2009  VIENNA

La città Imperiale

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Quartiere Stephandom - La cattedrale gotica di Stephandom

 

Partenza anche questa volta in orario da Orio al Serio. Il mio volo Ryanair atterra regolarmente dopo un ora e quindici minuti all’aeroporto di Bratislava. Piccolo inconveniente col bus che avrebbe dovuto portarmi a Vienna, al momento rotto perciò ,io e altre tre persone decidiamo di prendere un taxi fino alla capitale austriaca. Appena raggiunto Vienna mi reco, su consiglio dei miei temporanei compagni di viaggio ad acquistare un biglietto bus per Bratislava dalla compagna Blaguss alla bus station di Erdberg. Quindi, sempre in metro, giungo alla fermata di Neubaugasse. Veloce puntata all’ostello prenotato via internet e quindi riprendo la metro sino a Stephandom platz, l’anima della città. Il tempo è nuvoloso, ma io sono ben coperto e per fortuna non piove. Dapprima faccio un giro completo della piazza ammirando l’omonima cattedrale da tutti i punti di vista. La torre principale, purtroppo, ha un’impalcatura che ne infastidisce il profilo, ma stanno pulendo le statue che sono oggettivamente sporche. Molto bella la facciata maggiore con il portale dei giganti. Ammiro la guglia della torre principale con i suoi 137 metri e le sfavillanti maioliche del tetto(250.000 tegole). Entrato, ammiro la bella navata centrale con il pulpito di Pingram. Nel transetto, grande vetrate policrome. Molto bello l’altare con la pala di Tobias Pock che raffigura il martirio di S.Stefano. Sulla destra, la tomba di Federico III in marmo rosso decorato. Uscendo, sempre sulla destra c’è l’entrata per salire alla torre. Sarà faticoso sorbirsi i 343 scalini della scala a chiocciola, ma non potevo privarmi del panorama che si gode dalla cima. Sceso, decido di seguire l’itinerario della mia guida, che inizia nell’adiacente Singergasse dove entro nella Deutschordenskirche, chiesa che appartiene all’ordine dei cavalieri teutonici. Sulle pareti interne sono esposti i blasoni dei cavalieri e lastre commemorative. Bella la pala d’altare. Proseguo percorrendo la Blutgasse, con le sue belle case in stile, quindi la Grunangergasse, una strada tranquilla frequentata nel XIX secolo da Franz Schubert. In Dongasse, al n°5 Mozart e la sua famiglia occupavano un appartamento al primo piano. Entro poi nella vicina Franziskanerkirche, la chiesa che costruirono i francescani quando giunsero in città. Facciata anonima, ma bella navata interna in stile barocco. Proseguo in Postgasse, apprezzando la Dominikanerkirche però chiusa. Ho notato un numero elevato di bar e locali italiani. I ristoranti migliori paiono i nostri. Passeggiare nel centro viennese si sta rivelando un esperienza assolutamente gradevole. Percorro ora la bella Schonlaterngasse, che deve il nome alla lanterna di ferro battuto del n°6. Quasi di fronte, la casa dove visse Robert Schumann. Poche centinaia di metri ed eccomi nella bella Dr. Ignaz Seipel platz. Ammiro l’Accademia delle Scienze, un tempo fulcro dell’antica università, ma il pezzo forte è la Jesuitenkirche, con le sue tipiche cupole asburgiche. E’ qui che nel 1620 i Gesuiti decisero di trasferirsi per restare vicini all’università del quale avevano il controllo. Sobria la facciata, ma non l’interno dove invece si ammira uno sfarzoso barocco. Unica navata con quattro imponenti coppie di colonne a torciglione. Stucchi e affreschi, specie sulla volta e un bel altare. Mi reco ora nella vicina Fleischmarkt, un tempo sede del mercato della carne e risalente al 1220. Intorno, bellissimi negozi e molti bar. Resto affascinato dalla sfarzosa facciata della greco ortodossa Griechischekirche, in mattoni bianche e rossi a vista e archi dorati alle finestre. Mi trasferisco quindi dall’altro lato della Rotenturm strasse, raggiungendo il quartiere ebraico. In Ruprechtplatz entro nella Ruprechtkirche. Niente di che, anche se sembra che sia la più antica di Vienna. Ristoranti kosher in Judengasse fino all’Hoher Markt, la più antica piazza della capitale austriaca. Osservo ammirato l’orologio Anker, in bronzo e rame. Venne