2018  MARTINICA

La Francia ai Carabi

Lasciamo una fredda Milano il giorno di Capodanno e partiamo alle 7.40 da Malpensa, raggiungendo dopo poco più di un ora di volo l’aeroporto parigino di Charles De Gaulle. Trasferimento in bus allo scalo di Orly da dove ripartiamo alle 13.15 giungendo all’aeroporto Lamentin di Fort de France alle 17.40 ore locali (nove ore di volo). Ritiriamo una Dacia Sendero già prenotata dirigendoci subito verso la zona di Diamant (siamo nel sud dell’isola). L’isola misura circa 80 km di lunghezza per 39 km di larghezza nelle massime distanze, il territorio è punteggiato da colline, altipiani e montagne e per il 43% è coperto da foreste. Di origine vulcanica, raggiunge il suo punto più alto nella Montagne Pelée, un vulcano attivo all’estremità nord, che tocca i 1397 metri di altezza. Le tenebre calano presto ai Caraibi e non sarà semplice trovare la casa già prenotata anch’essa. E’ sobria, essenziale, ma ha anche la cucina e ci servirà durante il soggiorno. Per adesso pensiamo a mangiare un boccone e andare a nanna. L’indomani ci alziamo presto e, dopo colazione, alle 7.00 partiamo verso ovest arrivando dopo pochi chilometri alla prima spiaggia di Anse Arlet, una striscia di sabbia dorata che si distende in una baia molto pittoresca. Fascino che aumenta grazie alla presenza tutt'intorno di piccoli villaggi di pescatori dove si respira una remota ed autentica atmosfera locale. Il lato destro del pontile si rivela ottimo per lo snorkeling e vi ammirerò moltissimi tipi di corallo, attinie, gorgonie, una murena, due barracuda e un pesce pietra, oltre naturalmente ad altri pesci caratteristici di questi mari. Proseguiamo lungo la costa alla vicina Grand’Anse d’Arlet, una bella spiaggia di sabbia chiara bagnata da acque calme e limpide. E' molto adatta al nuoto e allo snorkeling, la sua baia protetta è rifugio di molte imbarcazioni. Ci sono diversi ristorantini e qualche negozietto di souvenir e di alimentari. In tarda mattinata terminiamo con l’Anse Dufour un'incantevole spiaggia a ridosso del villaggio di pescatori omonimo. Caratteristiche casette di pescatori strette l'una contro l'altra e, davanti, la spiaggia di soffice sabbia bianca, punteggiata da palme e da barche in equilibrio sui loro tronchi, pronte a partire verso il mare aperto. Il mare è molto bello, limpido e dai fondali bassi e digradanti, ideale per fare il bagno grazie anche alle sue acque molto calme. Il fondale che ho potuto ammirare ha presentato caratteristiche simile al precedente. Si dice sia facile avvistare le tartarughe, ma io non ne vedrò. Dopo sandwich in un localino sulla spiaggia percorriamo l’adiacente sentiero che ci porta alla spiaggia gemella di Anse Noire, l'unica di sabbia nera al sud della Martinica. Il litorale non è molto ampio e da esso parte un lungo pontile che arriva a circa 60 metri dalla riva, per permettere alle piccole imbarcazioni e alle barche dei pescatori di attraccare. La spiaggia è incastonata in una pittoresca insenatura delimitata da scogliere ricoperte di fitti boschi.  La giornata balneare termina qui e torniamo quindi al nostro alloggio dove ceniamo. Il giorno successivo decidiamo ancora di partire presto per poter ammirare la miglior spiaggia dell’isola, Gran’Anse de Salines, col minor impatto turistico. Passati i piccoli centri di Sainte Anne e Marin, giungiamo a questa lunga spiaggia di sabbia bianca, con un bellissimo mare calmo. Situata sulla punta meridionale, si tratta di una splendida mezzaluna di soffice sabbia bianca tutta orlata da alte palme e bagnata da un bel mare cristallino e dai fondali digradanti, perfetto per fare il bagno. Il litorale è molto lungo, entra in mare con una certa pendenza ed è l'ideale per piacevoli passeggiate sul bagnasciuga. E' davvero una spiaggia da cartolina dove trascorriamo dei piacevolissimi momenti. Prima di partire, percorriamo una passerella all’interno dell’Etang des Salines dove avvisteremo un anitra, un egretta e dei granchi molto grossi, alcuni di un colore rossastro. Dopo una sosta a Sainte Anne per sandwich ripartiamo verso la vicina spiaggia di Pointe Marin, proprio vicino alla punta più meridionale dell’isola. Si tratta di una bellissima spiaggia incastonata all'interno di una profonda insenatura e per questo ben protetta dai venti. Il litorale è di soffice sabbia bianca punteggiato ed orlato da suggestive palme, che regalano anche una piacevole ombra naturale. Pointe de Marin è considerata una delle più belle spiagge di tutta la Martinica, grazie anche al suo mare