2016  LONDRA

La città multietnica

Come accaduto qualche anno fa con Parigi, abbiamo voluto far conoscere ai figli anche questa grande capitale europea. In quattro giorni è impensabile visitarla come meriterebbe, ma sono certo che il programma che ho pianificato sia in grado di farne vedere le sue maggiori bellezze. Purtroppo, il volo Easy jet che sarebbe dovuto partire da Malpensa alle 7.35 presenta un problema che il comandante vuole approfondire, e quando il guasto verrà giudicato non risolvibile, dovremo attendere da Londra un secondo apparecchio in sostituzione. Partiremo addirittura alle 14.50, atterrando a Londra alle 16.30 ora locale e, nonostante il Gatwick express, il mezzo più veloce per giungere a Victoria station, e una certa spigliatezza nel giungere al nostro Dolphin hotel in Norfolk street, nella zona di Paddington, dobbiamo prendere atto che saremo costretti a modificare qualche progetto originario. In questo resoconto di viaggio ometterò alcune descrizioni di luoghi, chiese e monumenti, già descritti durante le precedenti tre volte in cui mi ci sono recato, approfondendo solo i luoghi che, per diverse ragioni, non sono riuscito a vedere allora. Raggiungiamo velocemente, con la metro, Westminster, dedicandoci per primo al Palazzo del Parlamento. Fin dal 1512 il palazzo di Westminster è la sede delle camere del Parlamento chiamate Camera dei Lord e Camera dei Comuni. Quest’ultima è formata dai membri del Parlamento eletti dai diversi partiti politici. Il partito con più membri forma il governo e il suo leader diventa Primo ministro. I dibattiti dei Comuni sono moderati da un membro imparziale designato come speaker. Il governo formula i progetti di legge che prima di essere ratificati sono dibattuti in entrambe le camere. Il Big Ben, la famosa torre dell’orologio, alta 106 metri si staglia sul cielo splendente di sole. Una campana da 14 tonnellate fu issata nel 1858 e l’orologio del campanile è il più grande d’Inghilterra con i suoi quattro quadranti da 7 metri e mezzo. L’edificio neogotico presenta molte guglie e statue di pregevole fattura, specie nella Victoria tower che contiene tutti i documenti del palazzo. Intorno, due statue, una raffigurante Oliver Cromwell e una equestre di Riccardo Cuor di leone. Lo scenario è stupendo, con di fronte anche la famosa abbazia di Westminster programmata per l’ultimo giorno. Proseguiamo per il Whitehall,  con numerosi edifici governativi come il Tresory, dove si amministravano le finanze della nazione. Passiamo da Downing street, la residenza del primo ministro il cui ingresso, dal 1989 per ragioni di sicurezza, è chiuso da una cancellata di ferro. Ormai è sera e non c’è movimento alle Horse Guards, ma ci ritorneremo domani. Eccoci finalmente nella celeberrima Trafalgare square, con la statua di Nelson. Quattro impassibili leoni furono aggiunti a guardia della base. Di fronte, la National gallery, inaugurata all’inizio del XIX secolo. Raggiungiamo Haymarket, una bella via che costeggia il quartiere di Trafalgar entrando poi in Leicester square, centro divertimenti del West End. Tutta questa zona è un brulichio di locali, cinema, teatri, casinò e le sue vie, Coventry street, Wardour street, sono calpestate da migliaia di persone di giorno e di notte. Più a nord è il quartiere cinese nella Gerrard street. Ci si sente persi in un mare di folla e di attività, come nella successiva Shaftesbury avenue che possiede ben sei teatri e due cinema. Risaliamo qualche centinaio di metri fino ad entrare nel quartiere di Soho le cui strade, pub e caffè sono base di un fertile movimento di scrittori e artisti. Passiamo da Soho square, un tempo punto più alla moda di