ultimato nel 1914 e ogni ora, una figurina storica come l’imperatore Marco Aurelio o Haydn sfila da un lato all’altro del quadrante, al suono di una musica d’organo. Sempre in Hoher Markt s’innalza la bella fontana nuziale fatta erigere da Leopoldo I per rispettare il voto fatto nella speranza che suo figlio Giuseppe tornasse sano e salvo dall’assedio di Landau. Più avanti l’affascinante Judenplatz, nel medioevo fulcro del quartiere ebraico. Al centro della piazza si trova la statua del drammaturgo tedesco Lessing e nelle vicinanze un monumento che vuole commemorare le vittime dell’Olocausto. Il luogo è ricco di suggestione, tranquillo e fascinoso. I sovrani assurgici furono anche re di Boemia la quale veniva governata da un palazzo presente proprio qui. Ritorno nella vicina Wipplinger per raggiungere poi Salvatorgasse e la bella chiesa Maria Am Gestade. Con la sua svettante guglia di 56 metri e le immense vetrate è una delle più antiche chiese della città. Eretta nel XIV secolo su una base esistente dal 1158 fu restaurata nel secolo scorso. Unica e stretta navata le cui colonne sono decorate con baldacchini gotici che racchiudono sculture appartenenti a vari periodi. Belli i pannelli gotici dell’altare. Mi reco quindi ad Am Hof, la più grande piazza di Vienna. Qui i romani vi istallarono una guarnigione. Al centro si innalza la Mariensaule, la colonna della Vergine, che commemora la scampata invasione svedese nel corso della guerra dei trent’anni. Nelle vicinanze la fascinosa Naglergasse, già nel quartiere dell’Hofburg. Belle case barocche e una serie di locali e negozi affascinanti. Giunto alla stupenda piazza del Freyung entro nell’omonimo passaggio, una stretta galleria costeggiata da lussuosi negozi e boutique. Percorro ora la Bankgasse, in cui vi è la più alta concentrazione di residenze nobiliari della città. C’è il palazzo dell’ambasciata ungherese e il palazzo Liechtenstein. Eccomi ad ammirare ora il grandioso Burgtheater, da cui parte tutta una serie di ampi giardini intorno alla splendida Rathaus, il Municipio. Mi reco quindi alla vicina Minoritenplatz, bella piazza, silenziosa e circondata da bei palazzi quale quello barocco al n°1 che un tempo ospitava gli archivi di Stato. Al n°3 il palazzo Dietrichstein, uno dei primi edifici del grande architetto Hildenbrandt. Oggi ospita la Cancelleria federale e gli uffici degli Esteri. Ma ciò che rende spettacolare la piazza è la sua chiesa che svetta centralmente, la Minoritenkirche, eretta dai frati Minoriti nel 1224. Da uno dei lati esterni ammiro il particolarissimo campanile di forma piramidale. Di grande bellezza il portale d’ingresso decorato da statue sovrastate da baldacchini scolpiti a traforo. L’interno, sorprendentemente ampio e luminoso, contiene una copia a mosaico del Cenacolo di Leonardo da Vinci. L’opera fu commissionata da Napoleone Bonaparte a Giacomo Raffaelli con lo scopo di sostituirla all’originale milanese che avrebbe poi trasferito a Parigi. Dopo la sua disfatta a Waterloo nel 1815 la versione fu acquistata dagli Asburgo. Belli anche i dipinti presenti nelle navate laterali. Attraverso la Herrengasse giungo quindi alla straordinaria Michaelplatz, con la centro i recenti rinvenuti resti di un accampamento romano. Ma è il Michaelertor, il grandioso ingresso dell’Hofburg, che impressiona più di tutti. Sono presenti anche banche, caffé importanti e la Michaelerkirche. L’Hofburg è il castello di Vienna e si trova nel cuore della città. Questo complesso di edifici fu costruito attraverso sei secoli, perciò vi si possono notare tutti gli stili architettonici. E’ una testimonianza inestimabile della crescita e successiva sparizione della dinastia asburgica e dei loro re. Attraverso la Porta Michele e mi trovo nell’Alte Burg, l’ala del cancelliere, con al centro il monumento dell’imperatore Francesco I. Di fronte il palazzo dell’Amalienburg, costruito nel 1575 per Rodolfo, figlio dell’imperatore Massimiliano. Di particolare bellezza è la barocca torre dell’orologio. Dall’altro lato la Schweirertor, la Porta svizzera, la parte più antica dell’Hofburg. Attraverso il