turchese, cristallino e perennemente calmo, nonché alla sua posizione: essendo infatti affacciata ad ovest, il sole tramonta molto più tardi rispetto alle spiagge sul versante orientale dell'isola. Restiamo qui fino alle 16.00 e poi, sulla strada di casa, sostiamo prima ad Anse Figuier e, in seguito, ad Anse Mabouyas. La prima era un tempo punto d'imbarco dei barili di rum. E’ una caratteristica spiaggia caraibica con palme e acque turchesi, zone di ombra, qualche ristorantino e piuttosto frequentata. La seconda è difficile raggiungerla perché un po' nascosta rispetto alla strada. Dovrebbe essere l'ideale per fare snorkeling ma l’acqua è torbida oggi e non si vede nulla del fondale. Inoltre non ci fa una grande impressione e ripartiamo poco dopo. Di sera raggiungiamo Arlet dove ceniamo su una terrazza di un ristorantino locale. Sarà un esperienza da dimenticare, perciò non citerò nemmeno i piatti ordinati, non lo merita. Dopo una nottata travagliata, il giorno seguente Gosia non è in forma e preferiamo fare il tour del nord per conoscere meglio la geografia dell’isola. L'entroterra della regione é quasi interamente occupato da terreni coltivati e pascoli. L'economia della Martinica è basata sull’agricoltura: la principale produzione è quella della canna da zucchero, che è in diminuzione a favore della produzione delle banane da esportazione. Lo zucchero di canna viene utilizzato dalle numerose distillerie locali per essere trasformato in rum, il prodotto d'esportazione più noto della Martinica. L'allevamento e la pesca provvedono in parte al fabbisogno locale, mentre il settore terziario è in costante sviluppo, come il turismo in crescita e rappresenta uno dei fulcri dell'economia dell'isola. Percorrendo la superstrada del sud giungiamo alla capitale dell’isola che lasciamo subito salendo verso nord e operando la prima sosta alla Sacre Coeur di Balata, una piccola replica della basilica del Sacre Coeur di Parigi, eseguita dall’architetto francese Wuifflef nel 1815. Sorge sulla collina e offre un bellissimo panorama sulla capitale fino alla Pointe du Bout; l’interno è spoglio e privo di qualsiasi motivo d’interesse. Proseguiamo verso nord fagocitati, ai due lati, da una vegetazione lussureggiante che sarebbe bello scoprire attraverso alcuni suoi sentieri che si inoltrano nella foresta pluviale. Di tanto in tanto però sopraggiunge uno spruzzo di pioggia che smette abbastanza in fretta per poi riprendere magari qualche minuto più tardi. La conformazione stessa dell’isola provoca un clima abbastanza instabile e i fenomeni di pioggia passeggera saranno frequenti durante la nostra vacanza. I Pitons du Carbet, una bella catena montuosa (1207m), domina  questa regione centrale fino alla cittadina di Morne Rouge, oltre la quale si erge la famosa Montagne Pelée, un vulcano ancora attivo, che cerchiamo di ammirare meglio salendo attraverso una stradina tortuosa fino a Aileron, base di partenza degli escursionisti che vogliono salirne la cima, che purtroppo è coperta da nuvole e non possiamo ammirare. Ridiscesi, proseguiamo a nord fino a raggiungere la costa atlantica e il canale della Dominica, isola che si vede in lontananza. Superiamo dei paesi costieri, come Mocouba, giungendo a Grand’Riviere. Qui la strada s’interrompe e non è possibile proseguire oltre in macchina, soltanto a piedi. Sembra di essere ai confini del mondo, con il suo porticciolo frangiflutti, la chiesetta ed il piccolo lungomare. Ritorniamo sui nostri passi fino a Morne Rouge, dopodiché svoltiamo verso la costa caraibica e la cittadina di Sainte Pierre, l’antica capitale dell’isola distrutta un secolo fa dall’eruzione del vulcano, ora di nuovo popolata. Nei pressi del lungomare si possono vedere i resti e le rovine di quella tragica giornata, in cui la lava sommerse l’intera cittadina e tutti i suoi abitanti persero la vita. Proseguiamo ancora verso nord, e la strada si fa sempre più panoramica: tornanti si alternano a piccole spiagge di sabbia nera. La più importante che incontreremo sarà l’Anse Coulevre, raggiungibile attraverso un sentiero fangoso ma non ne varrà la pena. Forse saranno delle condizioni momentanee, o il tardo pomeriggio, ma sono presenti dei fastidiosi moscerini che non smettono mai di ronzarci intorno. Anche nella successiva Anse Ceron li ritroveremo ma decidiamo ugualmente di terminare la giornata in spiaggia. Scopriremo solo alla fine che questi spiacevoli insetti sono i sand-flies, escono al tramonto o giù di lì… e pungono. Al ritorno in Italia ci accorgeremo delle