Londra, passeggiamo lunga alcune delle sue vie più conosciute dove ci sono locali famosissimi dove hanno suonato quasi tutti i nomi più noti del jazz. Siamo stanchi morti e, dopo essere sbucati in Piccadilly, dov’è una bella statua di Eros, alcuni teatri e sfavillanti insegne luminose, ma niente che sia in grado di giustificare la sua reputazione, riprendiamo la metro tornando in albergo. Il meteo ci sosterrà per tutti i quattro giorni avvolgendoci in una frescura ideale alle visite. L’indomani raggiungiamo Charing Cross entrando quindi nel quartiere di Covent Garden. Caffè all’aperto, negozi alla moda, teatri e locali attraggono in questo quartiere orde di turisti. Proseguiamo tramite Russel street fino al Royal Opera house, il primo teatro ad ospitare commedie e concerti. Passeggiamo piacevolmente lungo queste vie zeppe di negozi interessanti. Il climax è Neal street dove si possono ammirare negozi originali come il Tea house o il Neal’s Yard dairy, uno dei negozi di formaggio più considerati di Londra. Che dire dell’affascinante piazzetta del Neal’s Yard, circondata da casette colorate! Questa zona pedonale è un gioiello da assaporare pian piano, senza fretta. Ogni angolo racchiude una sorpresa da contemplare, come in Rose street, dove è presente il negozio di mappe e guide più fornito del mondo, il famoso Lamb and Flag pub, che risale al XVI secolo. Ritorniamo a Whitehall per assistere, alle 11.30 all’Horse Guard parade, il rito del cambio della guardia. Niente di così imperdibile, una breve parata di cavallerizzi nello spiazzo di fronte ai giardini e nient’altro. Percorriamo il St.James’s park fino a Buckingam Palace e poi prendiamo il Pall Mall, per più di 150 anni centro dei club londinesi, quelli più esclusivi e all’interno di edifici sontuosi. Sosta sul prato di St.James’s square per un frugale pasto e quindi via, attraverso il Mall, il lungo viale che porta a Buckingam Palace dove entriamo, con audioguida, per la visita delle State Rooms che solo nel periodo estivo è possibile ammirare. Questa residenza è sede degli affari di stato della monarchia inglese e viene anche usata per celebrazioni e cerimonie ufficiali. Vi lavorano 300 persone e la regina Vittoria fu la prima monarca a viverci. Il palazzo consta di 775 sale di cui 19 di rappresentanza, 52 camere da letto reali e per gli ospiti e ben 20.000 opere d’arte. Ogni settimana la Regina riceve in udienza privata il Primo Ministro. C’è da chiarire che dell’ala orientale esterna, quella del balcone, non si visita niente, mentre le 19 sale di rappresentanza che possiamo percorrere sono dislocate tutte al primo piano dell’ala occidentale interna, quella oltre il quadrangolo a cui si accede dall’ingresso principale. Nel maestoso Vestibolo la Regina riceve i Capi di Stato dopodiché, attraverso la superba Scala Regia, con balaustra dorata e bei quadri alle pareti, e la galleria orientale, ammiriamo la sala da ballo dove ora sono esposti i vari abiti della Regina, ufficiali e non. Il successivo Salotto blu è uno dei più belli, con le sue trenta colonne (binate) dipinte color onice, magnifici lampadari e grandi quadri di ritrattistica, carta da parati blu con motivi in rilievo e una collezione superba di vasi di Sevres. Entriamo poi nella Sala della musica con 16 colonne corinzie in scagliola, a imitazione dei lapislazzuli. Saltuariamente utilizzata per recital privati, possiede un pianoforte a coda, un magnifico lampadario che scende da una cupola straordinaria con disegni a scaglie. Il successivo Salotto bianco, dove gli invitati vengono presentati alla Regina, è circondato da lesene ioniche e rivestita di damasco decorato in oro e bianco. E’ presente una stupenda scrivania a rullo intarsiata con motivi floreali. Da qui si accede alla prestigiosa Pinacoteca, la collezione dei dipinti di Giorgio IV. Fra essi vi noto una Assunzione della Vergine di Rubens, uno stupendo Canaletto e un Van Dick, un Inverno e un ritratto di donna, sempre di Rubens, il ritratto di Andrea Odoni di Lorenzo Lotto e poi ancora opere del Parmigianino, di Tiziano.  