passaggio giungendo al Neue Burg, un sontuoso spazio in Hildenplatz occupato da un edificio arcuato che ospita tra gli altri il celebre museo dei papiri, il più grande al mondo. Il Neue Burg rappresenta la fase conclusiva della parabola degli Asburgo, quando già montavano i primi aneliti d’indipendenza e l’impero sembrava resistere solo per il carisma dell’imperatore Francesco Giuseppe. Nel 1938 dal suo terrazzo centrale, Hitler proclamò l’anschloss, l’unione di Austria e Germania a migliaia di viennesi. Ammirato il monumento del principe Eugenio di Savoia, ritorno nei pressi dell’ingresso dove voglio ora visitare i musei al suo interno. Comincio col museo Sissy dove si racconta la storia della triste imperatrice Elisabetta (detta Sissy) andata sposa a soli 17 anni a Francesco Giuseppe. Inizio poi la visita delle stanze imperiali, lungo tutta l’ala del cancelliere. La sala delle udienze, dove Francesco Giuseppe, che governò per 68 anni (dall’età di 18) conferiva due volte la settimana con chiunque desiderasse esporre dei problemi. Tappezzeria damascata e lampadari di Boemia elettrificati solo nel 1881. La camera delle conferenze dove si svolgevano le negoziazioni tra i ministri e poi lo studio di Francesco Giuseppe, sala spartana, dato che lui non amava per se il lusso. Un inginocchiatoio testimonia la sua grande fede religiosa. Poi gli appartamenti di Elisabetta con lo studio e la sala della toeletta, con attrezzi ginnici che le consentivano di restare sempre in forma. Bella l’anticamera con decorazioni rococò e ritratti alle pareti dei figli dell’imperatrice Maria Teresa. Il salotto di Elisabetta, riccamente decorato da tessuti purpurei e infine la sfarzosa sala da pranzo dove si svolgevano le ceni solenni. L’altro museo, il Silberkammer, è ora chiuso perciò cercherò di visitarlo domani. Dopo un caffé ristoratore in un bar della Herrengasse, entro quindi nella Michaelerkirche, un tempo chiesa parrocchiale della corte. Bello il campanile e le statue barocche che sovrastano il portico. All’interno vi sono affreschi rinascimentali e un imponente organo riccamente scolpito. Costruita su tre navate, presenta un affascinate altare con una cascata di cherubini e raggi di sole. Ora me la prendo un po’ più comoda. La luce sta calando nel tardo pomeriggio mentre passeggio nella bella Herrengasse dove sorsero le prime residenze della nobiltà asburgica. Affascinati negozi l’abbelliscono pregevolmente. La giornata sta volgendo al termine. Ho visitato più di quello che avrei immaginato e posso ritenermi più che soddisfatto. Ritorno nei pressi del Burgtheater per ammirare la straordinaria architettura del Rothaus, sede dell’assemblea municipale e provinciale di Vienna. La facciata è dominata dalla torre centrale alta 100 metri e sormontata da una statua alta tre, raffigurante un cavaliere in armatura. La facciata presenta un alta loggia con balconi e decorazioni a traforo. La sua architettura assomiglia molto a quella dei bei palazzi della Grand Place a Bruxelles. Di fronte all’edificio si trova il rigoglioso parco Rathaus. Proseguo fino a Langegasse e ceno al ristorante Schnatti che propone piatti della Stiria (Austria meridionale). Non è un locale per turisti, ma per una clientela selezionata locale e mi rendo conto subito della mia buona scelta. Ordino un wildentenbrus (petto d’anitra) con traubenpuree e cavoletti di Bruxelles. Il vino sarà un sontuoso rosso Blaufrankish Centauros del 2006. Soddisfatto della cena, ritorno al Rathaus per ammirarlo nell’affascinate cornice dell’illuminazione notturna. Resto nel parco mezz’oretta per nutrirmi della straordinaria quiete culturale che mi pervade per poi raggiungere la vicina fermata della metro di Rathaus. Cambio di linea in Volkstheater e scendo quindi dalla U3 in Stephandomplatz. Speravo di contemplare anche qui la cattedrale illuminata invece, solo poche luci mettono in evidenza la torre principale. Pazienza! Riprendo la metro e torno in ostello a studiare il percorso per la giornata di domani. Buonanotte.Mi sveglio come al solito molto presto e, sistemato tutto, mi reco giù dabbasso a far colazione