sapere se gli fossero avanzati dei dollari e saremo fortunati. Con i soldi che hanno avanzato ci potremo permettere il proseguo del viaggio. Di pomeriggio, dopo averli salutati ritorno al Coco d’or dove Gosia mi informa che dovremo andare con uno dei proprietari per fare delle fototessere che  ci serviranno per ottenere un temporaneo passaporto delle Seychelles in sostituzione a quello che ci hanno rubato. Taphy, nel frattempo ci conforta dicendoci che per il resto della vacanza a Praslin e per tutte le escursione che vorremo fare pagheranno quelli del Coco d’or in attesa del rimborso da parte della loro assicurazione. Questa è davvero una buona notizia che cambierà di colpo il trend del viaggio. Domani consegneremo l’auto e partiremo verso la seconda parte della nostra vacanza volando verso l’isola di Praslin, la seconda  dell’arcipelago per grandezza e  più bella di Mahè dal punto di vista marino. Atterriamo alle nove ed un pulmino ci porta al nostro Maison des Palmes, un insieme di comodi bungalows.immersi in un giardino tropicale. Chiediamo subito di noleggiare una piccola jeep Suzuki e via alla scoperta dell’isola. Scendiamo di qualche chilometro verso sud per poi salire verso il parco nazionale della Valle de Mai. E’ un ambiente bellissimo e vergine dominato da una vegetazione rigogliosa. Quasi in cima ecco l’entrata del parco che però decidiamo di visitare un altro giorno. Ora il nostro unico pensiero è il mare. Sappiamo della presenza di spiagge stupende e vi ci dirigiamo in un baleno. Scesi nei pressi della più importante baia di Praslin, Baie St. Anne, svoltiamo verso la celebre Anse Volbert. E’ una spiaggia lunghissima dove ci sono tutti i più bei villaggi dell’isola. Siamo veramente immersi in un ambiente paradisiaco. Gonfiamo il canotto  e remiamo verso il minuscolo isolotto di fronte, Chauve Souris, a circa 200 metri dalla spiaggia. Trascorriamo dei fantastici momenti balneari in assoluta solitudine e tranquillità. La serata termina nel giardino tropicale della Maison des Palmes con una ottima cena bagnata da un Bordeaux bianco dell’ 88. L’entusiasmo ritorna al punto giusto e per domattina il programma è intenso. Dopo colazione partiamo in direzione della Valle de Mai, uno dei climax dell’isola. Siamo i primi ad entrare nel parco, segnato da alcuni sentieri. L’ambiente sembra preistorico ed è immerso in una giungla lussureggiante. Palme stupende con foglie enormi riempiono l’incredibile spazio naturale. Sono presenti anche vari tipi di alberi da frutto ma ecco ora la specie vegetale che identifica tutto il parco e la valle: il Cocò de mer. E’ una pianta maestosa dalle foglie molto larghe e sotto la folta chioma frutti incredibili. Un tempo, alcuni di loro vennero trovati nel mare del sud est asiatico e le popolazioni locali gli diedero il nome di cocco del mare perché appunto si pensava provenissero da qualche pianta sottomarina. Fu persino considerato un oggetto importantissimo e dal contenuto afrodisiaco. Il cocò de mer viene svuotato e pulito per venderlo ai turisti e la polpa viene poi esportata  specialmente in Giappone dove si pensa sia uno stimolante sessuale. La sua forma ricorda inequivocabilmente il sesso femminile e molte leggende sono sorte su come avviene la fecondazione tra la pianta maschio e quella femmina. La più accreditata pare  quella riferita da un vecchio pescatore di Praslin ad un giornalista inglese che era venuto in questa isola secondo il quale, durante le notti di plenilunio, il frutto maschio assumerebbe forme tipiche del membro maschile in erezione  ed una sottile brezza trasporterebbe i semi nell’aria fino a fecondare la femmina. In verità non si sa bene ancora come avvenga. Arrivati alla fine del percorso dopo aver visto molti esemplari decidiamo che è arrivato il momento di tornare verso Anse Volbert. Questa volta però proseguiamo ancora, lungo un sentiero sterrato che ci porta attraverso una serie di saliscendi alla meravigliosa spiaggia, decantata da tutti i depliants: Anse Lazio. Credo sia la più bella spiaggia che abbia visto finora. E’ una baia di circa un chilometro di sabbia finissima che pare borotalco, ingioiellata da massi di origine granitica che sembra siano gettati qua e la da una mano ciclopica. Qui è stato girato il film “ Tarzan “ con Bo Derek (le scene della giungla invece ebbero come location la Valle de Mai). Appena entrato in mare scorgo una piccola razza che schizza subito via. Il bagno è fantastico, entusiasmante ed oltre le rocce si può ammirare un mondo sottomarino bellissimo che immortalo con la mia telecamera. La giornata, stupenda, termina al nostro albergo con una cena della medesima piacevolezza. Il giorno seguente vogliamo godere nuovamente le splendide sensazioni provate ad Anse Lazio perciò vi ci dirigiamo subito restandoci fino al pomeriggio dimenticando completamente le pene del mondo che in questo luogo incantato pare abbiano le porte sbarrate. Purtroppo, al nostro ritorno in albergo ci informano che domattina dovrò recarmi a Mahè per  firmare i biglietti di ritorno all’Air France dato che anche questi ce li avevano rubati cosicché, il giorno seguente, sarà impiegato