Proseguiamo nel Salotto verde, dal soffitto spiccatamente geometrico. Belli gli specchi ornamentali e la tappezzeria della stanza in seta verde intessuta in Irlanda. Quadri alle pareti e oggetti di gran pregio, come uno stipo con pannelli in pietra dura arricchito da pannelli seicenteschi e un fantastico vaso di Sevres a foggia di una nave. Passiamo ora alla Sala del Trono, forse la più affascinante, emozionante. Tutto sembra creato per indirizzare l’attenzione sul palco e il baldacchino del trono. Bellissimi lampadari che illuminano una tappezzeria in seta color cremisi. Bassorilievi con figure classiche cingono completamente la sezione subito sotto lo splendido soffitto a rombi. Estremamente soddisfatti della visita, raggiungiamo in metro Waterloo station e, dopo un penosissimo pasto al Mc Donald’s locale, acquisto i biglietti per il London Eye, l’altissima ruota panoramica di 135 metri eretta nel 2000 per celebrare il nuovo millennio. La giornata è stata ricca ed è ora di tornare al nostro Dolphin hotel. La seguente comincia con un giro nel quartiere di negozi più esclusivi della capitale e, dopo aver raggiunto Oxford Circus e percorso un tratto della Oxford street, scendiamo dalla New Bond Street con le fascinose vie laterali come la Grafton e la Albemarle. Negozi di stilisti come Zegna, Hermes, Burberry e gioiellieri come Garrard, Asprey e Boucheron, Piaget, Van Cleef, Tiffany e Cartier. C’è anche la famosa casa d’aste Sotheby. Proseguiamo in Old Bond street, la parte più in della zona dove sono presenti Rolex, De Beers, Cartier, Omega, Gucci, Prada, Dolce e Gabbana, Saint Laurent. Sbuchiamo sulla Piccadilly e poi ci dirigiamo di nuovo verso Buckingame Palace per assistere al Cambio della Guardia, spettacolo già visto, ma attendo che i miei possano godere anche loro di questa esibizione. Al termine prendiamo la metro fino a Tower Bridge. La Torre di Londra è un must a cui non si può prescindere per cui, come nel caso precedente mi dedico ad altro in attesa che la famigliola porti a termine la visita. Per molti dei suoi 900 anni la torre fu fonte di paura. Tra le sue mura venivano infatti rinchiusi coloro che avevano tramato contro il monarca. Molti di loro versavano in condizioni spaventose, alcuni non ne uscirono mai vivi e molti vi subirono torture inaudite. Una curiosità del sito sono i suoi corvi. Una leggenda affermava che se avessero lasciato il luogo l’impero si sarebbe dissolto. Per questo motivo i volatili hanno le ali tarpate da un lato, cosa che rende loro impossibile volare. Il must del sito è tuttavia la Jewel house dove, all’interno di un bunker sottoterra, vengono conservati i gioielli della Corona. Si tratta di alcuni degli oggetti che attirano il maggior numero di visitatori in Gran Bretagna e forse nel mondo. Si tratta di oggetti sacri e profondamente simbolici. E’ una collezione unica ed ancora in uso. Nelle bacheche sono conservate le preziosissime mazze, la spada di Stato, le vesti dell’incoronazione ed altri oggetti che il sovrano riceve durante l’investitura, come la Spada ingemmata, le armille di Carlo II, bracciali d’oro adornati con gli emblemi smaltati del reame. E poi ancora l’Orbe d’oro del sovrano con la sua croce che simboleggia il mondo cristiano, l’anello del sovrano con un grande zaffiro, lo scettro