in una panetteria bar. Metro, che cambio due fermate dopo con la U6 e poi la U4 fino a Schonbrunn. Mi dirigo sino all’ingresso dove attendo qualche minuto. Acquisto il biglietto per il percorso imperiale che mi consentirà di visitare tutte le stanze aperte al pubblico. L’antica residenza della famiglia imperiale di Schonbrunn era la sede estiva della famiglia degli Asburgo e fu luogo delle trattative politiche importanti. Attraverso la sala della guardia accedo alla successiva del biliardo, il primo spazio dell’appartamento privato di Francesco Giuseppe. Quindi la stanza delle udienze in legno di noce con tavoli in onice, la sala da pranzo e poi la stanza dei bambini di Maria Teresa (ebbe 11 figli). Ora percorro le stanze del castello prospicienti l’immenso giardino esterno. Entro nella sala degli specchi, dove il piccolo Mozart diede il suo primo concerto all’età di sei anni davanti all’imperatrice Maria Teresa nel 1762. Entro nella stupenda galleria per le cerimonie di corte. Lunga 40 metri e larga 10, servì per i balli e i ricevimenti solenni. La parte interna fu progettata dall’italiano Pacassi. Nel 1961 vi avvenne lo storico incontro tra Kennedy e Krusciov. Specchi alle pareti e stupendi affreschi sulle volte. La bella sala del Carosello che serviva per anticamera per i ricevimenti di Maria Teresa. Il nome deriva dal dipinto Carusel de Dame. Ecco la stanza di Napoleone, che servì negli anni 1805-1809 da camera da letto di Bonaparte. Più tardi vi soggiornò anche suo figlio, il duca di Reichstadt. Circondato da arazzi stupendi di Bruxelles come la successiva stanza denominata proprio stanza degli arazzi che faceva parte degli appartamenti di Francesco Giuseppe. Anche le poltrone sono decorate con lo stesso tessuto. La straordinaria stanza del Milione che servì a Maria Teresa come stanza delle udienze. E’ forse l’ambiente più famoso del castello, in legno di rose selvatico con intorno miniature indoeuropee cesellate dagli artisti di corte. Da restare a bocca aperta! La visita ha termine. Entro ora nei giardini  ammirando l’edificio da più punti d’osservazione. Tutta la zona del castello e il giardino zoologico più antico del mondo, nel 1996 fu iscritto nella lista del Patrimonio culturale mondiale dall’Unesco. Percorro il lungo parterre fino alla fontana di Nettuno, ai piedi della collina di Schonbrunn che salgo fino ad arrivare alla Gloriette, un porticato neoclassico composto da un arco di Trionfo, portici e scale. La ridiscesa è la parte più bella perché mi fermerò più volte ad ammirare lo straordinario colpo d’occhio dell’edificio imperiale con i suoi giardini. E’ un’autentica emozione contemplare questo sito, ma devo raggiungere ora la metro perché vorrei anche concedermi una visita alla Karlskirche. Nonostante questa del Belvedere sia una zona che vorrei visitare durante un altro viaggio non riesco a negarmi di ammirare una delle più originali chiese che abbia mai visto. Durante la peste del 1713, l’imperatore Carlo VI fece un voto. Non appena la città fosse uscita dall’epidemia, avrebbe fatto costruire una chiesa dedicata a San Borromeo, arcivescovo di Milano e santo protettore dei malati di peste. Il concorso fu vinto dal celeberrimo architetto Von Erlach. Nacque così questo capolavoro barocco dalle forme sontuose ed eclettiche. La gigantesca cupola e il portico s’ispirano all’antica Grecia e a Roma mentre vi sono influenze orientali nei padiglioni laterali e nelle colonne che richiamano i minareti. Le due colonne della facciata poi… ispirate alla colonna romana di Traiano, decorate con rilievi a spirale che illustrano la vita di san Carlo Borromeo! La costruzione durò 25 anni. L’altare interno è decorato da rilievi in stucco e le sue colonne corinzie sono di marmo rosso. Ci sono dei lavori per sistemare il grande affresco della volta e con un ascensore ho l’opportunità di ammirarlo da vicino. Uscito, riprendo la metro a Karlsplatz fino a Herrengasse da cui raggiungo velocemente e di nuovo il complesso dell’Hofburg e il suo museo Silberkammer. Nelle sale del pianterreno dedicate alla mensa e all’argenteria di corte è