quasi completamente al disbrigo delle pratiche burocratiche. Al mio ritorno a Praslin rimane il tempo della cena che sarà però grandiosa con un insalata di bread fruit e un ottimo king fish filet. Il tutto bagnato dal Fleur de Cap, bianco sudafricano. L’indomani un pulmino ci preleva portandoci a Baie St. Anne. E’ in programma un escursione a La Digue, isola stupenda dove si può circolare solo in bicicletta o su carri trainati da buoi. Navighiamo con onde davvero minacciose. L’imbarcazione si alza e cade in continuazione innalzando spruzzi che alle volte paiono secchiate d’acqua in faccia. Pare quasi di essere sulle montagne russe ed è un esperienza elettrizzante. Sull’isola non ci sono porti naturali ma solo un molo ad angolo retto dove attracchiamo. Noleggiamo subito due biciclette e via alla scoperta dell’isola!. Ci inoltriamo all’interno con la cornice di stupende case creole, retaggio del passato. Pedaliamo piacevolmente lungo i sentieri di questa isola ancora selvaggia per buona parte. Lungo uno di essi notiamo una allevamento di bats fruit (pipistrelli frugiveri) che catturano la nostra attenzione. La loro carne è considerata una vera leccornia dai locali. Raggiungiamo quindi la costa proseguendo verso nord dove dicono esserci il più bel punto dell’isola: Sorce d’Argent. Vi arriviamo dopo poche pedalate e assicuro che la notizia corrisponde a realtà. E’ un quadro sensazionale quello che ci si presenta dinnanzi. Il mare è favoloso con blocchi di granito sparsi ovunque e palme che sembrano essere state collocate in quella posizione da un pittore naturalista. Sono visioni che non dimenticheremo mai. Pranziamo al La Digue lodge e dopo un breve momento di relax via nuovamente verso la costa sud per poi tornare al meraviglioso sito di stamattina. Arriva purtroppo puntuale il momento di ripartire e lasciare questo luogo incantato. Come quasi sempre capita le cose belle durano poco. Dei tropic bird volano in cielo a non molta distanza da noi come per regalarci a loro modo l’addio. La barca è pronta e vi saliamo a malincuore. Ecco Baie St. Anne con il pulmino che ci aspetta. Un po’ di riposo al Maison des Palmes, una pina colada ed una ottima cena a buffet. La giornata è stata ricca di momenti che difficilmente svaniranno dalla nostra memoria. Domani è l’ultimo giorno di viaggio tuttavia abbiamo programmato una piccola escursione di mezza giornata all’isolotto di St. Pierre ed a Curiouse. Il programma comprende anche snorkelling e pranzo su Curiouse. Salpiamo ed avviciniamo l’isolotto di St.Pierre senza fermarci. Lo stupore però si impossessa di noi quando notiamo che la barca non si ferma nemmeno all’altra isola. Il motivo è che abbiamo sbagliato imbarcazione e ci troviamo ora diretti alla lontana Aride. Purtroppo non possiamo torniamo indietro e siamo costretti a rispettare il programma definito. Chiediamo immediate informazioni al capitano il quale però ci conforta. Dovremmo ritornare in tempo per il volo di ritorno a Mahe. Così auspichiamo!. Nel frattempo ecco di fronte Aride. Notiamo immediatamente la moltitudine di uccelli che la avvolgono. Ricorda Bird Island con l’unica differenza che questa è un’isola montagnosa. Come riusciremo a raggiungerlo però pare davvero un problema date le condizioni del mare!. Non c’è alcun attracco, ma ecco che un tipo alla Bob Marley parte in nostra direzione con un gommone che pare saltare sulle onde. Ci sarà da ridere!. L’isola è abitata da due incredibili pionieri molto giovani insieme ad altri pochi aiutanti. Sono inglesi, laureati ed hanno ottenuto di rimanerci per studiare l’incredibile fauna avicola che vi abita. Questo luogo è un autentico paradiso ornitologico, con un numero enorme di uccelli quali i lesser noddy, le sterne, i tropic birds e le leggiadre fregate. La ragazza ci invita ora ad una passeggiata nell’interno per osservare la flora e la fauna locale. Incontriamo delle lucertole molto grosse presenti un po’ dappertutto sull’isola e di tanto in tanto ci indica qualche specie unica al mondo come la gardenia di Wrights ed un incredibile uccello rarissimo del quale non ricordo proprio il nome. La visita prosegue ammirando altri lesser noddy nei loro nidi sugli alberi e sterne a centinaia mentre tropic birds(fetonti) volteggiano aggraziati nell’aria. Torniamo alla capanna dove consumiamo il pranzo naturalmente a base di pesce alla griglia. Un po’ di riposo impreziosito da un bagno effettuato con cautela a causa delle onde e quindi si fa ritorno a Praslin per fortuna in tempo. A Mahè ci aspetta il proprietario del Coco d’Or con una gradevole sorpresa. L’assicurazione ha risolto le pratiche a tempo di record ed è già pronto  il nostro rimborso. Incredibile!. Arriva anche Taphy a salutarci  dopodiché ci imbarchiamo sul nostro volo che dopo una scalo tecnico a Dubai ci porta a Parigi e quindi a casa. Il viaggio ha alternato momenti di incredibili delusioni con altri di acuta felicità ma siamo certi che in fondo saranno le seconde che salveremo indelebilmente nella memoria.

 

 Proprietà letteraria riservata. Copyright © 2004 Daniele Mazzardi
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