con croce del sovrano. Molti dei gioielli della Corona risalgono al 1661 quando ne fu realizzata una nuova serie per l’incoronazione di Carlo II. Il Parlamento aveva distrutto le corone precedenti dopo l’esecuzione di Carlo I nel 1649. Solo pochi pezzi nascosti dai sacerdoti dell’abbazia di Westminster giunsero intatti fino alla Restaurazione. La più bella tra le dieci presenti è la Corona di Stato con i suoi 2.800 diamanti e 273 perle. Lo scettro con la croce contiene il più grande diamante tagliato del mondo: la First Star of Africa da 530 carati. La pietra grezza da cui proviene pesava 3.106 carati. Dal lungo Tamigi si gode una splendida vista sul Tower bridge che percorriamo, al termine della loro visita, giungendo nella zona di Sothwark dove effettueremo la salita in cima allo Shard che con i suoi 310 metri è attualmente il più alto grattacielo dell’Unione Europea (ma solo 57° al mondo). La struttura è stata progettata dall’architetto genovese Renzo Piano, ha una forma piramidale irregolare ed è rivestito interamente in vetro. Dall’ultimo piano si ammira una vista impareggiabile, forse la migliore di cui abbia goduto tra tutti quelli che ho potuto salire. D’altronde Londra presenta un panorama variegato che entusiasma dall’alto specie verso la zona sottostante del Tower Bridge e della City con i suoi grattacieli come il Walkie Talkie (160m.), il Gherkin (180m.), il Cheesegrater (225m.). Ridiscesi, è ora di cena e ce la concediamo in un pub nelle vicinanze. Terminiamo la giornata con una passeggiata nella City, a partire dal palazzo dei Lloyd’s fino alla Basilica di St Paul per poi ritornare in hotel. La mattina del nostro ultimo giorno è dedicata finalmente a Westminster abbey. Questi sono i luoghi in cui la mia sensibilità artistica s’esalta ai massimi livelli. Nonostante all’esterno non competa con altri edifici religiosi di pari fama, l’interno mi convincerà a conferirgli lo scettro della miglior cattedrale mai visitata, persino più di San Pietro a Roma. E’ il luogo di sepoltura dei monarchi d’Inghilterra, sede delle incoronazioni e di altre cerimonie. Al suo interno si possono godere di alcuni  tra i più significativi esempi d’arte medievale della città e contiene anche la più vasta serie di tombe e di monumenti del mondo (600 fra tombe e monumenti). La visita, con audioguida, parte dalla navata centrale ed è subito un tripudio di gotico che necessitò 150 anni per la sua costruzione. L’odierna struttura risale al XIII secolo. Qui è presente la tomba del Milite Ignoto circondata da una cornice di papaveri rossi. In controfacciata uno stupendo finestrone con 24 figure di Santi. Uno dei pochi difetti che ho riscontrato in questa straordinaria cattedrale sono le finestre bianche di tutta la sezione alta del cleristorio. Nel pavimento si possono notare molte lastre tombali e 14 maestose policolonne che terminano con archi cuspidati. La volta è altissima e a crociera. Giungiamo alla stupenda transenna che separa dal Coro, ai lati due bei monumenti, uno dedicato a Isaac Newton. Anche nelle due navate laterali sono presenti molti monumenti e tombe. I finestroni di sinistra raffigurano Papi e Re mentre quelle di destra sono bianche (altro difetto). Gli stalli lignei del Coro sono ben intarsiati e alla fine di questo spazio, in posizione elevata, noto due organi, uno di fronte all’altro. Eccoci a contemplare uno degli spazi più belli e famosi di Westminster: l’altare, sovrastato da un mosaico in vetro raffigurante l’Ultima Cena. Tutto il pavimento del presbiterio è eccezionale, uno dei tesori più preziosi dell’abbazia, una pavimentazione medievale progettata e posata nel 1268 da maestri cosmateschi che si compone