esposta una sorprendente varietà d’oggetti tra i quali gli ori, gli argenti e le porcellane utilizzate durante i banchetti asburgici di Stato. Uno degli oggetti più interessanti è un centrotavola del XVIII secolo in bronzo dorato lungo 33 metri con relativi candelabri. Notevole anche il servizio di Sevres, donato da Luigi XV a Maria Teresa. Uscito dal museo, seguo ora l’itinerario dell’Hofburg indicato dalla mia guida. Partendo da Maichaelerplatz e lungo la Herrengasse, svolto in Wallernstrasse e quindi ancora in Naglerstrasse con i suoi bei negozi. Eccomi al favoloso Graben ma primo entro in Kohlmarkt che conduce direttamente al palazzo imperiale. Qui sono presenti alcuni dei negozi più esclusivi di Vienna come Gucci, Dolce e Gabbana, Tiffany e Bulgari. Al n°16 la famosa libreria dell’editore Manz. Ci vorrebbe un ora solo per visitare questa straordinaria via. Quindi percorro Braunerstrasse con locali e negozi di antiquariato. M’appare dinnanzi, nel Graben, la Postsaule, monumento che fu fatto costruire da Leopoldo I per commemorare la fine dell’epidemia in città. Decine e decine i locali turistici nei dintorni, uno spettacolo per gli occhi e per il cuore sollecitato da emozioni continue. Passeggiando lungo la Dorotheergasse, ritorno nel complesso dell’Hofburg. Passo la sede del museo ebraico sfociando nella Josefplatz, al centro della quale si erge la statua di Giuseppe II. Entro nell’adiacente Augustinerkirche che vanta uno degli interni gotici del XIV secolo meglio conservati. Ammiro la tomba di Maria Cristina, la figlia prediletta di Maria Teresa, una splendida scultura realizzata dal Canova. Approfitto del tempo ancora a disposizione per entrare al Pruskaal e rimango esterrefatto dall’ambiente unico di ingestibile bellezza. Eretta per volere di Carlo VI come biblioteca di corte, possiede una collezione di 2.600.000 libri, fra i quali quelli appartenuti ai monasteri che vennero chiusi dopo le riforme religiose volute da Giuseppe II. La Pruskall è lunga 77 metri ed è la più grande biblioteca barocca d’Europa. Luce soffuse, le volte del soffitto affrescate, colonne, splendide statue e scaffali, scaffali enormi ripieni di testi sui quali venne trascritto e depositato il sapere umano nei secoli. Volumi che parlano di storia, geografia, astronomia, scienza, delle esplorazioni dell’uomo nei cinque continenti. Una giornata davvero incredibile, che termina con la mia ultima visita al museo del tesoro secolare ed ecclesiastico. Manufatti che lasciano senza fiato, di una bellezza che abbaglia. Vestiti d’incoronamento e premiazioni, la corona imperiale di Rodolfo II, opera di artigiani ceki. Stupenda la culla d’argento dorato che la città di Parigi ha regalato a Napoleone e a sua moglie Maria Luisa della dinastia degli Asburgo. Straordinaria anche la corona imperiale del Santo Impero Romano del popolo tedesco che fu probabilmente elaborata in occasione dell’incoronazione dell’imperatore di Sassia, Otto nel 962. E’ composta da otto parti d’oro, di gemme, perle e smalti. Bene! Sono più che soddisfatto. Uscito dal museo faccio ancora una puntatina più avanti ad ammirare dall’esterno il museo Albertina e, li vicino, il famoso hotel Sacher, fondato da Franz Sacher che si crede sia stato l’inventore della famosa torta famosa in tutto il mondo. Ultima occhiata allo straordinario complesso della Staatsoper, l’Opera di Vienna e quindi raggiungo Herrengasse e, con la metro, Erdberg, la bus station dove fra poco partirà il bus della Blaguss per Bratislava. Il sole scende poco prima di fare l’ingresso nella capitale slovacca, piena di casermoni abitativi retaggio del periodo comunista. Si attraversa il bel ponte a una sola campata sul grande Danubio e ho la chance di ammirare il famoso castello della città abbarbicato su una collina. Giunto all’aeroporto, distante sei chilometri dalla città, attendo il mio volo di rientro che per fortuna sarà in orario. Vienna è stata una visita impareggiabile, certamente una delle più belle città al mondo, insieme a Parigi, Londra,  Roma, Kathmandu e Sana’a.

 

 

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