nostre schiene butterate. Giungeremo alla nostra Diamant dopo un’estenuante fila subita sulla superstrada da Fort de France, causata dal ritorno a casa dei vari pendolari Martinicani. Il giorno seguente decidiamo di approfondire la penisola di sud-ovest nella quale è situato anche il nostro alloggio; prima tappa il vicino Memoriale dell’Anse Caffard, 15 enormi statue bianche dalle sembianze umane che ricordano della tragedia che avvenne in queste acque nel 1830, quando una nave negriera s’inabissò lungo la costa, trascinando con sé nella morte quasi tutti i 300 schiavi incatenati a bordo. Un luogo commovente ed evocativo. Il nostro programma balneare odierno parte dalla già conosciuta Anse Arlet. Dopo un primo momento di instabilità meteorologica, il mare mi regala uno snorkeling molto bello, ricco di coralli e gorgonie, percorrendo la costa nord fino a molto lontano. La spiaggia successiva sarà Ansa a l’Ane dove acque calme e sabbia bianca ci trattengono a lungo. Infine Anse Mitan, una piccola baia bordata di palme da cocco e incastonata tra le montagne, con mare tranquillo e uno splendido panorama sulla baia di Fort-de-France. Si tratta di una bella spiaggia lunga di sabbia chiara e soffice orlata da palme e su cui affacciano direttamente hotel ed abitazioni. La giornata si è svolta all’insegna del mare e del sole, e termina di sera con una fantastica cena nel nostro villaggio di Diamant al ristorante Table du Mumu dove gustiamo uno splendido filetto di dorado in salsa di vaniglia della Martinica, riso e flan di patate e un’ottima specialità locale che è il poulet boucané, pollo affumicato con la canna da zucchero. Il tutto bagnato con uno splendido bianco della valle della Loira, un Muscadet del 2013 di 12°. L’indomani sappiamo che ci aspetta un meteo avverso, perciò decidiamo di visitare la costa atlantica nord e ci dirigiamo per primo alla baie de Robert visitando il villaggio omonimo, con le sue caratteristiche case creole. Da qui partono numerose escursioni alla volta degli isolotti della baia. Poco più a nord è la penisola delle Caravelle, una riserva naturale con spiagge atlantiche. Sulla punta visitiamo le rovine del castello della famiglia Dubuc, ricchi mercanti di schiavi. Tra resti di mulini, pozzi e abitazioni, ammiriamo anche bei scorci della costa ricca di mangrovie. Nei pressi ammiriamo incredibili evoluzioni di alcuni surfer di fronte ad Anse Etang. Pausa balneare ad Anse Tartane, una lunga striscia di sabbia bianca bordeggiata di palme, prima che il meteo cominci a farsi di nuovo capriccioso. Proseguiamo ancora verso nord oltrepassando il villaggio di Ste Marie, dove il mare ci appare impetuoso e poco adatto ai bagni. Terminiamo la giornata concedendoci un ultima esperienza nella già battezzata Anse Figuier. L’esperienza martinicana sta approssimandosi alla conclusione, perciò il giorno seguente vogliamo godere al massimo delle più belle spiagge ammirate recandoci nuovamente ad Anse Salines dove restiamo fino a metà mattinata, spostandoci poi in una tranquilla spiaggia a nord di Ste Anne, prima di consumare un buon pasto in un localino nelle vicinanze, con accras de morue (frittelle creole con merluzzo), poulet boucané e boudin (sanguinaccio speziato, di maiale) e ritornarvi in seguito a terminare in piacevolezza la giornata. L’ultimo giorno lo trascorriamo di mattina ad Anse Arlet. Sole, mare, per poi tornare al nostro alloggio, doccia e ripartire alla volta della capitale Fort de France. Parcheggiata l’auto nei pressi di un centro commerciale, diamo inizio alla visita del centro cittadino. Partiamo con l’hotel de Ville, ora theatre & Aime Cesaire museum, quindi la bianchissima Government House, un bell’esempio di casa coloniale e l’affascinante libreria Schoelcher, un insolita costruzione liberty con portale di maioliche  rosso-azzurre che fu applaudito all’Esposizione universale di Parigi nel 1889. Attraverso il parco giardino La Savane, che si affaccia sul porto dove è attraccata una enorme nave da crociera, raggiungiamo il Forte Saint-Louis, proprio sulla punta. Ritornati nella zona centrale, ecco la cattedrale cattolica di Saint Louis, ricostruita nella seconda metà del secolo scorso, con struttura in ferro. Purtroppo è chiusa così, dopo un buon gelato, facciamo ritorno in aeroporto dove riconsegniamo l’auto, imbarcandoci in seguito, alle 22.50, sul volo di ritorno, direzione Parigi Orly. Trasferimento allo Charles de Grulle e nuovo imbarco per Milano Malpensa.

 

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