di 80.000 frammenti di porfido, vetro e onice incastonati nel marmo di Purbeck. Non esagero se affermo che questo luogo meriterebbe di essere visitato per una giornata intera, ma non posso chiedere questo sacrificio alla famiglia, mi tumulerebbero qui in una tomba senza nome e fregi di nota. Perciò proseguo con la mia audioguida cercando di assimilare quante più notizie possibili e scolpirmi nella memoria più immagini che posso degli strepitosi monumenti che ammirerò. La Coronation Chair, l’antico trono ligneo costruito nel 1301 viene trasportato qui in occasione delle incoronazioni. Dietro l’altare c’è la cappella di Edoardo il confessore, il cuore spirituale della chiesa. Intorno al reliquiario centrale che contiene le spoglie del santo riposano cinque re e quattro regine. Ci dedichiamo quindi all’ambulacro, partendo dal transetto settentrionale dove si trova l’enorme monumento dedicato al generale Wolfe(1727), dietro il notevole monumento Nightingale, uno dei più belli e poi ancora la tomba del vescovo Ruthall e l’incredibile effigie di sir Francis Vere, un comandante militare, sormontata da una lastra di marmo sulla quale si trova un corredo d’armi in alabastro, eccezionale. Dopo l’elaborata tomba di Elisabetta I, si giunge così alla strepitosa Cappella della Vergine, da mozzare il fiato con la sua spettacolare volta a ventaglio. Luogo di sepoltura di Enrico VII e di sua moglie, Elisabetta di York. Belli anche gli stalli lignei in quercia. Lungo l’ambulacro meridionale si aprono tre cappelle che contengono altrettanti elaborati monumenti funebri fino al transetto sud lungo il quale si trova l’angolo dei poeti in cui da secoli sono sepolti o commemorati uomini e donne di lettere. Un ultimo sguardo generale prima di uscire nel chiostro, del XIII secolo e con volte a crociera. Non esistono parole per descrivere le sensazioni che si provano a visitare luoghi come questi. Ripartiamo in metro verso la cattedrale di St. Paul. Il grande incendio del 1666 la lasciò in completa rovina e il progetto di ricostruzione fu affidato a Christopher Wren. Svetta la sua imponente cupola, alta 110 metri e seconda più grande al mondo dopo quella di San Pietro a Roma. Non dettaglierò gli interni, operazione già fatta nel precedente viaggio. Per ultimo, voglio far conoscere ai figli i magnifici magazzini Harrod’s e così ci rechiamo a Knightsbridge e trascorriamo lì la nostra ultima parte del viaggio. Harrod’s iniziò le attività in Cable Street nell'East End di Londra, fondato da Charles Henry Harrod, un droghiere proveniente dall'Essex. Nel 1849 il magazzino venne trasferito nell'elegante quartiere di Knightsbridge, proprio di fronte ad Hyde Park. Grazie al lungimirante lavoro di Charles Henry Harrod, il quale era già commerciante di prodotti alimentari e in particolare di tè e prodotti da forno, e a quello di suo figlio, gli affari nella ricca zona di Londra già a quel tempo prosperano, per merito della scelta di prodotti ad altissima qualità. Negli anni seguenti si è allargato inglobando i negozi vicini, fino alla costruzione dell'attuale edificio. L'8 maggio 2010 Mohamed Al-Fayed ha venduto Harrods alla Qatar Holding per 1,5 miliardi di sterline (circa 1,7 miliardi di euro). Il palazzo di Harrods, la cui superficie è di oltre 93.000 m², è formato da 7 piani (di cui due interrati) ed è suddiviso in 300 reparti. Bene, non ci resta che tornare in hotel a ritirare i nostri trolleys, raggiungere Victoria station e da lì, questa volta con la più economica Southern Express, giungere a Gatwick dove, per fortuna, il volo di ritorno non ci riserverà sorprese. Arrivederci.

 

 

 

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